Umani

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Il ragazzo sfila via, dopo il suo strano tentativo di baciarmi, o sbeffeggiarmi. Ci sono rimasto male, io volevo fargli un regalo, veramente. In quel giubbotto stava da dio e costava troppo, decisamente troppo, perchè se lo comprasse da solo. Non capisco se sia testardo, o mi stia dando veramente dello stronzo. Recupero le sue borse per l'ennesima volta sto dando per scontato che stiamo andando via.

"Per di quà. Jimin? Per di quà. Dove vai?" Devo alzare un pò la voce, perchè se ne sta andando in direzione opposta. Lui si gira, ha preso di nuovo la colorazione di un pomodoro e va dove gli indico, a braccia incrociate. Non ho avuto nemmeno il tempo di capire cosa stesse facendo, che me lo sono ritrovato davanti al naso, a sussurrarmi sulle labbra. L'avrei sens'altro baciato, se sono non mi avesse detto di essere sleale. Adesso se ne sta distante, ma non sa dove deve andare, quindi gli tocca aspettare. Ed è cosí fino alla macchina. Arrivati alla Mercedes non può piú scappare, non che lo voglia torturare, ma dobbiamo stare nella stessa macchina per tornare a casa.

"Vuoi guidare tu?" Dico per rompere il ghiaccio. Jimin è dall'altra parte della macchina, lui sbarra gli occhi.

"Sei matto?"

"No" Poso le buste nel bagagliaio, lui entra da solo al suo posto, senza dire una parola. Guiderò io. Mi sarebbe piaciuto vederlo guidare, peccato. Vado al mio posto, tolgo il giacchetto, lo metto dietro e faccio rombare la macchina.

"Tutto bene?" È ancora imbronciato, a braccia incrociate, ostenta a guardare fuori dal finestrino.

"Si."

"Non è vero."

"Invece si." Alza il mento, in una posa di superiorità. Sta scherzando, quindi deduco che tutta vada bene.

"Che caratterino." Metto la macchina in folle e aspetto la sua reazione. L'ho detto in tono scherzoso, lui si volta ad occhi socchiusi. Ormai è un suo tratto distintivo. Mi chiedo se ci veda qualcosa quando li strizza cosí.

"Qualche problema a riguardo?"

"No...ma volevo dirti una cosa." Mi avvicino, ovviamente non l' afferro, vorrei evitare di spaventarlo. Mi fa piacere vedere che non arretra, ma rimane lí, fermo, a fissarmi. Mi arriva un profumo misto fra il suo e il mio. È piacevole.

"Non sono sleale..." Uso la sua stessa tecnica, ma non sono minimamente vicino come lo era lui.

"...accetta il regalo." Piego il busto in avanti. Quanto è scomoda questa macchina per baciare? Troppo. Inclino la testa, respirandogli davanti. Lui non demorde, mi osserva ancora a occhi socchiusi, con un portamento altezzoso. Sembra non scalfirlo. Io provo a stare fermo, il mio autocontrollo tentenna. Il cuore impazzisce, sento la pelle d'oca sui bracci, per nessun motivo plausibile. Chissà cosa prova lui. Se freme come me.

"No." Risponde secco, sulle mie labbra. Non reggo piú, lo bacio. Poso le labbra sulle sue. Il ragazzo non arretra, né scappa, posa una mano sulla mia guancia, tirandomi a lui. È un bacio casto, molto delicato. Mi da i brividi. Adesso non sono piú sleale? Interrompo il bacio solo per guardarlo. Non chiude mai gli occhi, ne sono sicuro.

"Ti do un consiglio, chiudi gli occhi." Lo fa subito. Ci riuniamo di nuovo in un bacio, acceso, vivo. Infila le mani nei miei capelli e tira. Amo quando lo fanno, sopratutto se sono gli omega. Scaturiscono sempre una scossa di adrenalina, che mi fa perdere la testa. Gemo sommessamente, sulle sue labbra, gustando il suo sapore. È cosí delicato e morbido. Quà potrebbe andare a finire male, molto male.

"Penso che dovremmo darci una calmata." Lo fermo prima che scenda a baciarmi il collo, non potrei rispondere di me. Lui si blocca con gli occhi socchiusi, leggermente lucidi di desiderio e le labbra schiuse. Mi gratta la testa lentamente, lasciando andare la presa.

"Ok." Se ne va, lasciandomi un bacio sulle guance. Ci guardiamo per qualche secondo, con in sottofondo il rombo della macchina. Sorrido. Lui prova a non darmela vinta, provando a non sorridere con me. Ma le sue labbra si inclinano all'in sú. Si volta per non farsi vedere e riporta le braccia incrociate sul petto, guardando fuori dal finestrino. Io ridacchio. Si, non ci sono problemi. Per adesso. Metto la retro ed esco dal parcheggio nel completo silenzio. Vediamo cosa combinerà tornati a casa.

Per colmare il silenzio, metto della musica, non so se gli piaccia, ma lui ascolta. Al semaforo mi ricordo di avere delle chewing-gum da qualche parte. Forse nella giacca? Sfilo una mano, cercando velocemente. Le trovo.

"Ne vuoi una?" Gli mostro il pacchettino. Lui si volta teatralmente, facendo "vai via" con la mano. Tutto è molto enfatizzato.

"Come desidera. Almeno potrebbe aiutarmi a prenderne una?" Sono quei pacchettini morbidi, dove devi spingere fuori le caramelle. Gliela lascio sulle gambe, perchè il semaforo diventa verde. Lui fa un enorme sbuffo che mi fa ridere. Poco dopo arrivano due diti con un chew-gum. Apro la bocca, facendo "ahhhh" come un bambino e la mette in bocca. Questo è l'ultimo avvenimento nell'macchina, perchè si appisola contro il finestrino. Il ragazzo è fuori gioco. L'ho stancato? Con cosí poco? Forse non essendo al massimo delle sue condizioni fisiche, può succedere.
Arrivati alla villa, parcheggio e chiamo qualcuno a prendere le buste. Ci penso io a Jimin. Dal sedile del guidatore, gli tocco la spalla un paio di volte. Si sveglia di soprassalto afferrandomi il braccio.

"Calmo, calmo. Sono io." Stringe la presa con gli occhi spalancati, dopo qualche secondo mi riconosce.

"Pensavo si fosse ribaltata la macchina." Tira la testa all'indietro e chiude gli occhi.

"Grazie per la fiducia, ma no, siamo ancora nel verso giusto. Siamo a casa e ti sei addormentato." Ho guidato piano, non sono piú cosí pazzo. Lui si stropiccia la faccia, poi si guarda intorno.

"Aspetta." Esco dal mio lato, raggiungo il suo e finalmente gli apro la porta. Lui esce, stiracchiandosi.

"Dormito bene?" Annuisce. Gli do un paffetto sotto al mento, lui mi sposta la mano. Torna nel mood permaloso.

"Sono ancora arrabbiato." Alza il mento. Io sollevo gli occhi al cielo. So che scherza.

"Allora facciamo cosí. Rilassa i bracci" Gli prendo una mano, delicatamente e gliela porta ai fianchi, tutto vedendo come si comporta, poi gli abbasso la testa. Lui sta al gioco.

"È adesso sorridi." Faccio un sorriso tirato agli estremi. Lui esplode in una risata.

"Ecco fatto." Mormoro, sorridendo con lui.

"Va meglio adesso?" Domando. È ancora assonnato, però annuisce, finalmente.

"Bene." Rimaniamo cosí, impalati. Senza sapere che dire o che fare. E adesso? Come ci sblocchiamo? Indico dietro di me con il pollice, grattandomi la nuca.

"Andiamo?" Ridacchia e annuisce. Sfiliamo entrambi nella villa. Arrivati davanti camera sua, lo saluto. O ci provo. Vorrei dargli un bacio ma e come se mi fossi scordato come si fa. 

"A parte gli scherzi, grazie per il giacchetto." Adesso è serio.

"Di niente, veramente. È un regalo." Mi guarda negli occhi, io ruzzolo dentro. Quegli occhi. C'è dell'imbarazzo adesso. Voglio andare, ma non voglio andare. Però non posso rompergli le scatole. Le mie skill sociali sono sparite al momento. Se fosse stato un altro ragazzo avrei provato a baciarlo, ma con lui è diverso, ho paura a fare qualsiasi cosa. Ho paura di spaventarlo. Sembra cosí delicato e piccolo.

"Ci vediamo dopo." Dico, ma i miei piedi non si muovono. Devo forzarmi a girare i tacchi e andarmene. Non so nemmeno io cosa io stia facendo. Mi giro, con l'amaro in bocca e me ne vado.

"A dopo." Dice lui, dopo poco, mentre mi sono già avviato. Mi mordo un labbro. Avrei potuto far meglio? Far peggio? Le mie capacità cognitive si sono improvvisamente spente. Sono un idiota. Perchè mi è salita tutta questa ansia? Ma cosa mi succede? Mi guardo le mani, le sento bagnaticce. Sono un genio, un dannato genio. Potevo dargli un bacio casto, accarezzarlo. Perchè non l'ho fatto? Perchè mi cago sotto per nessun motivo palese. Sono tornato ad essere un diciottenne imbranato, sul serio. Eppure...meglio tornare in camera e calmarsi.

Less Than Anybody [Omegaverse][Wattys2022]Where stories live. Discover now