Straccio

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Sono di nuovo nel corridoio. Ho perso il sonno quando mi hanno scoperto a orecchiare alla porta. Per fortuna era solo il maggiordomo che, raggiungendo gli altri in ritardo, mi ha beccato con l'orecchio appoggiato alla porta. Sono riuscito ad ascoltare ben poco, ma quello che ho sentito mi è bastaro a volerne sapere di piú. Spero che sia sempre sveglio. Non ho voglia di disturbare nessuno. Vado a bussare alla porta del maggiordomo, sperando sia quella giusta. Busso ma non risponde nessuno. La porta è aperta. Provo nuovamente a farmi sentire. Però sento dei passi avvicinarsi. Incrocio le braccia, pronto, chiunque sia. Per mia fortuna è proprio il maggiordomo. Inclina la testa quando mi vede.

"Ha bisogno signorino?" Nonostante l'ora tarda continua ad essere gentile e cordiale. Prima, invece di mandarmi via, si è messo a ridere quando mi ha beccato. Io me ne sono andato rosso per l'imbarazzo. Non so perchè non abbia fatto domande. Se mi avesse beccato mia madre o mio padre, mi avrebbero fatto a pezzi. Pirtroppo la mia curiosità è stata catturata prima di andare a letto. Li ho visti entrare tutti insieme in quella stanza e mi sono fatto fregare. In cuor mio sapevo che mi avrebbero beccato, ma il mio cervello è stupido. Volevo sapere cosa stavano facendo.

"Non so se posso chiederglielo." Incrocia le braccia anche lui.

"Ci provi, sarò felice di accontentarla se posso."

"Prima, nella stanza..." Lui ridacchia.

"Si?"

"Sono loro a..." Non trovo le parole, ho paura di star parlando di qualcosa che non dovrei sapere.

"Dica pure, non si preoccupi"

"Perchè? Perchè lo fate?" Lui inclina la testa.

"Cosa?" Domanda ancora. Forse sono stato troppo poco preciso.

"Salvarci. Ci sono cosí tante persone dietro questo? Perchè?" Non capiscono. Se uno si è ritirato ed è tutto cosí pericoloso, perché ci salvano? Non ci usano, ci lasciano andare. A cosa gli serviamo?

"Se vuole glielo posso raccontare davanti ad una tazza di camomilla. Giusto per digerire un pò." Si tocca lo stomaco.

"D'accordo." Fa cenno di entrare in stanza. Mi fa entrare, ma non si chiude la porta alle spalle. Gliene sono grato, non so perchè, ma la cosa mi rassicura. La sua stanza è piú piccola e meno laboriosa della mia. C'è un letto singolo attaccato al muro. Pochi fronzoli e molte foto, sparpagliare su ogni superficie possibile. Non riesco a vederle da cosí lontano, mi sentirei inopportuno ad avvicinarmi. Non sono affari miei. Mi fa sedere ad un piccolo tavolo. Fa partire il bollitore già pieno e porta due tazzine.

"Noi lo facciamo perchè è un nostro dovere. Siamo privilegiati e possiamo permetterci di rischiare la vita per chi non può fare altro contro quelle bestie. Tutte le persone che hai visto di là sono le menti, i bracci e i fondatori. Sono solo una piccola fetta. Abbiamo le guardie. I nostri e pochi, ma buoni investitori." Gioca con la busta della camomilla.

"Non capisco."

"Cosa?"

"Non capisco perchè degli alfa si mettano contro altri alfa, solo per salvare degli omega. Non importa a nessuno di noi. Mi pare di capire che non sia una cosa cosí facile, perchè rischiare cosí tanto"

"Lo facciamo proprio per cambiare quanto tu hai appena detto e nella squadra non ci sono solo Alfa."

"La motivazione è cosí forte?" Annuisce.

"Nel gruppo ci sono varie persone, con varie storie vissute. Alcuni piú ribelli, altri meno. C'è chi ha dovuto salvare un caro finito in quella sistuazione e chi ci è nato. Ognuno ha la sua ragione, ma tutti lo fanno per scolpire un futuro diverso in questo mondo. Siete persone anche voi, ma venite trattate come un paio di scarpe. Questo già avviene nei ranghi della società piú alti, non so se lei ha idea di cosa si nasconda nella vita dei piú poveri." Mi sento chiamato in causa, quando parla dei ranghi alti. In effetti se io sono stato trattato cosí, non oso immaginare cosa facciano ai ragazzi piú poveri.

Less Than Anybody [Omegaverse][Wattys2022]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora