Non giudichiamo

129 5 0
                                    

Anthea corse nel suo dormitorio, ignorando gli sguardi degli studenti nei corridoi, riempì di fretta il suo baule, senza troppe cerimonie, mettendo tutto un po' a casaccio per fare il prima possibile. Chiuse il grosso baule con un tonfo e alzò lo sguardo: quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe visto quel dormitorio. Le tende verdi, le lenzuola in seta, la moquette grigia e l'acqua del lago sulle finestre, non poteva negare che quel posto le sarebbe mancato, almeno un po'. Scacciò quel pensiero malinconico e afferrò la maniglia del suo baule, trascinandolo fuori dal dormitorio con il cappuccio tirato su, sperando che nessuno la notasse.
-Anthea- disse invece la voce di Regulus appena uscì dai dormitori femminili, mandando in fumo le sue speranze di non parlare con nessuno. -Anthea stai... andando via?- le chiese confuso mettendosi davanti a lei, con ancora la cravatta perfettamente allacciata.
-Sì, sto andando via- confermò lei, senza guardarlo. Regulus fece schioccare la lingua con disappunto.
-Sai chi è stato?- le chiese e lei scosse appena la testa. -Hai fatto arrabbiare qualcuno?- le chiese e lei sbuffò guardandolo con sufficienza.
-Non ho fatto niente! Niente okay? Mi sono fatta gli affari miei per tutto l'anno eppure ecco il risultato- disse lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi. -E non so come qualcuno possa essere andato a cercare quelle foto senza sapere niente di quello che è successo e l'unico che lo sapeva eri tu- disse in tono esausto e Regulus strinse impercettibilmente gli occhi.
-Stai insinuando che pensi che sia stato io a farti una cosa del genere?- le chiese in tono neutro e Anthea sospirò.
-No, non penso sia stato tu- disse scuotendo appena la testa. -Non ho idea di chi possa essere stato, ma la cosa certa è che ora che tutta la scuola pensa che io sia una criminale, è meglio che me ne vada- gli disse e Regulus fece un sorriso malinconico.
-Posso ricordarti cos'ho sul braccio?- le chiese e lei accennò un sorriso.
-È diverso... non ci sono foto tue per i corridoi dove torturi i babbani- gli disse e Regulus sorrise abbassando lo sguardo.
-Neanche foto di me che stappo champagne, se è per questo- le disse in tono divertito ma Anthea lo fulminò con lo sguardo. -Non c'è niente di male in quello, sono sicuro che tutti i Grifondoro si staranno chiedendo perché non sono mai stati invitati ad una tua festa- le disse e Anthea accennò un sorriso.
-Grazie- disse piano. -Ti scriverò- gli disse poi con un debole sorriso e Regulus inspirò profondamente, mettendosi le mani in tasca.
-È un addio?- le chiese in tono serio, senza lasciar trasparire nessuna emozione.
-Per il momento, ma posso sempre venire a prendere il tè da voi- gli disse e Regulus sorrise appena.
-È stato bello averti ad Hogwarts, per quel poco che è durato, ti auguro il meglio- le disse in tono formale.
-Grazie. Anche a te- disse Anthea ingoiando la saliva a fatica. Regulus si spostò appena per permetterle di passare e lei procedette dritta verso l'uscita della sala comune. Sentiva una spiacevole sensazione allo stomaco e le lacrime tornarono a pizzicarle gli occhi, prese un respiro profondo per calmarsi e ricacciare indietro i sentimenti. Regulus l'aveva salutata in modo così neutro che quasi la feriva, dopo quello che avevano condiviso, dopo un fidanzamento, dopo che le aveva detto che l'amava, si sarebbe aspettata un po' di più, un po' di affetto, anche se celato, lui invece era stato glaciale, nessuna emozione era trasparita dal suo atteggiamento, proprio come un perfetto Black. Aveva così tante questioni in sospeso con Regulus... prima di tutto non gli aveva mai avuto spiegazioni per quel "ti amo" urlato al vento, con rabbia e delusione, poi non avevano mai parlato di quella volta che l'avevano fatto davanti allo specchio delle Emarb, non gli aveva mai chiesto cosa vedeva davanti allo specchio, non gli aveva mai chiesto se avesse voluto che il loro fidanzamento non fosse finito. Non gli aveva mai fatto un regalo decente per ripagarlo della collana e non l'aveva mai ringraziato a dovere per essere venuto in America. Non gli aveva mai detto che sotto, sotto era cotta di lui, non l'aveva nemmeno mai ammesso a se stessa, ma era certa di provare qualcosa per Regulus. Non gli aveva mai detto che gli era grata per esserle stato vicino in quell'anno ad Hogwarts, soprattutto quando si era sentita più sola, lui c'era sempre stato per lei e lei non l'aveva mai ringraziato. Davanti all'ufficio di Lumacorno guardò l'orologio, erano passati solo venti minuti da quando si era salutata con suo fratello, forse era meglio aspettare. Si sedette sopra il grosso baule e alzò lo sguardo verso il soffitto a volte. Era stata solo una volta in quell'ufficio, alla sua cena di Halloween, con Regulus, dove si erano ubriacati insieme e avevano corso per il castello tenendosi per mano. Sorrise appena e si lasciò cullare da quel dolce ricordo, immergendosi fino ad estraniarsi completamente da quel momento.
-Anthea!- disse la voce squillante di Leah, affannata dalla corsa. Anthea la guardò con un misto di confusione e diffidenza, non aveva nessuna voglia di sentire la sua potenzialmente unica amica ad Hogwarts dirle che l'aveva delusa. -Ti ho cercato per tutto il giorno!- disse la ragazza fermandosi davanti a lei. Anthea non disse niente, tenendo lo sguardo basso e non accennando ad alzarsi dal suo baule. -Stai bene?- le chiese Leah in tono sincero, appoggiandosi contro il muro accanto a lei.
-Perché me lo chiedi?- chiese Anthea stupita e Leah aggrottò la fronte.
-Beh... per quello che è successo sta mattina...- disse in tono delicato, sbirciando l'espressione dell'amica.
-Non sei... schifata da me?- le chiese incerta e Leah prese un respiro.
-Senti Anthea... tutti abbiamo un passato, chi più... innocente e chi no. Non so bene cosa sia successo mentre eri in America ma sappi che ci sono studenti, nella nostra casa, che non sono innocenti quanto sembrano. L'anno scorso c'erano Rabastan Lestrange e i suoi scagnozzi che giravano per i corridoi come dei bravi studentelli eppure tutti sapevano che il fratello di Lestrange è un Mangiamorte e che Rabastan aspirava a diventare come lui, ma nessuno ha mai detto nulla, nessuno l'ha fatto neanche quando Mulciber è stato trovato nei corridoi quella sera in cui hanno attaccato il castello- le disse e Anthea alzò appena lo sguardo, per cercare di decifrare lo sguardo di Leah, che guardava dritta davanti a sé. -Finché non fai qualcosa di sbagliato a noi, la lealtà non crollerà, mai. Dicono tutti che i Serpeverde non sono molto amichevoli, ma siamo degli ottimi amici, non giudichiamo i nostri amici e li spalleggiamo- disse Leah girandosi verso Anthea e sorridendole. -Nessuno tra di noi ti giudicherà per quello che hai fatto in passato, da quando sei qui non hai mai fatto niente di sbagliato e non meritavi che i tuoi segreti venissero spiattellati a tutto il castello.- le disse e Anthea si lasciò scappare un lieve sorriso.
-Lo pensi davvero?- le chiese e Leah sorrise ancora di più.
-Certo, siamo amiche, no?- le disse e Anthea abbassò lo sguardo, sorridendo appena.
-Direi di sì- disse, sentendo un piacevole calore farsi spazio nel suo stomaco, rilassandole i muscoli che erano tesi da quella mattina.
-Dai, ti aiuto a riportare in dormitorio quel baule, non ti farai mica sconfiggere da qualche stalker invidioso- le disse facendole un gesto della mano per alzarsi.
-Grazie Leah, davvero, ma non credo che questa scuola faccia più al caso mio- disse lei con una smorfia malinconica.
-E chi lo dice questo?- le chiese e Anthea rimase stupita da quella domanda, ma non fece tempo a rispondere che la porta accanto a lei si aprì, lasciando uscire suo fratello, Lumacorno e Silente.

 

-Buonasera signorina Fawley, signorina Moore- disse il preside con un sorriso tranquillo. -Signorina Moore ha già cenato? C'è il budino stasera, un evento che le consiglio di non perdere- disse gioviale il preside e Leah capì che doveva andarsene.
-Ora ci vado, preside- disse la ragazza educatamente, prima di lanciare uno sguardo di incoraggiamento ad Anthea, che ricambiò appena.
-Signorina Fawley, possiamo parlarle due minuti?- le chiese gentile il preside.
-Sì, professore- disse Anthea abbassando lo sguardo e seguendo i tre dentro l'ufficio di Lumacorno, dove il preside si accomodò con tranquillità su una delle poltrone, invitandola a fare lo stesso.
-Suo fratello ci ha detto che preferirebbe andarsene dal castello- cominciò il preside e Anthea alzò lo sguardo sui suoi occhiali a mezzaluna e il sorriso gentile. -Ma oserei dire che non mi sembra convinta- disse Silente con le labbra che si incurvarono ancora di più.
-Io... non ne sono sicura, signore- disse Anthea debolmente e lui annuì con una smorfia di soddisfazione.
-Vede, come lei sa, io ero a conoscenza degli avvenimenti accaduti nei suoi anni trascorsi ad Ilvermorny e così anche il professor Lumacorno, in qualità di direttore della sua casa- disse e Lumacorno annuì appena. -Ad Hogwarts viene sempre data un'altra possibilità, a chi se lo merita- disse il preside scrutandola attraverso le lenti curve. -E mi sembra che questo sia il suo caso, non è d'accordo Horace?- chiese il preside guardando il grassoccio professore.
-Oh si, senza dubbio. Anthea è un'ottima studentessa, davvero ottima, piena di talento ed estremamente diligente- disse Lumacorno e Anthea sorrise appena.
-Ci dispiacerebbe immensamente perdere una studentessa così dotata per un piccolo equivoco che, ahimè, succede ad intervalli di circa 5/6 anni- disse il preside sorridendole con fare gentile.
-Stiamo già cercando il responsabile- la rassicurò Lumacorno.
-Ha qualcosa che vorrebbe dirci, al riguardo?- le chiese ancora il preside ma lei scosse la testa.
-Non ho idea di chi possa avercela con me- disse la ragazza e il preside annuì.
-Come sospettavo- disse prima di alzarsi. -Ora, se volete scusarmi, ho alcune scartoffie da sbrigare, non si perda il budino a cena, signorina Fawley e, piccola anticipazione- disse abbassando il tono di voce. -Domani ci sarà la torta di meringhe, sono sicura che l'apprezzerà- disse prima di andarsene fischiettando.

1978Where stories live. Discover now