Non facciamone un dramma

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Quella mattina alle 8 il sole ancora non aveva fatto capolino nel cielo, nascosto da una grossa corte di nubi scure, che non promettevano nulla di buono. Quel tempo non aiutò affatto Elektra a migliorare il suo umore, cosa che peggiorò ancora quando vide il letto di Willow ancora perfettamente fatto, segno che non aveva dormito lì. Si vestì in fretta con la divisa del Quidditch, pronta per un allenamento che si preannunciava piuttosto bagnato, prima di scendere a colazione. Si stupì quando vide Willow perfettamente vestita con jeans e maglioncino, con una giacca in pelle sulle spalle, che conversava allegramente con Remus, accanto a Sirius e a James che dormiva sul tavolo.
-Buongiorno- disse in tono rigido sedendosi davanti all'amica, che stringeva una tazza tra le mani.
-Buongiorno- rispose lei allegra.
-Hai almeno dormito stanotte?- le chiese guardandola con fare sospetto e lei sorrise.
-Certo che ho dormito- disse tranquilla e Elektra guardò anche Sirius, che faceva roteare con fare annoiato la sua tazza.
-Perché guardi me, scusa?- le chiese con fare aggressivo e Willow trattenne una risata.
-Non so, tu hai dormito?- gli chiese.
-Avrei dormito di più se Lunastorta mi avesse lasciato stare a letto almeno di domenica mattina- disse lanciando un'occhiataccia all'amico.
-Dobbiamo studiare!- ribatté l'altro e James emise un brontolio da sotto il braccio con cui si nascondeva la faccia. Willow sorrise e appoggiò la tazza al tavolo.
-Ieri sera io e Sirius siamo usciti insieme- disse e Sirius si fermò con la tazza a mezz'aria, lanciandole un'occhiata, che lei ignorò. Nessuno disse niente per qualche secondo, scrutando i due ragazzi come per accertarsi di non aver sentito male.
-Cosa?- disse la voce assonnata di James.
-Io e Willow usciamo insieme- ripeté Sirius con fare sbrigativo e James tirò su la testa con fare confuso, prima di fare un gran sorriso.
-Non facciamone un dramma, per favore, è stata solo un'uscita, la cosa si chiude qui- disse Willow mettendo le mani avanti, bloccando James in partenza, il cui sorriso però non scomparve.
-Okay- disse Elektra abbassando lo sguardo sulla brioche con un sorriso furbo e nessuno aggiunse altro sulla questione.

Anthea si era appena alzata dal tavolo dei Serpeverde e si stava dirigendo in biblioteca, quando gli occhi le caddero su un particolare: Willow aveva una giacca in pelle di drago nera troppo grande, una giacca in pelle di drago che le era estremamente familiare. Si fermò per osservarla ancora e notò che sul gomito era leggermente consumata, la giacca era la stessa, non aveva più dubbi. Tornò indietro fino al tavolo dei Serpeverde, dove Regulus stava bevendo il tè con fare annoiato.
-Regulus, posso parlarti?- gli chiese diretta. Lui alzò gli occhi con sorpresa, visto che ormai non parlavano da giorni.
-Sì- disse appena confuso, alzandosi dalla panca e seguendola attraverso la Sala Grande.
-Ti ricordi quest'estate quando sono venuta da te e siamo andati a passeggiare?- gli chiese mentre superarono il tavolo dei Grifondoro.
-Sì...- disse Regulus incerto, senza capire dove voleva andare a parare.
-Mi avevi prestato una tua giacca, una bella in pelle di drago- continuò lanciandogli un'occhiata sospettosa, ma lui continuò a guardare dritto davanti a sé.
-Sì...- disse sempre meno convinto.
-Era tua?- gli chiese e Regulus aggrottò la fronte. -È di tuo fratello, vero?- gli chiese ancora e l'espressione di lui si fece ancora più dura.
-Perché ti interessa tanto? Vuoi quella giacca?- le chiese in tono fermo. -Posso comprartene una uguale, magari della tua taglia- continuò e Anthea sorrise.
-No, non è quello, non voglio quella giacca, ero solo curiosa- rispose lei semplicemente.
-Allora dovresti essere meno curiosa su queste cose inutili, ho altro da fare- disse lui secco andandosene e lasciandolo a metà ingresso. Anthea rimase turbata dal suo comportamento, totalmente inaspettato. Regulus non si era mai rivolto a lei in quel modo, con quel tono rigido e di sufficienza. Erano giorni che non parlavano, okay, ma non si sarebbe mai aspettata una reazione così da lui. Forse era arrabbiata con lei? Ma se fosse stato così non avrebbe accettato di parlare con lei fin dall'inizio, o era forse quella giacca in particolare a significare qualcosa di più di quello che lei immaginava? Nonostante quel comportamento così strano non aveva intenzione di seguirlo e chiedergli cosa non andasse, così si avviò verso le scale che l'avrebbero portata in biblioteca. Adorava la biblioteca la domenica mattina, quando ancora metà del castello dormiva. La pioggia scrosciava fuori dalle finestre rendendo l'atmosfera ancora più pacifica e rilassante. Con i libri sottobraccio si avvicinò al tavolo su cui riconobbe la nuca bionda di Austin Writingham.
-Ciao- le disse lui sottovoce, senza staccare la piuma dalla pergamena.
-Ciao- rispose lei con un filo di voce sistemando le proprie cose sul tavolo. -Sei qui da molto?- gli chiese e lui appoggiò la piuma davanti a sé.
-Dalle sei- le rispose con un sorriso e lei sgranò gli occhi.
-Come mai?- gli chiese stupita e lui alzò le spalle.
-Mi sono svegliato presto e non volevo sprecare una mattinata a cercare di riaddormentarmi- le spiegò riprendendo la penna e lei annuì mentre lui tornava a scrivere. Lei e Austin non parlavano mai di cose personali, non l'avevano mai fatto se non a dicembre, quando gli aveva chiesto consiglio per come chiedere ai suoi di capodanno. Lui non le aveva nemmeno mai detto che usciva con Willow Anderson, li aveva solo visti baciarsi per i corridoi e l'aveva dedotto, non le aveva neanche mai detto che si erano lasciati, non aveva mai accennato a nulla di personale e Anthea sentì la necessità di chiedergli qualcosa della sua vita. Dopotutto avevano passato un sacco di tempo insieme, forse più di quanto non avesse passato con le sue compagne di stanza, eppure erano due sconosciuti. Il filo dei suoi pensieri venne interrotto da un ragazzo dai capelli scuri che arrivò con passo svelto verso di loro.
-Austin- lo chiamò a voce un po' troppo alta per essere in biblioteca e il biondo alzò lo sguardo, mentre Anthea gli osservava confusa. -I Grifondoro si stanno allenando- gli disse abbassando la voce avvicinandosi a lui.
-E quindi?- chiese il biondo senza capire.
-E quindi piove a dirotto, possiamo sbirciare le loro tattiche senza che loro lo sappiano- disse con tono calzante e Austin fece una smorfia.
-Alex che dice?- gli chiese e il ragazzo dai capelli scuri sbuffò.
-Fa il perbenista, ma io dico che sarebbe stupido farsi scappare un'occasione del genere di guardare come sono messi, soprattutto perché loro sono in netto vantaggio di informazioni- disse lanciandogli un'occhiata eloquente e lui sospirò.
-Willow non sa niente delle nostre tattiche- disse Austin con il tono esausto di chi sembrava aver ripetuto quella cosa un milione di volte.
-Sa come ti muovi e quali sono i tuoi punti di forza e di debolezza- ribatté l'altro.
-E la cosa vale anche per me- si difese Austin ma il ragazzo sbuffò, palesemente innervosito.
-Senti: io ho un compito importante di Trasfigurazione domani quindi non ho tempo da perdere a stare qui a discutere, vieni con me o no?- gli disse deciso e Austin parve pensarci, rivolgendo gli occhi verso Anthea che li abbassò subito, consapevole di essere stata beccata ad osservarli.
-Tu Anthea che dici?- le chiese Austin e lei alzò la testa con fare confuso, sperando di non sembrare troppo colpevole. Il ragazzo castano la guardò stringendo gli occhi, come a volerla esaminare.
-Di cosa?- chiese fingendo di non avere ascoltato.
-Dovremmo sfruttare la bassa visibilità della pioggia per spiare i Grifondoro che si allenano?- le chiese e il ragazzo castano sbuffò nervosamente guardando l'orologio.
-Ehm...- disse Anthea riflettendoci.
-Cosa vuoi che ne sappia lei?- disse il ragazzo battendo un piede a terra nervosamente.
-Il suo fidanzato è nella squadra di Serpeverde- spiegò Austin.
-E comunque è piuttosto offensivo che tu pensi che io non possa sapere niente di Quidditch- ribatté Anthea decisa, intrecciando le mani davanti al mento con sguardo di superiorità e il ragazzo parve per la prima volta accorgersi della sua presenza.
-Ricordo tutti quelli che hanno giocato o anche solo fatto le selezioni di Quidditch di tutte le case, siccome non ti ho mai visto ho supposto che tu non sappia nulla di Quidditch- disse in tono più gentile e Anthea fece un sorriso finto.
-È infimo spiare gli altri, anche se la visibilità della pioggia vi coprisse sarebbe comunque scorretto- disse e Austin accennò un sorriso.
-Detto da una Serpeverde fa un certo effetto- disse ridacchiando e il ragazzo castano scosse appena la testa.
-Ho detto che è scorretto, non che non lo farei- chiarì Anthea attirando gli sguardi dei due ragazzi. -Se spiare i Grifondoro può essere il tassello decisivo che vi porta a vincere non starei a considerare troppo i valori morali, la mia ambizione e competitività mi avrebbe già portata da loro- disse e il ragazzo castano sorrise soddisfatto verso Anthea. Austin sbuffò e chiuse i libri che aveva sul tavolo.
-Okay andiamo- disse alzandosi controvoglia, uscendo dalla biblioteca.
-Colbert Ward- disse il ragazzo castano porgendo la mano ad Anthea, che la strinse volentieri.
-Anthea Fawley- fece solo in tempo a dire prima che lui uscisse dalla biblioteca a passo svelto. Anthea si trovò a sorridere da sola, quel Colbert era carino, con i capelli castani e gli occhi color miele. Si maledisse da sola quando si scoprì a ripensare alla sua mano calda che aveva stretto la sua con delicatezza e al mezzo occhiolino che le aveva fatto prima di scappare via.

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