Una cosa estiva

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Il giorno dopo Anthea salutò a malapena Regulus, si comportò come se non fosse successo niente la notte prima, ignorandolo come aveva fatto negli ultimi giorni. Regulus non poteva negare che in un certo senso se l'aspettava, Anthea era sempre sparita per un po' ogni volta che si avvicinavano, era come una molla: prima gli si avvicinava e poi si ritraeva. Si sentiva un idiota ad aver pensato che in qualche modo ora il loro rapporto potesse cambiare anche quando stavano davanti agli altri, ma ora come ora la verità era che non gli importava più di tanto: avevano fatto pace e Anthea lo voleva ancora, questo gli bastava.

Quel sabato mattina era prevista l'uscita a Hogsmeade e James era riuscito a convincere Lily ad andare a Londra, per visitare la National Gallery.
-Se ci beccano ti ammazzo- disse lei sottovoce mentre camminavano verso il villaggio.
-Non accadrà- disse tranquillo James, camminando con le mani nelle tasche dei pantaloni.
-Beh se accade darò tutta la colpa a te- insistette ancora lei.
-Non accadrà, fidati di me- le disse con un sorriso seducente e lei storse il naso.
-Non è che sei proprio una persona affidabile- disse facendolo ridere.
-Sono caposcuola!- si difese lui, divertito.
-Sì e anche questo è un problema, se ci beccano ci toglieranno la spilla- disse lei di colpo preoccupata. -No, non andiamo- disse bloccandosi in mezzo ad High Street.
-Lily- disse James prendendole le mani. -Non ci beccherà nessuno, l'ho già fatto, più volte. E poi nessuno si sognerebbe di toglierti quella spilla- disse e lei fece una smorfia poco convinta. -Dai- disse intrecciando una mano con la sua e portandola fino alla fine del villaggio, dove non li avrebbero visti mentre si smaterializzavano.

Willow si era vestita con la massima cura per vedere Ale quel pomeriggio, non avevano parlato tanto via lettere ma lui le aveva detto che si sarebbe fermato a Hogsmeade per il weekend, sfruttando il fatto che lei avesse l'uscita al villaggio. Lei ed Elektra avevano parlato forse anche troppo di quell'appuntamento e ora era stranamente agitata, mentre percorreva il sentiero lungo il parco di Hogwarts fino al villaggio.

Sirius era tornato da poco dall'Ordine con Dorcas e ora stavano camminando per High Street uno accanto all'atro. Vide Willow, poco più in là, abbracciare di slancio un ragazzo alto che non aveva mai visto, presumibilmente quel suo amico francese.
-Guarda c'è quella ragazza... ciao!- salutò Dorcas con la mano a Willow e lei si girò a guardarli un po' confusa, facendo loro un cenno con la mano.
-Ciao- disse Sirius alzando appena il mento, senza scomodarsi a sorridere.
-Sono tuoi amici?- chiese Ale in francese, guardando Willow.
-Circa, lei è la tutor di un mio corso... vabhe, entriamo?- gli propose lei accennando ai Tre Manici di Scopa e i due entrarono insieme nel pub.
-Allora, quella è la sciarpa della tua casa? So che qui avete delle divisioni- le chiese notando la sciarpa rossa e ora che Willow si stava togliendo, quel giorno sembrava fare troppo freddo per essere inizio aprile e le nuvole grigie in cielo sembravano minacciare di un bel temporale.
-Sì, esatto, è la sciarpa di Grifondoro, guardala bene perché è in assoluto la miglior casata che esista. Coraggio, audacia, cavalleria, magnanimità, giustizia e facciamo in assoluto le feste migliori- disse facendolo ridere.
-Sì, ti ci vedo- confermò lui osservando la sciarpa di Willow. Chiacchierano a lungo e il tempo sembrò passare velocissimo, quando Ale le appoggiò una mano sulla coscia coperta dai jeans azzurri di Willow. -Se vuoi ho una camera proprio qui sopra- le sussurrò in francese e Willow poté sentire la pelle d'oca anche sotto i jeans.
-Mi sembra una buona idea- dandogli un lento bacio sulla guancia e Ale sorrise, con fare. L'attrazione fisica tra loro era sempre stata forte, fin dal primo momento in cui si erano visti in spiaggia e ora che Willow aveva definitivamente chiuso con Austin non si sentiva minimante in colpa ad andare a letto con Ale. Non appena entrarono nella stanza lei cominciò a baciarlo con passione, distendendosi con lui sul letto. Ale la stringeva forte, con fare possessivo, stringendole il collo per baciarla con più foga.

-Ciao- disse Regulus sedendosi accanto ad Anthea in sala comune.
-Ciao- rispose lei atona, senza alzare gli occhi dal libro.
-Non vai a Hogsmeade oggi?- le chiese sentendosi un po' in imbarazzo dopo quel mancato sguardo.
-Non doveva piovere?- chiese guardando verso le finestre, dove il lago però sembrava calmo.
-Così dicevano- concordò Regulus e lei finalmente lo guardò.
-Tu non ci vai?- gli chiese e lui fece un sorriso tirato.
-Volevo chiederti se magari ti andava di venirci con me- le propose e Anthea fece un sorriso, che però non sapeva per nulla da un sorriso di felicità.
-Devo studiare oggi- disse indicando con la piuma il libro.
-Domani?- propose ancora Regulus.
-Vediamo- disse lei annuendo e lui fece un sospiro.
-Okay allora... mi dirai- disse andandosene, sentendosi ancora più un idiota.

Willow si stava rimettendo il maglioncino, mentre Ale era ancora disteso a letto in mutande, guardando Willow che si rivestiva.
-Non so se lo sai ma tra una settimana è il mio compleanno, il venti- disse lei e lui la tirò verso di sé, baciandole le labbra.
-No, non lo sapevo- disse con un sorriso rilassato.
-Io e un mio amico facciamo una festa al castello... una grande festa, ti divertiresti... se ti va di venire- gli propose lei e lui fece un'espressione poco convinta. -Non ti preoccupare per entrare nel castello, ci sono dei passaggi segreti e posso riuscire a farti entrare e uscire senza che nessuno lo sappia- lo rassicurò lei e lui le strinse un fianco avvicinandola a lui con forza.
-Tu non avevi una specie di ragazzo?- chiese passandole una mano sul collo e sfiorarle le labbra con la propria bocca.
-Non ce l'ho più- disse lei a mezza voce, ipnotizzata dal tocco sensuale delle sue mani.
-Ah- disse lui staccando la mano da lei.
-Cosa?- chiese Willow confusa, tornando lucida.
-No è solo... insomma non ti stai facendo un'idea sbagliata di me, no? Io ho una ragazza in Francia- disse e Willow si allontanò di un passo.
-Tu hai cosa? Stai scherzando, vero?- chiese sconvolta, sentendo la bocca asciugarsi, ma Ale sembrava perfettamente rilassato, ancora con il sorrisino sghembo sul viso e il petto nudo.
-No beh... mi sembrava chiaro che tra noi non potesse esserci una storia seria- disse tranquillo.
-Sì ma... tu hai una ragazza! E io sono appena venuta a letto con te e... oh Merlino!- disse prendendo i jeans da per terra e infilandoseli in fretta. -Sono una cogliona- disse tra sé in inglese.
-Ehi, Willow, aspetta- disse lui avvicinandosi a lei e prendendole la mano ma lei la ritirò all'istante. -Dai non fare così- le disse piano.
-Non fare così? Tu hai una ragazza!- sbottò lei.
-Sì ma che c'entra? È in Francia - disse lui con non curanza.
-Come che c'entra? C'entra! Non importa dove sia! Hai una ragazza e mi hai illuso venendo qua e facendomi credere di esserci venuto per me, quando in realtà volevi solo scopare- disse mettendosi le mani fra i capelli, sentiva gli occhi pizzicarle dalle lacrime, cosa si aspettava? Che essere venuto in Inghilterra per lei significasse qualcosa? Sì, era esattamente quello che aveva pensato.
-Lo sai che tu eri solo una cosa estiva- disse lui tranquillo.
-Beh visto che siamo ad aprile non è più UNA COSA ESTIVA! Almeno risparmiatelo- disse infilandosi anche gli stivaletti con il tacco.
-Non pensavi mica che provassi qualcosa per te? Insomma sei figa ma...- le chiese in tono gentile, ma la frase era tutt'altro che gentile.
-Ma? Ma cosa? Avanti sentiamo!- sbottò prendendo anche la sua giacca.
-Ma insomma tu non sei una da storie serie, no? Vuoi solo divertirti e...- cercò di difendersi lui.
-Certo allora hai pensato perché non andare in Inghilterra a scoparmela?!- sbottò innervosita.
-Sono venuto fino in Inghilterra per te! Dovresti apprezzare, ho speso dei soldi!- ribatté lui innervosendosi.
-Ah quindi hai pagato per una mia... prestazione sessuale? Come fossi una prostituta? Vaffanculo Ale- disse aprendo la porta e uscendo in fretta dalla camera del piccolo Hotel.
-Willow! Dai abbiamo ancora tutto il weekend!- le urlò lui dalla porta ma lei non si girò, continuando a camminare fino l'uscita dell'edificio. Come se non bastasse aveva cominciato a gocciolare proprio in quel momento e le lacrime di Willow cominciare a scenderle sulle guance, non tanto per la tristezza, quanto per la rabbia. Era arrabbiata con sé stessa, per essersi fatta illudere dal fatto che lui fosse venuto lì, sperando che in qualche modo provasse qualcosa per lei. La verità era che si sentiva sola e l'idea di avere qualcuno che attraversa due nazioni per venire da te era stata rassicurante. Stava camminando stringendosi nel capottino mentre la pioggia aumentava piano piano, aveva pure dimenticato la sciarpa nella camera di Ale e sentiva l'umidità appiccicarsi al viso, mischiandosi alle lacrime.

1978Where stories live. Discover now