Elegante

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Era mezzanotte meno qualche minuto e Regulus si sedette sul divano della sala comune. Non era sicuro che Anthea sarebbe venuta, ma una parte di lui ci sperava, se si fosse fidata abbastanza da dirgli il suo segreto forse sarebbero anche riusciti a fare pace. Guardò l'orologio: 23.59. Il fuoco nella sala comune era ormai spento e regnava un silenzio quasi innaturale, il lago era perfettamente tranquillo e sembrava addirittura non sbattere contro le finestre in vetro.
-Ciao- disse debolmente la voce di Anthea uscendo dal dormitorio, mentre Regulus era ancora concentrato sul lago.
-Ciao- le disse incapace di non sorridere. -Non ero sicuro che saresti venuta- disse alzandosi e lei tirò le labbra.
-Nemmeno io- ammise lei. -Andiamo?- gli chiese e lui annuì, uscendo con lei dalla sala comune. Camminarono in silenzio salendo le scale, passarono la biblioteca e poco dopo Regulus spostò un arrazzo, facendole segno di passare. -Dove andiamo?- chiese lei perplessa, entrando in quel corridoio buio.
-C'è un'aula strana qui avanti, nascosta- le disse lui aprendo una porta sul lato del corridoio e Anthea lo segui, arrivando su un corridoio finestrato, da dove almeno entrava un po' di luce. -Qui- disse lui aprendo una porta alla fine dello stretto corridoio e Anthea ci entrò, trovando un'aula con tutti i banchi accatastati contro le pareti, che però sembravano essere di uno stile più vecchio rispetto a quelli che avevano in aula ora. Sul fondo, al posto della cattedra, c'era un enorme specchio appoggiato contro un muro a cui mancavano dei mattoni e le cui macerie circondavano lo specchio. Anthea si avvicinò allo specchio per poi ritrarsi subito, spaventata da quel riflesso. -Sì, non è uno specchio normale- concordò Regulus sedendosi su una sedia sul fondo dell'aula. Anthea guardò sospettosa lo specchio, ma da quella distanza vedeva solo il suo riflesso sfuocato nella superficie polverosa.
-Mostra il futuro?- chiese e Regulus rise appena.
-Magari, no, leggi la scritta- le disse e lei si avvicinò per leggere l'iscrizione sul cornicione in legno dorato, cercando di ignorare quello che vedeva riflesso sullo specchio.
-Emarb eutel amosi vout linon ortsom, che lingua è?- lesse confusa.
-Leggila al contrario... specchiata- spiegò lui.
-Mostro nonil tuov isoma letue brame... mostro non il tuo viso ma le tue brame?- ripeté lei.
-Esatto, è lo specchio delle Emarb, meglio conosciuto come lo specchio delle Brame, mostra i tuoi desideri, non il futuro- le spiegò e Anthea camminò all'indietro, fino a quando l'immagine nello specchio non scomparve, rimanendo solo il suo riflesso.
-Tu perché non ti avvicini?- gli chiese e lui storse il naso.
-Non è che mi piaccia molto, sinceramente- ammise e Anthea si sedette su uno di quei vecchi banchi dove il legno era tutto inciso con iniziali e nomi.
-Allora perché mi hai portato qui, se non ti piace?- gli chiese passando le dita sui solchi di quel vecchio banco.
-Nessuno viene mai qui, è un posto sicuro- le assicurò e lei annuì, sbuffando appena.
-Non so se dirtelo o meno... non sono una che confida facilmente le proprie cose- ammise e Regulus annuì.
-Non c'è problema, aspetto- disse guardando lo specchio.
-L'immagine resta sempre la stessa? Quella nello specchio dico- specificò lei e Regulus si alzò.
-Non lo so... penso di sì- disse avvicinandosi, notando però che nello specchio c'era un dettaglio che l'ultima volta che era stato lì, mesi fa, non c'era. -No, cambia- disse invece sedendosi per terra davanti allo specchio osservando il riflesso. Una parte di quello che vedeva era sempre lo stesso: lui con la cravatta di Serpeverde e Sirius con quella di Grifondoro a Grimmauld Place che festeggiavano assieme i loro genitori, ridevano tutti insieme e si guardavano con sguardo complice mentre suo padre versava loro il vino più pregiato della loro cantina, con un sorriso fiero che non gli aveva mai visto. Questa volta però, c'era anche Anthea che rideva con loro, con la collana che le aveva regalato a Natale che brillava nel suo collo. Anthea gli si sedette accanto e si strinse le ginocchia al petto.
-Tu cosa ci vedi?- le chiese e Regulus sorrise imbarazzato.
-Non te lo dico- le rispose e anche Anthea sorrise appena, con fare malinconico.
-Ma è una cosa realizzabile in futuro o è impossibile?- gli chiese e Regulus guardò suo padre che dava contento una pacca sulla spalla di Sirius.
-Impossibile- rispose con un velo di tristezza. -La tua?- le chiese e lei sorrise appena.
-Improbabile- rispose e Regulus tornò a guardare lo specchio. -È stato l'anno scorso, quando ero in America... in realtà è il vero motivo per cui ho lasciato Ilvermorny... anche perché, mi hanno espulsa- disse con un sorriso tirato e Regulus si girò a guardarla sgranando gli occhi. -Ti prego non mi guardare, sento il peso del tuo sguardo- gli disse senza staccare gli occhi dallo specchio.
-Scusa- disse Regulus tornando a guardare la sua famiglia dietro quel vetro argentato. -È stata... una cazzata. È cominciato tutto quando eravamo piccoli e a Ilvermorny c'è molto nonnismo, molto più che qui, i primini vengono trattati male e derisi da quelli più grandi, è una stupida tradizione americana e io mi sono ecco... fatta prendere un po' la mano. Dalla quarta entri in qualche modo nel livello successivo, diventi uno dei grandi e puoi cominciare a prendere in giro i più piccoli e c'era questa ragazzina, Polly Plumpace, che era piuttosto sfigata e noi la prendevamo per il culo per via del suo cognome... sai asso grasso, asso dei grassi... è cominciato così poi la cosa è sfuggita un po' di mano...- disse prendendo un sospiro e passandosi una mano fra i capelli chiarissimi. -Abbiamo cominciato a insultarla ogni volta che passava, a dirle cose come "sei così grassa che non ti scoperà mai nessuno" e la cosa è pian piano sfociata su battute sessuali su di lei, i ragazzi le facevano scherzi, le alzavano la gonna quando passava o cose del genere... tutti fingevano di volersela scopare, questo quando ormai ero al quinto anno e... quando poi mi sono messa con Nathan le cose sono scivolate ancora di più. Non so cosa volevo dimostrare, forse di essere più cattiva di loro? Di essere più crudele, più talentuosa? Fatto sta che abbiamo cominciato a bullizzarla non solo verbalmente ma anche con incantesimi e fatture... e...- disse prendendo ancora un respiro. -È stato come un vortice, sembravano passati pochi giorni da quando abbiamo cominciato a chiamarla asso dei grassi e poi ci siamo ritrovati nel bagno, dove le avevo strappato la divisa e la sua testa aveva spaccato un lavandino, riempiendo di sangue il pavimento... È stata in ospedale per quasi una settimana, è quasi morta e io ho rischiato una causa legale di tentato omicidio, per fortuna i miei genitori sono persone piuttosto influenti e sono riusciti a risolvere la cosa facendomi espellere... ho lasciato la scuola a maggio e sono tornata solo per gli esami, una volta presi gli EAGLEs mia madre mi aveva già fatta trasferire ad Hogwarts e fatta fidanzare con te- disse abbassando lo sguardo e sentendo il peso del giudizio di Regulus sulle spalle. Il ragazzo era rimasto momentaneamente senza parole, sconvolto dalla notizia. Non riusciva a credere che Anthea, così diligente e studiosa, potesse arrivare a quel genere di bullismo.
-Quindi... quando era successa quella cosa di Potter e hai detto che ti era successa una cosa simile... non mentivi?- le chiese debolmente.
-No- ammise lei.
-Beh... non è così grave- mentì Regulus nel tentativo di farla sentire meglio e lei lo guardò confusa. -Nel senso non così sconvolgente, se avessero beccato Piton sarebbe stato anche lui espulso- le disse e lei aggrottò le sopracciglia.
-Dubito che Potter sia stato bullizzato per anni come ho fatto io- disse lei sulla difensiva.
-No, direi più che è Potter a bullizzare Piton, ma se vuoi sentirti dire che sei peggio tu te lo dico- le disse cercando di smorzare la tensione e lei sorrise.
-Non sapevo fossi pure simpatico- gli disse e Regulus sorrise.
-È un altro dei miei segreti- disse tornando a guardare lo specchio, dove Anthea rideva ancora di più.
-Non lo devi dire a nessuno- gli disse lei in un sussurro.
-Non lo farò- disse serio.
-Io non dirò a nessuno che hai il Marchio Nero- disse senza guardarlo.
-Davvero?- chiese Regulus sorpreso e lei annuì.
-Non è una cosa che condivido, non mi schiererò con tu-sai-chi, ma posso comprendere come tu non abbia avuto scelta, come ti sia lasciato trascinare dagli eventi- gli disse e lui annuì.
-Grazie- le disse sottovoce. -Penso tu sia l'unica persona in assoluto che l'abbia capito- le disse e lei sorrise appena.
-Beh, tu sei l'unica persona ad avermi detto che non è poi così grave- disse divertita e Regulus accennò una risata.
-Hai ancora la collana che ti ho regalato?- le chiese e Anthea tirò fuori la collana da sotto al maglioncino, mostrandogli il pendente con lo zaffiro circondato da diamanti.
-Non la tolgo mai- ammise lei rimettendola dentro il colletto. -Mi piace troppo- gli disse e Regulus sorrise.
-Vuol anche dire che non mi odi così tanto?- azzardò a dire guardandola e lei scosse la testa.
-No... anche se avresti potuto dirmelo, ma capisco perché tu non l'abbia fatto- gli disse e lui annuì. Guardò Anthea che aveva gli occhi persi nello specchio, sentiva la tensione aumentare tra di loro, non credeva di essersi sentito mai così teso e allo stesso tempo così attratto da lei. Allungò la mano verso di lei spostandole i capelli dietro alla spalla e nel farlo le sfiorò il collo, Anthea sorrise. -Ci stai provando con me, Reg?- gli chiese con un sorriso furbo e lui ritirò la mano, di colpo imbarazzato.
-No- disse abbassando lo sguardo.
-Peccato- disse lei guardandolo con un sorrisino. Regulus incrociò lo sguardo con i suoi occhi color ghiaccio, che in qualche modo lo invitavano a venire da lei. Regulus si sporse e le afferrò il viso con la mano attirandola a sé per baciarla. Il bacio si fece sempre più famelico e Anthea lo attirò contro di sé, distendendosi sul pavimento dell'aula. Regulus si sentì togliere il maglione e Anthea si separò dal bacio, sfiorandogli il Marchio Nero con le dita. Sentì il cuore palpitargli forte nel petto, con la paura che lei non avesse ancora accettato la cosa, ma poi Anthea tornò a baciarlo con ancora più trasporto e Regulus si dimenticò del Marchio sul braccio. Anthea si sfilò la maglia restando in reggiseno in seta grigio e Regulus cercò in tutti i modi di non far cadere lo sguardo o se le mani in quel punto. -Puoi guardare, sai?- gli disse Anthea prendendogli le mani e mettendogliele sopra il seno.
-Non...- cercò di dire Regulus mentre lei gli baciava il collo.
-Non l'hai mai fatto? Lo so- tagliò corto lei slacciandogli anche i pantaloni. Regulus sentì il respiro di Anthea accelerare e farsi sempre più pesante, mentre i loro corpi nudi si scontavano uno contro l'altro. Lei buttò indietro la testa con i capelli biondi che si sparsero nel pavimento e le labbra rosse per i baci, non credeva di aver mai visto niente di più bello.

Anthea si alzò e si rimise le mutandine mentre Regulus era ancora disteso a terra con il fiato pesante. -Ce la fai ad alzarti?- gli chiese lei divertita, mentre si riallacciava il reggiseno, sotto lo sguardo incredulo di Regulus.
-Ho fatto anche allenamento oggi- si difese e Anthea sorrise, accucciandosi accanto a lui per schioccargli un bacio sulle labbra.
-Per sbaglio devo averti fatto un succhiotto- disse con fare colpevole e Regulus si guardò. -Sul collo, qui- disse appoggiandogli l'indice sulla base del collo.
-Dici che si veda con la divisa?- le chiese e lei alzò le spalle.
-Boh- disse semplicemente, lanciandogli i suoi pantaloni.
-Non posso farmi vedere in giro con un succhiotto- si difese lui e Anthea rise.
-Perché?- chiese divertita mentre Regulus si alzava.
-Beh perché non è... elegante- disse e Anthea scoppiò a ridere.
-Non sia mai che Regulus Arcturus Black II non sia elegante- disse prendendolo in giro e anche lui sorrise.
-Esatto, ho una reputazione da difendere- disse divertito e Anthea gli scoccò un altro bacio.
-Se si vede domani vieni da me che con un po' di trucco te lo sistemo- gli disse e lui sorrise.
-Grazie- disse prendendola per i fianchi e baciandola ancora.
-Comunque, vorrei chiarire una cosa- gli disse lei lasciando che lui finisse di vestirsi.
-Cosa?- chiese un po' turbato dal suo tono serio.
-Noi non stiamo insieme- gli disse e lui annuì, senza lasciar trasparire i sentimenti. -Ma siamo legati, dai segreti... nulla lega due persone più di un segreto- gli disse e Regulus annuì di nuovo, avvicinandosi a lei, ormai vestito.
-Va bene- le disse dandole un ultimo bacio dolce sulle labbra.

1978Where stories live. Discover now