Così romantico

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-Dove andiamo?- chiese Willow stringendosi nelle spalle, si sentiva leggermente in imbarazzo all'idea di questo mezzo appuntamento con Sirius, sempre che fosse un appuntamento.
-Sicuramente non ho intenzione di restare al castello- disse categorico, infilandosi le mani in tasca.
-E allora dove?- chiese sentendosi sempre più nervosa, se uscivano dal castello allora voleva dire che la cosa si faceva più seria e che era effettivamente un appuntamento, anche se improvvisato.
-Non lo so, tu dove vuoi andare?- chiese Sirius imboccando un corridoio diverso da quello della sala comune.
-Boh, che ne so io- disse presa alla sprovvista e lui sorrise divertito.
-Ti vedo molto propositiva- disse divertito, svoltando l'angolo.
-Così all'improvviso non mi vengono idee- si giustificò lei.
-Forse un'idea ce l'ho io- disse con un sorriso malizioso e lei sorrise a sua volta.
-Ah si? Dove?- chiese curiosa e lui alzò le spalle, avvicinandosi ad una statua di una vecchia strega con un occhio solo.
-Dissendium- scandì bene Sirius e la gobba della strega si spostò, lasciando spazio ad un tunnel. -È solo un'idea- rispose lui entrando nel tunnel e Willow lo seguì.
-Questo tunnel porta ad Hogsmeade?- chiese lei accendendo anche la sua bacchetta, per illuminare il terreno sconnesso.
-Nella cantina di Mielanda per l'esattezza- chiarì lui camminando con sicurezza, come se conoscesse quel tunnel a memoria.
-E quando spunteremo nella cantina di Mielandia credi che nessuno se ne accorgerà?- chiese lei titubante.
-Ci smaterializziamo- concluse lui con semplicità. -A proposito, come va con la materializzazione?- le chiese curioso.
-Bene, ho l'esame il 30 maggio con Eve- disse continuando a guardare per terra, cercando di non inciampare nel terreno sconnesso.
-Bene allora guidi tu la smaterializzazione dopo- disse in tono furbo.
-Se vuoi spaccarti okay- disse tranquilla e lui scoppiò a ridere.
-Hai detto che sei messa bene- si difese lui.
-Bene per una che ha l'esame tra un mese, non bene per una smaterializzazione congiunta- specificò e Sirius rise appena.
-Quindi ci penso io?- disse spingendo una botola con una mano, proprio sopra alla sua testa, rivelando un rettangolo di luce aranciata.
-Direi di sì- disse lei avvicinandosi a lui e salendo la scala a pioli, subito dopo Sirius. Lui richiuse la botola e le porse la mano.
-Londra?- le chiese e lei sorrise, afferrandogli la mano.
-Londra- confermò, prima che sparissero in un familiare "clock".

Erano da poco passate le nove quando Peter apparve in sala comune con la testa bassa, come uno che non voleva essere notato.
-Peter!- disse invece Remus, mandando in frantumi le intenzioni del ragazzo biondiccio, che si girò con un timido sorriso. -Dove ti eri cacciato? Ti cercavamo- gli disse e il ragazzo arrossì appena.
-No niente ero solo... in giro...- disse imbarazzato e Remus aggrottò la fronte.
-In giro dove?- gli chiese e Peter parve guardarsi intorno, come ad assicurarsi che quello fosse un posto sicuro, prima di sedersi nella poltrona accanto a Remus e Elektra.
-Penso di dovervi dire una cosa, James e Sirius dove sono?- chiese poi guardandosi in giro di nuovo, notando che non erano da nessuna parte nella sala comune.
-James all'Ordine e Sirius in giro- spiegò Elektra e Peter le lanciò un'occhiata imbarazzata. -Se dovete parlare me ne vado- disse lei incerta, sentendosi improvvisamente di troppo.
-No, no...- disse Peter arrossendo violentemente. -Esco con una ragazza- disse sottovoce e Remus si aggrappò al divano, a certificare che quel momento fosse reale.
-Peter ma che bella notizia!- disse Elektra allegra.
-No, aspetta- disse cauto Remus. -Davvero?- chiese poi scrutando l'amico oltre ai ciuffi biondicci di capelli che gli ricadevano sul viso e lui annuì, così Remus gli diede una pacca sulla spalle. -Coda è fantastico! Finalmente- disse contento e anche con un tono di fierezza. -Chi è la ragazza?- gli chiese e Peter sorrise imbarazzato.
-Penso che dovrei aspettare anche James e Sirius per dirvelo... sai... potrebbero offendersi- disse debolmente e Remus gli diede un'altra pacca sulla spalla.
-Faranno bene a tornare in fretta allora, muoio dalla curiosità- disse allegrò.

Erano le due passate e Willow e Sirius avevano passato buona parte della serata in un bar babbano, con musica dal vivo e un sacco di drink strani che nessuno dei due aveva mai sentito. Quando uscirono dal piano bar erano piuttosto brilli e ridevano insieme, Sirius teneva il fianco di Willow, che appoggiò la testa contro la sua spalla.
-Siamo scappati da Hogwarts e ci siamo ubriacati nella Londra babbana- disse alzando la testa verso il suo viso, con sguardo colpevole.
-Lo dici come se fosse una cosa brutta- ribatté lui, facendola scoppiare a ridere.
-Se lo sa la McGranitt ci ammazza- disse divertita e Sirius sorrise.
-L'importante è che non lo sappia, giusto?- le disse e lei rise, appoggiandosi con tutto il peso contro di lui, facendolo barcollare.
-Non riesci neanche a reggermi?- gli chiese ridendo ancora.
-Non se ti lanci contro di me- rispose lui reggendola per i fianchi. -Ce la fai a stare in piedi?- le chiese divertito e lei alzò le spalle.
-Non mi va- disse semplicemente, lasciandosi di nuovo cadere su di lui che sta volta era pronto, ridendo assieme a lei. Si appoggiarono contro la balaustra alla fine del marciapiede, che dava sul Tamigi: un manto di luci si stendeva davanti a loro, vibrando nella notte buia. Alla loro destra, illuminato con le luci gialle dei lampioni, c'era il Tower Bridge, dove le auto scorrevano placide ad intervalli irregolari, l'acqua sotto di essa era nera come il petrolio, screziate dai riflessi delle luci colorate della città, che sembravano galleggiare nell'oscurità. -Una volta ci siamo baciati lì- disse Willow guardando il ponte. -Per la verità ci siamo anche messi insieme lì- si corresse poi, con evidente tono brillo.
-Me lo ricordo- disse lui osservando il ponte.
-Ci mancherebbe altro- disse lei in tono acido, facendolo ridere. Sirius le si avvicinò, passandole un braccio sulla schiena e premendola appena contro di sé. Willow alzò lo sguardo, incrociandolo con il suo e sentendo il proprio cuore martellarle nel petto, probabilmente l'alcol stava enfatizzando quella sensazione, ma era sicura che Sirius facesse la sua parte. Dopotutto quanto tempo era che aspettava un momento così? Da quasi un anno e ora, finalmente, erano lì, insieme. Sirius le posò una mano sulla guancia e la vide socchiudere gli occhi, con le labbra che si incurvarono in un sorriso. Le baciò piano le labbra, assaporandone ogni centimetro, sentendo ancora il sapore asprigno del lime del drink di poco prima che le intorpidiva le labbra. L'afferrò con più forza, tirandola a sé come se potesse sfuggirle, voleva sentirla vicina, voleva sentire che era sua, che lo era per davvero e non solo per qualche ora una notte. -Promettimi che non te ne andrai- sussurrò lei tra le sue labbra, dopo quel lungo bacio umido.
-Lo prometto- disse dandole un altro lento bacio. -Ma non dire a nessuno che ho detto una cosa così romantica- disse facendola ridere appena.
-Anche baciarsi qui in realtà è romantico- gli fece notare divertita.
-Allora non dire a nessuno nemmeno questo- disse ridendo appena, prima di sfiorare il proprio naso con il suo e baciandola di nuovo.

1978Where stories live. Discover now