Scusami

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Era notte fonda in quella domenica e una forte tempesta si abbatteva sul castello, facendo gorgogliare il lago nero. Anthea non riusciva a dormire, un po' per il rumore della tempesta e delle onde del lago contro il dormitorio e un po' perché non aveva minimante sonno. Ogni tanto la mente le giocava brutti scherzi, riportandola in America e ripresentandole davanti tutti i suoi errori più grandi. Doveva ripetersi mentalmente che ora era ad Hogwarts, era al sicuro lì, quei demoni non l'avrebbero potuta colpire oltreoceano e che quella storia era sistemata, ma quella sera non bastava. Si alzò dal letto e si infilò una vestaglia sopra al pigiama grigio chiaro in seta e si diresse in sala comune, dove il buio della stanza veniva spezzato solo dalle deboli fiamme di un camino, che illuminavano il profilo di un ragazzo con i capelli ricci e scuri che gli ricadevano sulla fronte.
-Reg?- chiese Anthea a mezza voce e lui si girò verso di lei.
-Non è un po' tardi?- le disse, facendole però cenno con il capo di sedersi accanto a lui. Anthea si adagiò sul divano accanto a lui, stringendosi nella vestaglia e appoggiandosi alla sua spalla.
-Non riesco a dormire- disse guardando le ginocchia di Regulus, perfettamente vestito. -Tu non ci hai neanche provato- constato e lui accennò un sorriso.
-No, in effetti- ammise senza scomporsi troppo.
-Come mai?- gli chiese e lui strinse le labbra.
-Troppi pensieri- disse vago. -Tu?- le chiese guardando la sua chioma biondo chiarissimo.
-Stessa cosa- disse concentrandosi sul fuoco debole davanti a loro. Regulus teneva entrambe le mani pallide sulle cosce davanti a sé e Anthea ne afferrò una, prendendo a giocherellare distrattamente con le sue dita. -Pensavi di dormire qui?- gli chiese a bassa voce, per non rompere troppo quel silenzio carico di tensione.
-No, pensavo solo di rimanerci fino a quando non mi sarebbe venuto sonno- disse lui guardando le loro mani insieme. Anthea alzò lo sguardo, puntandolo sugli occhi grigi di lui. Regulus la guardò, sentendo qualcosa nello stomaco. Era innegabile che Anthea gli facesse uno strano effetto, un effetto che Morgan non aveva mai avuto su di lui. Si sporse verso la ragazza e la baciò con dolcezza, con le labbra che si assaporarono a vicenda. Anthea gli appoggiò una mano sul petto e lo spinse indietro, facendolo distendere sul divano. Il bacio si fece più famelico e Anthea si distese sopra di lui, facendo combaciare i loro corpi. Regulus dimenticò tutto, dimenticò i Mangiamorte e il signore Oscuro, nulla sembrava esistere mentre stringeva Anthea a sé in quel modo. Sentiva le sue labbra divorarlo sempre di più e il suo respiro sul viso farsi più pesante. Sentì la sua mano sollevargli l'orlo del maglione e sfiorargli la pelle dell'addome. Il Marchio Nero gli si palesò in mente come uno schiaffo. -Aspetta- disse allontanandola appena.
-Cosa?- chiese Anthea con il fiato corto per l'intensità di quei baci. Regulus chiuse gli occhi e prese un respiro, cercando di farsi venire in mente una scusa. -Ho esagerato...?- chiese lei piano e lui sorrise appena.
-No, non ancora almeno- le disse e lei si allontanò da lui, con lo sguardo colpevole. -Scusami- disse Regulus, sistemandosi i vestiti.
-No hai ragione, non dobbiamo essere una coppia e se lo facciamo poi saremo come una coppia- disse lei tranquilla e Regulus ringraziò il buio per non far palesare il rossore delle sue guance.
-Già...- disse piano. Anthea tornò ad appoggiarsi alla sua spalla e intrecciò la mano con quella di Regulus, dove il polsino sinistro del maglione era salito appena, ma non abbastanza per mostrare il marchio.
-Posso stare qui un po'?- chiese lei accoccolandosi meglio su di lui.
-Quanto vuoi- le disse piano, osservando le loro mani con una stretta allo stomaco.

Quando Willow entrò in dormitorio quel venerdì sera fece appena in tempo a vedere Elektra uscire nel suo vestito verde bosco e, ovviamente, non si guardarono neppure. Arrivò nella stanza delle necessità molto dopo le nove, di proposito, in modo da non dover subire l'imbarazzo di inizio festa dove nessuno balla e tutti si guardano. La festa era già iniziata e in centro alla pista, sotto le luci colorate, c'era Remus che teneva un braccio attorno alle spalle di Elektra, mentre entrambi ridevano contro James e Sirius. Erano felici, era chiaro che lo fossero, non avevano bisogno di lei. Andò al bancone dei drink e in quel momento rimpianse di non essersi portata dietro Austin, lui e Remus non si erano mai parlati e ovviamente non l'aveva invitato, ma in quel momento rimpianse di non averlo fatto entrare come un suo +1, la presenza di Austin, per quanto fuori posto, le avrebbe dato conforto. Si servì un bicchiere di Whisky e cominciò a trangugiarlo, sicura che con un po' di alcool la serata sarebbe passata più in fretta.
-Ciao- gli disse la voce ovattata di Peter, dietro di lei, anche lui con un bicchiere in mano. Con i tacchi Peter era più basso di lei e la camicia azzurra che aveva era un po' troppo stretta sulla pancia, dandogli un aspetto goffo.
-Ehi, come mai non sei a ballare?- gli chiese curiosa, visto che Sirius e James si stavano divertendo con Remus e Elektra.
-Non sono molto bravo a ballare- ammise un po' imbarazzato. -E tu?- le chiese di rimando e Willow alzò le spalle.
-Sinceramente mi chiedo anche perché io sia venuta a questa festa- disse prendendo un'altra sorsata di Whisky e Peter sorrise appena.
-È quello che mi sono chiesto io per sette anni- disse facendo sorridere appena Willow, che si posò gli occhi su Elektra abbracciata a Remus.

-Te l'ho detto che sei bellissima questa sera?- chiese Remus guardandola di nuovo da capo a piedi e Elektra sorrise, buttando indietro i capelli lisci.
-Non è niente di che, è un vestito semplice- disse lei con semplicità.
-Bhe però hai uno spacco- le fece notare lui, puntando gli occhi sul fianco sinistro, dove dalla coscia si apriva un piccolo spacco.
-Sì infatti, Eve ti sei strappata il vestito- le fece notare il fratello e lei roteò gli occhi al cielo.
-James non devi origliare le nostre conversazioni! Vai a cercare Lily- gli disse la sorella mandandolo via, facendo ridere Remus.
-Comunque, mi piace questo vestito, fa molto "ragazza di Remus Lupin"- continuò lui con un che di fierezza e lei rise, appoggiandosi alla sua spalla con la guancia e bevendo un sorso del suo drink.
-Penso che lo prenderò come un complimento- gli disse e Remus le scoccò un bacio fra i capelli piastrati in risposta.
La festa procedette nel migliore dei modi, Elektra credette di essersi seduta solo per 10 minuti in tutta la serata e ora le facevano male le scarpe. Non si era resa conto di come il tempo potesse essere passato così velocemente e alle 2.30 la sala era quasi vuota e l'effetto dell'alcol cominciava a svanire, la musica si era abbassata e le luci continuavano a girare per la sala ignare che la festa fosse ormai finita. James, ubriaco, stava cercando di convincere Lily a salire sopra un tavolo per ballare, incoraggiato da Sirius e da Marlene e Mary, mentre su un divanetto nell'ombra Willow era seduta con un bicchiere in mano e lo sguardo perso nel vuoto. La raggiunse fino all'angolo della sala e si sedette accanto a lei, slacciandosi le scarpe che le facevano male.
-Te l'avevo detto a Natale che secondo me quelle scarpe erano micidiali- le disse Willow osservando i sandali dorati con il tacco a spillo sottile dell'amica.
-Lo so, ma erano troppo belli- disse togliendosi e osservandosi il piede dolente. -Ho le vesciche- disse sbuffando e Willow sorrise appena.
-Se ci metti l'unguento domani saranno sparite- le disse e Elektra annuì, appoggiandosi con la schiena contro il divano.
-Quella gonna l'hai presa in Francia, vero?- le chiese guardando la gonna in pelle della ragazza.
-Sì, anche il top- disse facendo cenno al top con le maniche lunghe semitrasparente che lasciava un lembo di pancia fuori. -Eve, senti...- disse Willow passandosi una mano tra i capelli mossi. -Mi dispiace. Mi dispiace davvero so che non avrei dovuto dire tutto a James e Remus in quel modo... ero ferita e arrabbiata e... e quando lo sono le mie parole riescono ad uccidere e lo rimpiango, ti giuro che me ne pento davvero tanto... quindi scusa se ti ho messa nei casini- disse in un sospiro, senza staccare gli occhi dal bicchiere di Ogden che aveva in mano. Elektra annuì piano, assimilando le parole.
-Avrei dovuto dirtelo prima, so che mi sarei potuta fidare di te, dispiace anche a me- le disse e Willow annuì.
-Oh e... so che pensi che stia con Austin solo per ripicca, ma non è così, mi piace davvero- disse e Elektra annuì.
-Non mi da fastidio che tu stia con lui, se ti piace davvero- le disse e Willow annuì, girandosi per guardarla.
-Scusami- le disse con l'espressione seria e Elektra si sporse per abbracciarla.
-Scusami anche tu- disse stringendola.
-Ora che abbiamo fatto pace posso tornare a fare colazione con voi? Non sopporto le chiacchiere di politica dei Corvonero di prima mattina- disse facendola ridere e Elektra si separò da lei.
-Vorrei dirti che ti aspetto domani a colazione, ma so che dormirai- disse lei facendola ridere.

1978Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora