Mi hai maledetto

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Quel pomeriggio di inizio maggio il cielo era limpido e il sole regalava un piacevole tepore primaverile, i malandrini erano andati a "studiare" distesi sull'erba vicino al lago, ma Remus era rimato in sala comune con Elektra che gli teneva compagnia leggendo un libro di narrativa francese. Il ragazzo posò il suo manuale di Incantesimi e si avvicinò a lei all'altro angolo del divano, con il palese intento di baciarla, ma Elektra lo allontanò con fare scherzoso usando il suo romanzo per difendersi.
-Questo è il tuo modo di, cito quanto hai detto prima a Sirius, "prepararti seriamente per i MAGO"?- gli chiese lei con tono falsamente accusatorio
-Questo è il mio modo di fare una pausa- rispose lui a tono, riavvicinandosi. Questa volta Elektra accettò il bacio, ma si staccò poco dopo, chiuse il libro e tornò a guardare Remus che aveva appoggiato il braccio dietro la sua schiena. Lo guardò senza dire niente per qualche secondo, mentre un sorriso le affiorava sulle labbra. -Come mai sorridi?- domandò lui curioso
-Pensavo- fece lei vaga, sempre sorridendo
-E a cosa pensavi, se mi è concesso saperlo?- continuò lui sempre più interessato
-A quanto tu mi faccia ridere delle volte- rispose lei enigmatica
-Ah sì non te l'hanno detto gli altri? Sono il più simpatico del gruppo, oltre che il più intelligente- disse mentre lei alzava gli occhi al cielo -Dai, dimmi, sono curioso- la incitò
-Sai dopo il compleanno di Wake? Ecco, mi sono messa a pensare a Noah- iniziò lei
-Ah ci risiamo- si lamentò lui, mettendosi più dritto e togliendo il braccio dallo schienale del divano -Ti ho già detto che mi dispiace per come ho reagito- disse un po' alterato, era evidente che quello non fosse fra i suoi argomenti preferiti
-Sì sì lo so, ma ho iniziato a pensare a come sarebbe stare con lui- disse lei con un sorriso un po' malandrino, ma la faccia di Remus era tutt'altro, un misto di rabbia e preoccupazione, ancora più confuso dallo sguardo divertito della ragazza, che sembrava lo stesse prendendo in giro senza però scherzare su ciò che stava dicendo
-Ah ottimo- disse sarcastico, non aggiunse altro perché già in altri momenti aveva reagito eccessivamente, ma la sua pazienza stava rapidamente salendo verso il limite
-Stavo pensando al perché fossi geloso e mi sono chiesta "Davvero pensa che potrei mettermi con qualcun altro?" e allora ho iniziato a pensare come sarebbe stare con qualcun altro- continuò a spiegare lei con leggerezza, mentre Remus ascoltava guardingo, non capiva davvero il senso di quello che stava succedendo -E mi viene da ridere perché non riesco davvero ad immaginare di stare con qualcun altro, cioè non riesco proprio a vedermici, non riesco neanche a immaginarlo, capisci? E non so perché mi faccia questo effetto...- disse sorridendo ancora di più -Ma sorrido perché consciamente e inconsciamente so che io devo stare con te, da quando ti ho conosciuto le cose sono cambiate e io sono quello che sono anche grazie a te. Ormai non è neanche più questione di scelta, io ti amo Remus ed è come se andasse tutto oltre la mia volontà e per fortuna che è una cosa che voglio, altrimenti sarebbe un casino, però- si bloccò notando il suo sguardo, ormai anche lui sorridente -Che c'è? Sto straparlando?- chiese lei un po' in imbarazzo per essersi lasciata trasportare dai sentimenti dei suoi pensieri
-Mi fai ridere anche tu- rispose lui
-Dai- disse lei dandogli una piccola spinta, ma lui le prese il braccio e l'attiro verso di sé e Elektra gli circondò il collo con le braccia, i loro volti erano ad un palmo di distanza -Quello che volevo dirti è che tu, signor Lupin, mi hai maledetto a stare con te finchè tu lo vorrai- disse sorridendo, posandogli un casto bacio sulle sue labbra -Ed io mi sento maledettamente fortunata- aggiunse sottovoce, perdendosi in quegli occhi nocciola che adorava, Remus allora si sporse di nuovo per baciarla, un bacio intenso che venne interrotto dalla solita voce fastidiosamente familiare
-Ah mi piace questo tuo "prepararti seriamente per i MAGO" Lunastorta- disse Sirius malizioso
-Lunastorta smettila subito di scambiare la tua saliva con quella della mia sorellina- seguì James con il solito fare innervosito da scene del genere
-Elegante James- disse ironica Elektra allontanandosi dal suo ragazzo che però non la smetteva più di sorridere.

Era venerdì pomeriggio e il parco di Hogwarts era affollato di studenti che si rilassavano al sole dopo una settimana di lezioni. Anthea se ne stava sui margini, con i libri sparsi accanto a sé immersa nella lettura di un libro.
-Posso?- chiese la voce di un ragazzo. Lei alzò appena gli occhi, trovandosi accanto Colbert Ward, il compagno di squadra di Austin.
-Sì- disse lei senza nessuna espressione, lasciando che si sedesse sull'erba a poca distanza da lei, ma con i libri che li separavano.
-A che anno sei?- le chiese senza guardarla e Anthea chiuse il libro, capendo che la sua lettura non sarebbe proseguita molto oltre.
-Al sesto- rispose atona. -E tu?- chiese rivolgendogli uno sguardo: Colbert aveva i capelli castani che gli ricadevano lisci sulla fronte, la camicia con l'ultimo bottone slacciato e la cravatta appena allentata, ma nel complesso risultava molto ordinato, mentre sedeva poggiando tutto il peso sulle braccia dietro alla schiena.
-Al settimo- disse abbassando lo sguardo e prendendo il suo libro di Trasfigurazione. -Non vedo l'ora di non vedere mai più la McGranitt- disse sfogliandolo e lei accennò un sorriso.
-Dai non è così male- disse lei guardandolo riposare il libro sull'erba.
-Aspetta il prossimo anno e vedi come odierai lei e le sue verifiche conclusive su tutto il programma- le disse e Anthea sorrise appena.
-Per ora le sue verifiche non sono state così male, almeno ci mette sempre quello che ha spiegato e non ci sono sorprese- disse e lui accennò un sorriso, incrociando i suoi occhi castani con quelli azzurri di lei.
-Vieni a fare una passeggiata?- le chiese e lei arricciò le labbra per un secondo, prima di distenderle in un sorriso.
-Okay- disse infilando i libri nella borsa e alzarsi in piedi con lui.

Regulus era sotto al porticato del cortile che guardava il parco seduto accanto a Justin e Ryan. Era un po' che guardava Anthea e quel tipo che le si era seduto accanto non gli piaceva affatto. Cosa voleva da lei? Lo conosceva? Da quella distanza non riusciva a capire se fosse una conversazione amichevole o meno, ma quando i due si alzarono insieme e presero a camminare l'uno vicino all'altra lui strinse le dita intorno alla mela che doveva ancora addentare. Gli sembrò di vedere Anthea ridere appena, prima che si allontanassero troppo per poter carpire altro.
-Reg!- lo chiamò Justin con tono infastidito e lui si girò a guardarlo. -Mi hai ascoltato almeno?- gli chiese secco e Regulus tornò a guardare il parco, dove la chioma bionda di Anthea ora si distingueva appena.
-No- rispose tranquillo dando un morso alla sua mela, sentendo Justin sbuffare.
-Vabbè, ormai è come se non ci fossi- disse infastidito.
-Ho molte cose per la testa, Justin- disse Regulus in tono di superiorità, lanciandogli un'occhiata glaciale.
-Stavo dicendo che sono riuscito a prendere degli alcolici dal mercato nero nel caso domenica doveste vincere- gli disse e Regulus chiuse gli occhi prendendo un sospiro: tra i Mangiamorte e Anthea si era quasi dimenticato che l'ultima partita era quel weekend.
-Bravo- disse semplicemente, strizzando gli occhi cercando di trovare Anthea tra gli studenti, sentendo un moto di gelosia farsi spazio nello stomaco. Era sicuro che fosse gelosia, non ne aveva dubbi, anche se non aveva nessuna ragione per esserlo: Anthea non gli apparteneva, in nessuno modo. Non erano più fidanzati e non si frequentavano neanche più, in più non aveva tempo da perdere per una ragazza, era fuori discussione, soprattutto ora che i Mangiamorte più vicini al Signore Oscuro cominciavano a fidarsi veramente di lui, dopo l'attacco al castello che era riuscito ad agevolare la sua reputazione era nettamente migliorata e la sua ambizione lo stava spingendo ad impegnarsi ancora di più nel suo ruolo di Mangiamorte.

1978Où les histoires vivent. Découvrez maintenant