Equilibrio

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Con Willow che mangiava di nuovo al tavolo dei Grifondoro la situazione tornò alla normalità, anche se non passava comunque molto tempo in sala comune per dedicare il giusto tempo ad Austin. Non era usuale vederla passare il pomeriggio in sala comune e ormai un po' tutti si erano abituati a non vederla più studiare lì, quindi quando quel martedì pomeriggio Elektra la vide sedersi davanti a lei nel tavolo della sala comune rimase piuttosto stupita. La guardò tirare fuori i libri senza che lei dicesse nulla, ma da come li stava battendo sul tavolo si capiva che qualcosa non andava. Elektra però non disse nulla, aspettando che desse un qualche segno di voler parlare, Willow però non alzò mai lo sguardo, aprendo subito il libro di teoria degli Incantesimi e tuffandocisi sopra. Elektra tornò a studiare Aritmanzia, senza dire niente, fino a quando la voce di Willow non la interruppe.
-Tu ti ritieni una persona equilibrata?- le chiese di punto in bianco e Elektra aggrottò le sopracciglia, stupita da quella domanda a brucia pelo.
-Beh... direi di sì in realtà... non lo so, perché me lo chiedi?- le chiese confusa.
-Perché io non lo sono- disse sbuffando, portandosi i capelli lontano dal viso. -E Austin ha ragione ma non voglio dirglielo- disse innervosita e Elektra fece un lieve sorriso divertito.
-Beh tu sei una persona molto più emotiva, più passionale- le disse dolcemente.
-Sì e ho bisogno di incazzarmi ogni tanto, non posso sempre prendere le cose razionalmente, cazzo- disse sbuffando.
-Non c'è niente di male ad arrabbiarsi ogni tanto- le disse tranquilla. Willow appoggiò il viso ad entrambe le mani e guardò il vuoto oltre alla finestra.
-Austin mi piace, su questo sono sicura, però non è... non lo so è come se qualcosa non funzionasse, come se mancasse qualcosa... e il suo essere così razionale mi manda fuori di testa, ogni volta che mi incazzo mi dice "non c'è nessun motivo per incazzarti con me" e... capisci quando sia snervante non potersi incazzare perché ha ragione? E la cosa mi fa ancora più incazzare- le spiegò e Elektra annuì.
-Lo capisco, soprattutto per te lo capisco- le disse gentilmente e lei annuì. -Ma lui è un tipo molto razionale e pacato, devi capire anche questo- le spiegò e Willow sbuffò.
-Lo so e in realtà mi piace la sua calma, a volte, ma così è troppo, ho bisogno di litigare ogni tanto- le disse facendola ridere appena.
-Beh tu e Sirius litigavate sempre, non era tanto giusto neanche così- le fece notare e lei annuì, abbassando lo sguardo.
-Lo so ma con Sirius era diverso...- disse con il tono di voce che scemava, prima di appoggiare la guancia sul palmo della mano e tornare a leggere il libro di Incantesimi, facendo capire che la conversazione era chiusa.
-Ah, volevo chiederti- disse Elektra ricordandosi improvvisamente che avrebbe dovuto parlare all'amica di tutt'altro e quella alzò lo sguardo incuriosita. -James vuole tornare a casa per Pasqua e vuole che stiamo tutti da noi, compresa tu- le disse e Willow fece un'espressione poco convinta.
-Pensavo rimaneste ad Hogwarts...- disse incerta, mancavano pochi giorni alla fine delle lezione e lei, quando ancora non parlava con Elektra, aveva promesso ai suoi che sarebbe stata con loro in Francia.
-Anche io ma James deve andare con Lily al matrimonio di sua sorella, poi vuole anche festeggiare il compleanno a casa, che è il giorno dopo Pasqua, e che stiamo tutti lì e bla bla bla- disse e Willow fece un'espressione di dolore.
-No, non posso perdermi il diciottesimo di James- disse lei dispiaciuta.
-Per quello ti sto invitando a casa nostra... hai altri impegni?- le chiese.
-Avevo promesso ai miei che sarei andata in Francia con loro e poi sarei tornata prima per passare un po' di giorni ad Hogwarts con Austin... ma non posso saltare il compleanno di Jam, non avevo calcolato che fosse il giorno dopo Pasqua- le disse ed Elektra annuì.
-Eh sì, è lunedì... ma se via in Francia non importa, tanto pensava di rifesteggiarlo anche qui- le disse, ma Willow non era convinta.
-Posso stare la prima settimana in Francia dai miei, prendere l'areo lunedì mattina e tornare in tempo per la serata- disse riflettendoci.
-E poi stare da noi- continuò Elektra.
-Sì, e poi stare da voi- disse con ovvietà. -Così posso fare shopping in Francia per la festa di Jam- disse allegra.
-No, anche io vorrei venire- disse Elektra con un'espressione triste.
- Sai cosa?- disse Willow con un guizzo negli occhi, come se le fosse appena venuta un'idea geniale
-Cosa?- chiese l'altra confusa
-Potresti venire anche tu in Francia, visto che la scorsa estate non siamo riuscite ad andarci insieme- propose entusiasta. Elektra rimase senza parole per un attimo -Ti va, no?- chiese lievemente più insicura, era vero che avevano fatto pace, ma magari tra loro c'era ancora un po' di polvere da togliere
-Ma certo che mi va! Sarebbe un sogno, finalmente avremo una nostra vacanza!- rispose l'amica eccitata dalla proposta
-Allora è deciso scriverò ai miei- disse annuendo, contenta del suo programma, dopo aver litigato con Elektra ed essersi allontanata dai malandrini aveva voglia di passare un po' di tempo con loro.
-Certo! È deciso scriverò ai miei- disse annuendo, contenta del suo programma, dopo aver litigato con Elektra ed essersi allontanata dai malandrini aveva voglia di passare un po' di tempo con loro.

 

Anthea era seduta su un tavolo della sala comune da ormai delle ore, a finire i compiti nella tranquillità serale che regalava quella stanza. Fuori pioveva appena e il ticchettio della pioggia rimbalzava sulle acque del lago, creando un debole rimbombo per tutta la sala. Alzò gli occhi dal libro di Trasfigurazione e notò Regulus seduto su uno dei divani con lo sguardo assorto, era solo e fissava il caminetto, dandole le spalle. Anthea si perse per qualche secondo a fissare la sua nuca e i suoi capelli ricci, fino a quando, per qualche coincidenza, Regulus si girò verso di lei. Abbassò subito lo sguardo, fingendo di non averlo notato e di essere troppo concentrata sul suo libro. Con la coda dell'occhio vide Regulus alzarsi dal divano e sedersi accanto a lei, nel tavolino vuoto.
-Ah... anche io devo ancora fare quel tema- disse scocciato guardando la pergamena mezza piena di Anthea.
-Sì è un po' pesante- disse lei fingendo di non averlo fissato fino a qualche secondo prima.
-Vai a casa per Pasqua?- le chiese girandosi sulla sedia per guardarla meglio.
-Sì, i miei vogliono che torni, tu?- gli chiese curiosa e lui fece una faccia schifata.
-Io? No figurati, non sono mai tornato a casa in sei anni che sono qui- disse con leggerezza e Anthea aggrottò un po' le sopracciglia: lo capiva, anche lei se avesse avuto dei genitori come quelli di Regulus sarebbe rimasta ad Hogwarts.
-Beh almeno avrai tempo per studiare e fare tutti i compiti- disse con leggerezza e Regulus fece un sorriso divertito.
-Certo, non farò altro che studiare per due settimane- disse ironico, giocherellando con la piuma di lei sopra al tavolo.
-Ti scriverò tutti i giorni per assicurarmene- disse lei con sguardo severo e Regulus sgranò gli occhi, ridendo appena.
-Non credo che tu sia una da scrivere tutti i giorni- disse osservandola interessato, con lo sguardo intenso degno dei Black, che fece distogliere quello di Anthea.
-Magari ogni due giorni, vedremo- disse con un debole sorriso, che lui ricambiò.
-Aspetterò le tue lettere allora- le disse appoggiando la sua piuma sul tavolo. -È tardi, dovresti smettere di studiare- continuò guardandola e Anthea alzò lo sguardo, tornando a puntarlo sugli occhi grigi di lui.
-Alla scorsa verifica la Potter ha preso più di me, non ho intenzione di lasciarmi superare- disse decisa e Regulus scosse la testa divertito.
-Se non dormi non riuscirai a dare il massimo domani a lezione- disse chiudendole il libro e cominciando a sistemarle le cose sul tavolo.
-Ti preoccupi per me?- chiese lei stupita, incrociando le braccia e lui alzò una spalla.
-Detta così suona male- disse facendola ridere, mentre Regulus le porgeva tutte le sue cose sistemate pronte per essere portate in dormitorio.
-Non ho sonno in realtà, andiamo a farci un giro?- gli chiese lei con semplicità e Regulus aggrottò la fronte.
-Un giro?- chiese confuso e lei annuì.
-Sì, un giro per il castello- disse semplicemente e lo sguardo di Regulus si fece sempre più confuso.
-Il coprifuoco è scattato un'ora fa...- disse incerto.
-Non fingere che tu non abbia mai rotto il coprifuoco- disse alzandosi decisa. Regulus la imitò, seguendola fuori dalla sala comune, lungo il corridoio buio.

1978Where stories live. Discover now