42. La scintilla verde

959 58 3
                                    

Intorno a loro i corpi senza vita dei soldati si stavano pian piano rialzando. Scomposti, coperti di sangue, con lesioni importanti sul viso, segni di proiettili su tutto il corpo. Il loro sguardo era completamente vuoto ed i loro occhi del tutto neri, solo una scintilla verde brillava in fondo ad essi, flebile.
La squadra indietreggiò osservando la scena surreale che si era creata intorno a loro, poggiando le schiene gli uni contro quelle degli altri. I soldati cominciarono a camminare verso di loro, lentamente, con le ossa rotte che facevano uno strano rumore, mente stringevano dei coltelli tra le mani.
"Qual è il piano, Tony..?" chiese Bucky stringendo il mitra tra le dita e puntandolo contro la miriade di soldati-zombie intorno a loro che si stavano avvicinando, come a scegliere il primo da colpire.
"Facciamoli fuori, di nuovo." disse Tony serio, preparandosi a combattere ancora.
La squadra era esausta, ma senza proferir parola riprese a lottare, raggruppando tutte le forze che erano rimaste loro in corpo.
Lampi viola e rossi coloravano la stanza mentre il rumore dei mitra che sparavano assordanti riempì l'aria. Il fumo era denso, tanto che si faticava quasi a vedere il nemico.
"A destra, Nat!" urlò Wanda, colpendo un soldato che la stava prendendo alla sprovvista mentre era intenta ad allontanarne un altro. La ragazza le sorrise appena per ringraziarla, riprendendo a lottare.
"Non muoiono! Non muoiono!" urlò Bucky mentre scaricò un'intera cartuccia contro ad un soldato che lo stava attaccando, riuscendo però a staccarlo solamente dandogli un forte pugno sotto al mento e un calcio sullo sterno, scaraventandolo qualche metro lontano da lui. Questo si rialzò, provando ad attaccarlo di nuovo.

Ogni colpo, ogni magia, ogni sparo, sembravano inutili.
"Loki li ha resi immortali." disse Wanda cercando di colpire di nuovo un gruppo che si stava rialzando in fondo alla sala.
Tony provò ad incenerirne qualcuno, ma questi in pochi istanti smettevano di bruciare, tornando ad attaccare la squadra col viso completamente sfigurato.
La squadra era ormai alle strette, circondata da un'orda di zombie che sembrava quasi moltiplicarsi. Si strinsero al centro della stanza, prendendosi le mani e cercando di pensare più in fretta possibile.
Niente. La mente sembrava completamente vuota. Priva della anche più minuscola idea. Zero. Nessuna idea. Nessun piano.
- Forza, Tony, sei un genio, trova una soluzione! - continuava a ripetersi l'uomo.
Le gambe dei ragazzi stavano diventando molli e il respiro di tutti si era accorciato parecchio. Alcune botte stavano iniziando a bruciare. Il sangue delle ferite era ormai diventato scuro sulla loro pelle.
Lydia strinse la mano a Bucky mentre una lacrima le scivolò sulla guancia.
"Non voglio morire..." sussurrò con la voce rotta. Per la prima volta da quando era uscita dalla base dell'HYDRA, aveva davvero paura, e questa volta nemmeno il ragazzo riusciva a tranquillizzarla.
A queste parole, Bucky le strinse dolcemente la mano e si mise davanti a lei cercando di proteggerla col proprio corpo.
- Non permetterò che ti succeda nulla. - pensò lui, stringendo i pugni e contraendo la mascella. Tuttavia anche lui, anche se non voleva darlo a vedere, era spaventato. 

Wanda prese la mano della sorella, guardandola con gli occhi stanchi e lucidi. Si erano ripromesse che avrebbero combattuto per Pietro. Fino alla fine. Senza alcun limite.
Le loro dita si strinsero le une nelle altre. Lydia fece di nuovo un passo in avanti, mettendosi ora tra Wanda e Bucky. Era un Avenger, adesso. Non aveva bisogno di protezione. Non doveva essere salvata. Non poteva avere paura. La gente si fidava di loro, erano coloro che avrebbero salvato il mondo, non poteva deluderli.

Gli uomini erano ormai a circa un metro da loro. Si strinsero ancora di più per guadagnare qualche centimetro di spazio.
"No." dissero le due sorelle sottovoce, contemporaneamente.
I loro occhi divennero neri e cominciarono a fluttuare a mezz'aria. Il gruppo le guardò dal basso, distraendosi dall'orda di uomini, ormai vicinissimi. Uno di questi alzò un braccio brandendo il coltello arrugginito e lo sferrò contro Nat. La ragazza cacciò un urlo e si chinò cercando di schivare il colpo.
Una forte folata di vento fece alzare la polvere e tutti furono costretti a chiudere gli occhi, coprendosi il viso con le mani. Le porte sbattevano forti e alcuni vetri si ruppero. La squadra provò a riaprire gli occhi all'interno di quell'enorme uragano che si era creato improvvisamente. Nessuna briciola di polvere si stava alzando contro di loro, ma a pochi centimetri dal loro naso una sfera nera semi trasparente li divideva da quello che sembrava il pandemonio.
I soldati urlavano, digrignavano i denti, graffiavano il pavimento con le unghie. La pelle dei loro volti e delle loro mani si stava come sciogliendo, i loro vestiti sfaldando.
Pochi istanti dopo, non vi era più nulla. Solo polvere e macerie. Anche la bolla intorno a loro sparì.
Le due ragazze scesero lentamente. I loro volti erano stanchi e pallidi, rigati da quelle che sembravano lacrime nere, mentre il loro sguardo vuoto era fisso nel nulla. Quando si avvicinarono al pavimento, si lasciarono cadere a terra, respirando a fatica.
La squadra corse verso di loro.

LydiaWhere stories live. Discover now