27. Chiarire

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La mattina seguente Lydia aprì piano gli occhi, sentendo la testa pesante e tutto il corpo formicolante. Sospirò, ripensando alla sera precedente, coprendosi per alcuni istanti il viso con il cuscino.
Si alzò solo quando sentì nel corridoio alcune voci e passi che si dirigevano verso il piano inferiore, mettendosi un paio di pantaloncini corti ed una felpa, coprendosi il viso con il cappuccio ed uscendo dalla stanza. Camminò con i piedi scalzi fino alla cucina, sperando per tutto il tempo che nessuno la fermasse. Gli occhi dei presenti erano fissi su di lei, ma nessuno riuscì a proferir parola. Prese una ciotola dal cassetto e la riempì con alcune fragole, lamponi e mirtilli, dirigendosi poi verso la propria stanza, in silenzio.
"Hey principessa!" sentì una voce chiamarla, si voltò. Era Nat qualche gradino più sotto. Le sorrise appena e le fece un cenno con la mano, girandosi di nuovo e riprendendo a camminare. Non aveva voglia di parlare con nessuno, tantomeno ritoccare l'argomento.
Entrò in camera, chiudendosi la porta alle spalle e alzando lo sguardo, sobbalzando.
"Come siete entrati qui?" chiese guardando Visione e Wanda seduti sul suo letto.
"Dalla porta, come le persone." rispose Visione, indicando la porta dietro alla ragazza. Wanda scosse il viso alzando gli occhi, per poi alzarsi e camminare verso di lei.
"È tutto okay..?" chiese. Lydia scosse la testa e prese un mirtillo, cacciandoselo in bocca.
"Non mi importa, non voglio parlarne." disse facendo rotolare la frutta nella ciotola scegliendo un lampone e portandoselo tra le labbra.
"Dovreste chiarire.." continuò Visione, guardandola attentamente.
"Ancora con questa parola. Chiarire. Non c'è niente da chiarire. Lui era insieme ad un'altra ragazza e quindi ora che vada pure da lei." sbottò poggiando violentemente la ciotola sulla scrivania e mettendosi con la schiena contro la porta.
"Diglielo guardandolo negli occhi che è finita." disse Wanda, incrociando le braccia al petto.
Lydia alzò lo sguardo su di lei. Non era mai stata così severa nei suoi confronti.
"Lo farò." rispose, cercando di tenerle testa.
Wanda e Visione uscirono dalla stanza senza dire più nulla, lasciando di nuovo la ragazza da sola, la quale si buttò sul letto con la sua ciotola di frutta.

La giornata passò lenta e la ragazza non lasciò la sua stanza per tutto il tempo, rimanendo stesa sul letto a fissare il soffitto.
Qualcuno bussò alla porta. Era quasi mezzanotte e domani ci sarebbe stato un allenamento intensivo.
"Si?" disse controvoglia, rimanendo stesa sul letto, voltandosi solo quando la porta si richiuse.
"Sei tu." sbottò, vedendo Bucky fermo sulla porta con un piatto tra le mani.
"Ho visto che non sei scesa a cena, ti ho portato qualcosa.." disse lui, avvicinandosi piano al letto della ragazza.
"Non ho fame." rispose, scuotendo il viso e tornando a fissare il soffitto. Il ragazzo appoggiò il piatto sulla scrivania e si avvicinò a lei, sedendosi sul letto.
"Possiamo parlare..?" chiese lui, osservandola.
"Non ho niente da dirti se non che sei un cretino." sibilò la ragazza.
"Lo so.. - aggiunse Bucky, grattandosi nervosamente la nuca - Ma sono veramente dispiaciuto e vorrei poter mettere le cose a posto.."
Lei rimase in silenzio alcuni istanti, per poi alzarsi e guardare il ragazzo negli occhi. I loro visi erano uno di fronte all'altro.
"Io.. - iniziò lei, facendo quello che le aveva detto Wanda quella mattina. Sentì un groppo alla gola e gli occhi iniziarono a pizzicarle, rompendole la voce. - Io.. non posso fidarmi di te ancora. Mi hai ferita. Mi sono confidata con te. Ti ho raccontato quello che mi fa paura, quello che mi hanno fatto, e tu hai preferito quella. Perché mi hai toccata se non volevi qualcosa di serio? Perché mi hai toccata se poi hai deciso di andare a chiedere a quella chissà quali cose. Ti sei divertito e ora hai deciso che non ti andava più?" i suoi occhi erano ora pieni di rabbia, di delusione e di lacrime. Bucky si avvicinò a lei ed allungò una mano verso la sua guancia ma la ragazza si voltò dall'altro lato.
"Non ho chiesto niente a quella ragazza. So che ti ho ferita, so che sono un cretino e so che ho sbagliato a non mandarla via. È colpa mia. Ma, dannazione, tu mi piaci così tanto, Lydia. Mi stai facendo andare in pappa il cervello. Quando mi parlano di te mi viene in mente il tuo sorriso, i tuoi occhi, la tua voce. Quella ragazza non era nulla." rispose lui tutto d'un fiato.
"James.." sussurrò lei. Lui la guardò, stando in silenzio. Il viso della ragazza era serio ed ora lo stava guardando negli occhi, da lontano
"Ti prego, dimmi che non mi hai toccata perché ti annoiavi o perché volevi solo passare del tempo."
Lui scosse il viso e si avvicinò a lei, sfiorandole la mano che teneva sul materasso con la propria.
"Non lo farei mai. Ti ho promesso che saresti stata al sicuro."
Lei rimase in silenzio. Per la prima volta non se la sentiva di rispondere.
Si alzò dal letto e si avvicinò al piatto, prendendo una crocchetta di pollo tra le dita e rigirandola, mordendone poi un pezzo. Il ragazzo fece comparire un sorriso sulle labbra, rimanendo seduto sul letto a guardarla.
"Domani c'è l'allenamento, dobbiamo riposare." disse lei facendo cadere la crocchetta nel piatto, strofinandosi la mano contro l'altra per togliere le briciole. Si avvicinò allo specchio e si legò i capelli in una coda morbida e alta, guardando poi il ragazzo ancora seduto sul letto.
"Vuoi che rimanga?" chiese lui.
Lei rimase immobile per alcuni istanti, poi scosse il viso.
"Ho bisogno di stare da sola." rispose, dando le spalle al ragazzo e sfilandosi la maglia per poter indossare quella con cui dormiva.
Bucky deglutì ed abbassò lo sguardo, alzandosi quindi dal letto e dirigendosi verso la porta.
"Sai dove trovarmi, se dovessi cambiare idea."
"Buonanotte." rispose lei, ignorando le sue parole.
"Buonanotte bambolina." disse lui, uscendo dalla stanza.
Fece un profondo sospiro e si mise nel letto, tornando a fissare il soffitto.

LydiaWhere stories live. Discover now