34. Baratro

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Le due sorelle passarono i primi giorni di lutto stese sul letto, stringendosi e cercando di non pensare al fratello, ma inevitabilmente non appena una delle due ricominciava a piangere, anche l'altra si lasciava ricadere in un baratro di tristezza. Le poche volte in cui riuscirono a parlare, furono per ricordarlo o per promettersi che si sarebbero fatte forza l'una per l'altra e che avrebbero combattuto e onorato il nome del fratello fino alla fine, con qualsiasi mezzo e senza alcun limite.
Nei giorni successivi, iniziarono invece ad alzarsi, guardarsi allo specchio, provare alcuni incantesimi e meditare insieme. Si sedevano a terra, le luci spente, una di fronte all'altra con le gambe incrociate e le mani le une nelle altre. Entrarono in una tale sintonia che dopo qualche istante, iniziarono a muovere gli oggetti intorno a loro, percepire i pensieri delle persone distanti e, per qualche secondo, entrambe giurarono di aver visto Pietro seduto insieme a loro, che sorrideva.
Nat portava loro qualcosa da mangiare ad ogni pasto e si fermava a scambiare due parole, regalando loro sorrisi e ripetendo che le avrebbe aspettate al piano di sotto quando si sarebbero sentite pronte. Le due ragazze, solo dopo alcuni giorni, le offrirono un abbraccio che lei accettò immediatamente, nonostante non fosse il tipo da abbracci.
Buck e Visione, dal canto loro, passavano a salutarle spesso durante la giornata per controllare come stessero, facendo loro compagnia mentre mangiavano e, a turno, facevano la guardia la notte davanti alla loro stanza, nel caso avessero avuto bisogno di aiuto.

Dopo diversi giorni, le due sorelle scesero in sala.
Non appena la pianta dei piedi nudi fece rumore contro al pavimento vetrato, tutta la squadra riunita in salotto si voltò verso di loro. Nat fece un grande sorriso e si alzò, mentre il resto del gruppo rimase immobile a guardarle con un'espressione di solidarietà e orgoglio. Le due ragazze abbracciarono Nat, che le portò sul divano dove venne fatto un po' di spazio per poterle far sedere.
"Ragazze..." sussurrò Tony con un'espressione triste. Le ragazze non dissero nulla, strinsero semplicemente la labbra tra di loro ed abbassarono lo sguardo. In pochi istanti la squadra si raggruppò stringendole in un caldo abbraccio. Dopo giorni di lacrime e vuoto, accennarono ad un sorriso.
"Non è colpa vostra." disse Lydia con la voce rotta.
"Siamo pronte a combattere, per lui." continuò Wanda, stringendo la mano della sorella.
La squadra sorrise e le strinse più forte.
"Siamo orgogliosi di voi. Di come state affrontando questa situazione. Pietro è stato un grande amico, un fantastico collega, un dolce fratello e soprattutto un Avenger degno di nota. - disse Steve, stringendo la mano libera di Wanda. - E sarebbe così orgoglioso di dove siete ora. Di chi siete ora. Due meravigliose eroine che non si sono fatte sovrastare da nulla. Neanche dalla perdita di un pezzo del loro cuore." continuò, con gli occhi visibilmente lucidi. Thor abbassò lo sguardo mentre Nat e Scott si asciugarono una lacrima che stava rigando il loro viso.
Wanda poggiò la guancia sulla spalla del ragazzo, in segno di ringraziamento.

Tony si alzò dal divano, toccando la spalla di Lydia e facendole cenno di allontanarsi con lui. La ragazza guardò la sorella, che le lasciò piano la mano sorridendole appena, quindi seguì l'uomo nella stanza accanto. I due si sedettero al tavolo e Tony le porse un bicchiere d'acqua che lei fece dondolare tra le dita.
"Mi dispiace.. - iniziò l'uomo. Lei scosse il viso mantenendo lo sguardo sul bicchiere. - Mi dispiace non averti convocata.." continuò lui. La ragazza strinse le labbra, lasciandosi poi scappare un sospiro.
"Non ho potuto nemmeno salutarlo.." sussurrò lei, mentre una lacrima le rigava il viso. Tony rimase in silenzio.
"Lo so.." rispose lui a mezza voce.
"Ha sofferto tanto?" chiese la ragazza alzando lo sguardo verso il viso dell'uomo. Lui scosse il viso veloce, portando un braccio sul tavolo e sporgendosi verso la ragazza.
"Siete due ragazze forti, ed ora dovete pensare a voi, al vostro futuro. Pietro rimarrà sempre nei vostri cuori. Ma non dovete vivere in funzione di chi non c'è più." disse l'uomo in maniera quasi robotica, come se non avesse sentimenti. Lo stomaco di Lydia sembrò capovolgersi e il suo cuore sprofondare. Ma aveva ragione. Fece un sospiro.
"Grazie signor Stark." disse lei, alzandosi piano dalla sedia e dirigendosi verso la porta.
"Lydia.. - disse lui fermandola, lei si voltò - Per qualsiasi cosa tu e Wanda abbiate bisogno, contate su di noi. - continuò lui, alzando un angolo delle labbra. - E chiamami pure Tony."

"Stanno praticando la magia complementare." disse Stephen, seduto alle spalle di Tony. Questo sobbalzò e si girò a guardarlo.
"Dio mio Strange, mi farai venire un colpo. - disse Tony - Come lo sai?" chiese poi.
"L'ho percepito." rispose lui, aprendo gli occhi verso l'amico.
"Ti prego spiegati, non parlare a monosillabi!" disse Tony stringendo i denti.
"Stanno allenando la loro complementarietà. Stanno diventando sempre più forti insieme, ma quello che non sanno è che se una di loro cede, saranno entrambe nei guai. E se dovessero diventare troppo forti, beh, tutta l'umanità sarà nei guai." spiegò Strange. Tony deglutì e cercò di pensare ad una soluzione, ma non gli venne in mente nulla. Si sedette di nuovo sulla sedia ed i due cominciarono a valutare scenari futuri possibili.

LydiaWhere stories live. Discover now