4. Io sono... cosa?

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Tony riprese a parlare non appena vide i muscoli della ragazza rilassarsi appena.
"Credo che tu sappia quello che puoi fare, intendo con i tuoi.. poteri. Alcuni di noi, ossia coloro che sono qui al momento, conoscono il tuo passato, quello che sei in grado di fare e quello che potresti potenzialmente fare." spiegò, mantenendo le dita intrecciate tra di loro e sporgendosi leggermente in avanti. Il volto della ragazza era ancora più confuso.
"Vedi, Lydia, noi siamo gli Avengers, un gruppo di persone.. speciali, che hanno come obiettivo principale quello di mantenere l'ordine e proteggere le persone normali da possibili minacce che loro non potrebbero in alcun modo contrastare." si intromise Steve, cercando lo sguardo della ragazza ancora fisso sulle punte lucide delle scarpe di Tony.
"E tu sei speciale come noi!" esclamò Bruce, con un enorme sorriso sul volto, che lasciò affievolire una volta sentiti tutti gli occhi della stanza su di lui. "Intendevo dire, che anche tu potresti essere una di noi, dopo controlli, test ed allenamenti."

Tony estrasse un fascicolo nero con una scritta rossa sul fronte, aprendolo e sfogliando i fogli giallastri al suo interno.
"Telecinesi, lettura e controllo della mente, alterazione della realtà.."
Un brivido freddo attraversò la schiena della ragazza. Le sembrava di sentire il medico mentre, come ogni settimana, controllava che non avesse sviluppato nuovi poteri. Gli occhi le si tinsero di un flebile viola. Solo Strange se ne accorse e cacciò un colpo di tosse.
"È tutto okay? Hai qualche domanda per noi?" chiese, cercando di distrarla.
Gli occhi tornarono azzurri, freddi e stanchi mentre scosse la testa un paio di volte.
"Ci sarà tempo" aggiunse Steve.

I quattro uomini lasciarono la stanza dopo averle offerto del cibo e dell'acqua fresca, dicendole che sarebbero tornati presto.
"Siete sicuri sia così speciale?" chiese Steve una volta usciti dalla stanza.
"Lo è, eccome." risposte Strange guardando la ragazza dalla porta socchiusa. "Datele tempo.".
La ragazza accennò ad un sorriso, il super udito non era poi così male a volte.
Si stiracchiò e si alzò dal divano. Lo stomaco cominciò a fare rumore per la fame, quindi si avvicinò al tavolino, prendendo una mela dal cesto di frutta ed addentandola mentre cominciò a camminare per la stanza curiosando in giro. I piedi nudi lasciavano delle piccole impronte di condensa sotto di loro ad ogni passo, faceva estremamente caldo in quel posto e lei non era abituata. Un altro morso alla mela. Arrivò davanti ad una vetrata, dove riuscì a vedere il suo riflesso: indossava una casacca grigia e malandata che le copriva a malapena le cosce e con le maniche che le arrivavano fino al gomito, larghe e rigide, i piedi scalzi, i capelli rovinati e ispidi, lividi su tutte le parti che si potessero vedere, gli occhi erano gonfi e rossi, circondati da un alone bluastro. 

"Lydia!" una voce femminile la sorprese alle spalle.
La ragazza si girò e davanti a lei due ragazze alte e bellissime, una con lunghi capelli ramati, una pelle di ceramica e uno sguardo dolcissimo, l'altra con i capelli alle spalle, biondi, uno sguardo gentile ed un ampio sorriso sul volto. Ma non erano tranquille, lo poteva percepire.
"Io sono Wanda e lei è Nat, è un piacere conoscerti e soprattutto avere con noi una ragazza bella come te, saremo un trio fantastico!" affermò un po' emozionata la ragazza a destra. Stava cercando in tutti i modi di farla sentire a proprio agio, dimostrandosi amichevole.
"E credo che tu abbia proprio bisogno di un pomeriggio tra di noi, andiamo a cercare qualche vestito e a sistemarci i capelli, che ne dici, ti va?" aggiunse l'altra ragazza, indicando la porta con un cenno del capo.
Lydia era confusa, non sapeva di cosa stessero parlando, ma si avvicinò lentamente a loro cercando di abbozzare ad un sorriso, poi annuì.

Le prestarono un paio di jeans larghi a vita alta ed una maglia corta che batteva appena sopra alla cintura dei pantaloni, legandole i capelli disordinati in uno chignon.
"Perfetto, possiamo andare." affermò Wanda, porgendo un braccio alla ragazza, la quale lo incrociò con il proprio e le sorrise appena, dirigendosi con Nat fuori dall'edificio.
Il pomeriggio fu parecchio impegnativo per le ragazze, ancora di più per Lydia, la quale non aveva mai avuto modo di passeggiare per un corso così gremito di gente. Sentiva gli occhi delle persone che le passavano accanto puntati addosso, ma si sentiva anche protetta ad avere Nat e Wanda una da un lato ed una dall'altro. In fondo, era la prima volta che vedeva non solo la luce naturale del sole, ma anche che vedeva così tante persone tutte insieme che non fossero medici, soldati o detenuti. Non proferì parola, accennava solo sì e no con il capo, ma stava anche iniziando a ridere alle battute delle due ragazze.
"E quindi ora sei ufficialmente un Avenger anche tu?" chiese Nat, porgendole un top grigio a costine.
"Io sono.. cosa?" sussurrò Lydia, guardando la ragazza confusa.

LydiaWhere stories live. Discover now