1. Le origini

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La guerra a Sokovjia stava diventando sempre più cruenta, quando Natalya e Django Maximoff aspettavano la loro terza figlia, Lydia.
Quasi giunti al termine della gravidanza della giovane donna, però, le condizioni economiche della famiglia iniziarono a peggiorare ed i due genitori furono costretti a prendere una decisione tanto importante quanto straziante: dare in adozione la piccola figlia, almeno fino a che la loro situazione non fosse migliorata.

Un pomeriggio, del tutto inaspettatamente, si presentò alla loro porta una coppia di uomini in giacca e cravatta, con uno strano simbolo rosso cucito sul petto.
"Prenderemo noi la vostra bambina. Avrete in cambio protezione e denaro." 
Nemmeno un saluto, una spiegazione, come sapevano che stavano cercando qualcuno a cui lasciare la futura neonata?
Pietro stava nascosto dietro alle gambe magre della madre ed ascoltava in silenzio quello che gli adulti si dicevano, origliando fino a che non notò uno dei due uomini guardarlo attraverso un paio di occhiali da sole scurissimi; spaventato, corse dalla sorella, rimasta seduta sul divano davanti alla sua sitcom preferita trasmessa in televisione.
"Wanda, sono venuti per prendere Lydia.."
Sussurrò il bambino estremamente agitato, indicando con una mano i due uomini sulla soglia che stavano ancora parlando con i genitori.
"Non può essere, mamma e papà non lasceranno che la portino via così!"
Affermò la piccola Wanda, cercando di rimanere calma agli occhi del fratello, nonostante fosse visibilmente scossa.
Gli uomini, ora, stavano entrando in casa della famiglia. I due bambini si strinsero mentre seguirono con lo sguardo tutta la scena nascosti dietro allo schienale del divano.
Estrassero delle carte bianche da una valigetta di pelle nera, le posizionarono sul tavolo e porsero una penna alla donna straziata in volto.
"Quando se la sente."
Affermò l'uomo con la barba, con una voce così ferma che sembrava appartenere ad un automa.
Natalya annuì trattenendo ulteriori lacrime, si voltò a guardare Wanda e Pietro seduti sul divano e abbozzò un sorriso tra le lacrime che avevano rigato il suo viso fino a quel momento, poi un "Все в порядке (va tutto bene)" sussurrato appena. I bambini si nascosero dietro ai cuscini, ma nel silenzio gelido che si era creato nella stanza riuscirono a sentire perfettamente la punta della penna a sfera che stava scorrendo sopra al foglio, subito dopo un singhiozzo, seguito da un altro rumore di penna a sfera che scorre, questa volta inciampando in un solco del legno del vecchio tavolo. Un pianto vero e proprio. Poche parole in russo. Passi. La porta si chiuse. Silenzio, rotto solo da singhiozzi e respiri profondi.
"Mamma..?"
Sussurrò piano la bambina con gli occhi arrossati, osservando la madre seduta su una sedia con le mani che stringevano delicatamente il proprio ventre, come a chiedere perdono a quella piccola creatura che se ne sarebbe andata a breve.
La donna scosse la testa, si avvicinò ai due bambini e sfiorò la loro fronte con le labbra.
"Va tutto bene."

I giorni passarono e in casa si era insinuato un silenzio sempre più pesante, un silenzio che si protrasse fino al giorno del parto. I bambini videro la loro mamma uscire dalla porta e la salutarono con una mano, seduti al tavolo in legno della cucina con la speranza di vederla tornare con la piccola sorellina tra le braccia che avevano tanto desiderato e aspettato.
"Tenete, ragazzi.. prendete questo"
Il padre dei due bambini era in piedi dietro di loro e stava porgendo due pillole bianche e lucide.
"No! Che cosa sono?"
Sbottò immediatamente Pietro, aggiungendo una smorfia.
"È per sentirvi più sereni. Mentre io e mamma saremo fuori casa, penserà zia Tanya a voi.. ora per favore bambini, prendetele.."
Il padre aveva un volto stanco e rassegnato. I bambini si guardarono per qualche istante confusi, poi presero le pastiglie e salutarono il padre, diretto in ospedale.
Meno di mezz'ora più tardi, i due bambini riappoggiarono le penne che stavano usando sulla superficie del tavolo.
"Mi sento un po' stanca.."
Sussurrò Wanda al fratello, il quale aveva un'aria non molto più attiva, con la testa ciondolante che cercava di tenere su con la mano.
"Bambini, venite qui a riposarvi, sono stati giorni difficili..".
La sorella di Natalya era una giovane donna molto bella e dolce, aveva un bellissimo rapporto con i gemelli, i quali corsero subito sul divano con lei, addormentandosi lentamente.

Era sera ormai, la porta si aprì di colpo e i due gemelli si risvegliarono lentamente.
"Mamma..? Papà..?"
Chiese Pietro con la voce impastata mentre apriva piano gli occhi.
"Siamo a casa, com'è andata la giornata?"
Il padre sembrava esausto, ma aveva un sorriso tirato sulle labbra.
"Siamo.. stanchi. Dove siete stati? È tardi.."
Domandò di nuovo il bambino mentre si sedeva sul divano.
"Mamma e io siamo andati ad aiutare i rifugiati.. era il nostro turno."
I due genitori si sedettero accanto ai due bambini e si abbracciarono.
"Wanda, che cosa vogliamo vedere stasera?"
Chiese la mamma con la voce ancora fioca.
La bambina si alzò e corse a prendere una videocassetta, inserendola veloce nel registratore.
"Ancora?! - sbuffò Pietro - Lo abbiamo visto la scorsa settimana!"
"Su, domani toccherà a te! Oggi tocca a Wanda.."
Mentre il programma stava iniziando, una lacrima scese lenta e silenziosa sulla guancia di Natalya.

LydiaWhere stories live. Discover now