19. Dove mi porti?

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"Com'è andata?" chiese Bucky seduto sul divano, voltandosi verso i tre ragazzi che stavano entrando nella stanza.
"Tutto bene, ma Lydia non sa correre." rise Pietro, andando a sedersi sulla poltrona accanto a Nat, rubando un chicco d'uva dal centrotavola con la frutta.
La ragazza fece una piccola corsa, buttandosi poi sul divano accanto a Bucky che le cinse la vita con un braccio.
"Io questo lo chiamo correre e credo sia sufficiente" disse lei, rimanendo sulle ginocchia per alcuni istanti, guardandosi intono. Stavano tutti guardando una partita di football alla tv, ma non era proprio lo sport preferito della biondina, così si voltò verso Bucky, chinandosi appena in avanti e sussurrando piano al suo orecchio.
"Ti va di andare a fare un giro? Ci sono un sacco di cose che non ho ancora visto qui.."
Il ragazzo annuì velocemente e si alzò in piedi, salutando con un cenno del capo e dirigendosi insieme a lei verso la porta.
"Devo vestirmi prima, non posso uscire così!" disse lei ridendo, prendendolo quindi per un braccio e trascinandolo verso la propria camera, entrando.
Il ragazzo si accomodò sul letto mentre lei iniziò a rovistare nell'armadio, trovando infine un completino coordinato composto da un paio di pantaloncini corti e morbidi ed un top arricciato, entrambi neri con dei piccoli fiorellini bianchi come fantasia. Ai piedi mise un paio di stivaletti neri, legandosi infine i capelli in una mezza coda disordinata.
"Pronta?" chiese il ragazzo con lo sguardo fisso su di lei. Annuì e si diressero verso l'esterno dell'edificio. Il sole era caldo e batteva sulla pelle pallida della ragazza, scaldandola.

"Dove mi porti?" chiese lei, prendendo distrattamente la mano del soldato che la strinse appena.
"Hai mai visto un museo?" le domandò, continuando a camminare. Lei scosse la testa.
Dopo qualche minuto di camminata, raggiunsero il MET, procedendo all'ingresso.
C'erano tantissime sale da vedere, Lydia non aveva mai visto dei quadri e il ragazzo cercò di spiegarle quello di cui era a conoscenza, anche se dovette inventarsi la maggior parte delle cose.
Arrivarono dunque nella Sala Canova. Lydia si fermò sulla porta, rimanendo affascinata da quello che c'era di fronte a lei. Si avvicinò piano alla Venere Italica, allungando una mano verso il viso della statua. Bucky la fermò immediatamente, prendendole il polso e allontanandolo dall'opera d'arte.
"Non si toccano le statue!" rise lui, guardando la ragazza che non riusciva a togliere gli occhi dalla scultura marmorea.
"Il suo viso è così bello, che le è successo? - chiese voltandosi dispiaciuta verso Bucky, il quale rimase un attimo di stucco senza riuscire a capire che cosa intendesse dire - Perché l'hanno intrappolata qui?" continuò lei. Il ragazzo si lasciò scappare una risata e scosse il capo.
"Non sono persone vere, ma persone molto brave hanno riprodotto una persona in un pezzo di marmo.." le spiegò mentre si addentrarono nella stanza successiva.
Un quadro in particolare colse la loro attenzione, così si avvicinarono per vederlo meglio. Rimasero in silenzio per alcuni istanti, poi Lydia appoggiò il viso alla spalla del ragazzo, che la strinse a se.
"Buck, è davvero bellissimo.." disse lei con un filo di voce. Lui si girò a guardarla, avvicinando il viso al suo e portando una mano dietro alla sua nuca. Le punte dei loro nasi si stavano ormai sfiorando e potevano sentire uno il respiro dell'altro sulle proprie labbra. Lydia portò le mani sul petto del ragazzo, facendole poi lentamente scivolare sulle sue guance e mettendosi in punta di piedi, poggiando le labbra sulle sue. Bucky la strinse con l'altro braccio attorno alla sua schiena, muovendo lentamente le labbra insieme a quelle di lei, lasciandosi sfuggire un sorriso.
I due si staccarono e si guardarono negli occhi per alcuni istanti, arrossendo appena.
"Forse sarebbe meglio tornare a casa, è quasi ora di cena.." propose lui, accarezzandole lo zigomo con il pollice. Lei annuì e gli prese la mano, camminando verso l'uscita.

Al ritorno decisero di prendere la strada che passava in mezzo al parco perché meno trafficata, ma in poco tempo il sole iniziò a calare.
"Buck..? - disse lei, stringendosi al ragazzo e girandosi di colpo - c'è qualcuno..." sussurrò indicando una serie di cespugli non molto lontani da loro.
"Andiamo.." rispose lui, aumentando il passo.
Improvvisamente, una mano prese il polso della ragazza, la quale cacciò un urlo, strattonandola e facendola staccare da Bucky. Questo si girò improvvisamente e alle loro spalle tre uomini grandi e grossi con in mano fucili e coltelli stavano in piedi ritti, mentre uno di questi teneva la ragazza per le braccia con una mano sulla sua bocca per evitare che urlasse di nuovo.
"Lasciatela andare, lo dico per il vostro bene." sbottò Bucky, portando una mano sulla propria cintura ed estraendo un pugnale.
"Dacci i soldi e la ragazza e non avrai bisogno di usare quel coltellino." rispose l'uomo al centro.
"Non ci fai di certo paura tu." aggiunse un altro uomo.
"Oh, ma non dovete temere me.. - disse Buck, alzando le spalle e facendo un mezzo sorriso, mentre i tre uomini aggrottarono la fronte confusi. Gli occhi di Lydia iniziarono a diventare violacei, Bucky alzò un angolo delle labbra e fece un cenno col capo, aggiungendo - Ma dovreste temere lei."
Non appena finì la frase, una scarica violacea scaraventò l'uomo che teneva le mani della ragazza contro un masso, mettendolo fuori gioco. I due rimanenti si guardarono e si voltarono quindi verso la ragazza iniziando ad indietreggiare, poi si fermarono.
"Non siete gli unici mutanti, qui." annunciò uno di loro, mentre i suoi occhi divennero sottili come quelli di un serpente e la sua pelle squamosa. Lydia rabbrividì e andò accanto a Buck.
"Tu occupati del rettile, io penso all'amico" disse il ragazzo estraendo un altro coltello e correndo verso il secondo uomo, cominciando a combattere.
Lydia lanciò diverse scariche contro il mutante, il quale però ne schivò la maggior parte, venendo ferito solamente ad un braccio. Decise così di passare alle maniere forti, si fermò e incanalò tutta l'energia possibile, aspettando che il rettile si avvicinasse abbastanza a lei perché potesse saltare sulle sue spalle, cingendo le gambe attorno al suo collo e poggiando le mani sul suo capo. Una luce viola ne riempì il cranio, mentre i suoi occhi assunsero il medesimo colore. Lei sussurrò:
"Sarebbe molto gentile se tu ora andassi a far fuori il tuo amico e te ne andassi per sempre."
Il rettile si fermò improvvisamente, correndo verso Bucky e l'altro uomo che stavano ancora lottando e attaccando l'amico, poi scappò via.
"Buck! - urlò lei, vedendo il ragazzo che si stava alzando a fatica e correndo ad aiutarlo - è tutto okay?" chiese, spostandogli i capelli dal viso e notando il labbro ed il sopracciglio sanguinanti.
Lui annuì, guardandosi intorno e tornando poi a guardare la biondina.
"Come hai fatto?" chiese lui. Lei sorrise e passò delicatamente la mano sulle sue ferite che smisero subito di sanguinare.
"Torniamo a casa, forza" sussurrò lei prendendo di nuovo la mano del ragazzo ed incamminandosi veloce verso casa.

LydiaUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum