In questo capitolo, al posto delle due cosette (perdonate l'ignoranza) che ho usato fino ad adesso per aprire i discorsi diretti, troverete le virgolette. Questo perché, semplicemente, il capitolo è stato scritto al computer, invece che sul cellulare (ovvero come faccio di solito).
Dopo questo avviso degno del nobel per i quattro righi più sgrammaticati della storia, vi lascio al capitolo.
Il piano successivo, nonché il più alto del castello - non sarebbe meglio iniziare fin da subito a chiamarlo "scuola"? Si, direi di si.
Ad ogni modo. A quanto pare non era accessibile quasi per nessuno; fatta eccezione per i nuovi arrivati (anche se si trattava di una sola occasione), della Preside e di un particolare discendente. Kevin lo aveva definito un "nuovo acquisto della scuola".
"Ricordate che vi avevo parlato di una divisione dei Discendenti? Tra Buoni e Cattivi."
Annuirono.
"Ricordatevi che non è corretto chiamarli "Eroi e Antagonisti". In questa scuola non esistono ruoli precisi, quella che stiamo vivendo si tratta solo di una divisione effettuata per comodità." proseguì Ciell.
"Esatto. E, a proposito di questo, si tratta anche di una divisione che si trova - ufficialmente - all'interno della scuola solo da pochi giorni. Questo perché è opera di un Discendente unitosi a noi solo recentemente. Ecco, la sua aula è quella dove siamo diretti. Ed è anche l'unica stanza presente su questo piano, oltre alla Presidenza." spiegò Kevin.
"Qui e adesso sarete smistati tra le due fazioni. Questo non significa che vi stiamo dividendo per sempre, ci sono molti gruppi di amicizia formati da Buoni e Cattivi all'interno della scuola."
Arrivarono davanti ad una porta chiusa e si fermarono. Prima che Kevin potesse poggiare la mano sulla maniglia, Shirley fece una domanda: "Secondo che criterio giudica, questo misterioso Discendente?"
"Beh, a partire dal fatto che l'unica cosa che è in grado di conoscere di una persona sono passato e futuro, vi giudicherà in base alle azione che avete compiuto o che compirete. Se troverà una sola sequenza della vostra esistenza che lui giudicherà come oscura, in tal caso il verdetto sarà la fazione dei Cattivi."
Una sola azione oscura...
Shirley, istintivamente, si voltò a guardare Ross.
Ma un altro pensiero le vorticava nella mente, in quell'istante. E mentre Kevin girava la maniglia ed apriva la porta si chiese se la descrizione di questo Discendente non le risultasse lontanamente familiare.
"Se a prima vista non vi sembrasse molto simpatico, non preoccupatevi. Non vi state immaginando niente." aggiunse Kevin ghignando, più che consapevole che, l'sopite della stanza della quale aveva appena spalancato la porta, fosse in grado di sentire le sue parole.
Il diretto interessato non rispose, ignorando la provocazione del figlio di Malefica.
La vista di Shirley si fece spazio all'interno della stanza, abituandosi presto alla penombra.
Notò subito il luccichio di un paio di lenti. Poi Steven pronunciò il nome della ragazza e Shirley non ebbe neanche bisogno di osservarlo meglio, per riconoscerlo. Era sicura che ci fosse qualcosa di lontanamente familiare nelle parole di Kevin e l'ultima frase, pronunciata da quest'ultimo, aveva sollevato ogni suo dubbio.
"Non sapevo tu fossi già diventato così popolare all'Academy of Stories. Quasi mi scordavo della tua esistenza. Devo dire che hai proprio fatto colpo sui tuoi compagni." lo salutò sarcastica, come al solito, la ragazza.
Steven, di nuovo, non rispose. Si rivolse a Kevin e "Lei è la prima?".
Shirley non avvertì nessuna risposta, sentì però il rumore della porta che si chiudeva alle sue spalle.
"Rassicurante." commentò.
Senza perdere altro tempo, il ragazzo le fece cenno di avvicinarsi. Shirley lo fece, seppur riluttante. "Che dovrei fare?" chiese.
"Proprio niente." rispose senza guardarla. In un attimo Steven poggiò due dita sulla fronte di Shirley, la quale, per lo spavento, si sbilanciò indietro. Si preparò all'impatto col suolo, ma non vi fu.
Prima di potersene rendere conto stava sprofondando nel vuoto.
Dopo pochi secondi finalmente atterrò. Quando si alzò era a scuola. La sua vera scuola. Quella che frequentava quando era ancora normale.
Era in palestra. Presto lo spazio che la circondava si riempì di adolescenti. Comparve un palco scenico, poi un microfono, le luci, una band e una cantante. Kendra.
Partì la canzone di una canzone che non conosceva e Kendra cominciò a cantare. Ricordava di aver vissuto un momento del genere: un festival di primavera della seconda superiore, se non si sbagliava.
Le luci della palestra si spensero e i riflettori puntarono tutti sulla sua amica. Una miriade di lucine colorate vagava per la stanza. Qualcuno al suo fianco chiamò il suo nome. Si voltò, e vi trovò un Dilan sorridente che agitava le mani in aria, mentre incoraggiava la loro amica.
Le venne da sorridere. Era stato davvero un momento meraviglioso della sua vita, quello. Com'era possibile che fosse svanito così in fretta? Tutto quello che amava...
Come.
La consapevolezza l'avvolse come nube densa. Si accorse che la melodia stava lentamente sfumando in un'altra più oscura e sinistra. Le parole e la voce di Kendra mutarono. Presto diventò una filastrocca lugubre. La palestra ora era vuota, sul palco era rimasta solo Kendra. Un'ombra scura copriva gli occhi della sua amica.
Tra le parole che pronunciò afferrò solo qualche verso: parlava di quattro Alice fasulle, corrispondenti ai segni delle carte da gioco. Quattro figure che, con l'intento di salvare qualcosa, a loro caro e agli altri sconosciuto, avevano fallito miseramente, ottenendo l'esatto l'opposto. Nominò l'Asso di Fiori, che si era lasciando divorare dall'invidia e dalla gelosia. Senza sapere perché, collegò quell'immagine ad Alice, la stessa Alice che aveva cercato di salvare un mondo di cui solo lei era a conoscenza, finendo per distruggerlo. Alice che, di una salvatrice, portava solo il nome. Seguì il nome di colui di cui non avrebbe mai voluto sentir parlare, la seconda Alice. Suonava così strano il nome dello Stregatto pronunciato dalla sua amica. Anche per lui nominò un segno: l'Asso di Cuori. Quasi le venne da ridere, ma ci ripensò quando Kendra disse che si era fatto sopraffare dall'affetto, perdendo quello della persona che avrebbe voluto salvare.
Quindi suo padre non fingeva, quando le ha detto che aveva fatto tutto quanto per amor suo?
Sfortunatamente, non ebbe tempo di darsi una risposta. Kendra non aveva certo finito. La filastrocca andava avanti. Questa volta più chiaramente:
"All'appello mancan solo i quadri e i picche.
Ma cosa dico?
All'appello mancan solo il rimorso e la paura.
E con questo, i fallimenti son cessati.
Rimane il successo,
quinto e ultimo tra tutti.
Cos'è che ci insegna la filastrocca?
Non c'è vittoria senza tentativo."
La musica si interruppe, la stanza divenne buia. Kendra sparì e istintivamente Shirley allungò una mano verso l'amica. Si sentì cadere nuovamente. Quando riprese conoscenza aveva ancora la sensazione del vuoto attorno a lei. Steven era in piedi e lei era sdraiata a terra.
"Ti sei fatta male?"
Shirley scosse la testa.
"Hai perso i sensi per qualche secondo. Niente di strano?"
A Shirley sembravano essere passati decine di minuti. "Ho visto Kendra. E Dilan. Eravamo-"
"Probabilmente hai picchiato la testa, quando sei caduta." la interruppe il Figlio del Brucaliffo "Ciò che ti ho fatto prevedeva solo che tu perdessi i sensi, per darmi la possibilità di leggere il tuo passato e il tuo futuro. Come era ovvio, non ho trovato niente di compromettente. Sei praticamente nata per stare tra i buoni." non le sorrise, a malapena la guardò.
Shirley decise che quel ragazzo non le sarebbe mai andato a genio.
Decise, comunque, di rimanere in silenzio. Adesso era il turno di Ross ed Harry.