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By -TRVCHEITE

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ยซTu, passante, ricorda, quando voltate le spalle te ne andrai, che, come noi, ombra e cenere tornerai.ยป Copyr... More

๐ƒ๐„๐’๐๐„๐‘๐€๐ƒ๐Ž - PREFACE
โ˜ฉ ๐€๐๐Ž๐‚๐€๐‹๐ˆ๐’๐’๐„ โ˜ฉ
โ˜ฉ Prologo โ˜ฉ
โ˜ฉ UNO โ˜ฉ
โ˜ฉ DUE โ˜ฉ
โ˜ฉ TRE โ˜ฉ
โ˜ฉ QUATTRO โ˜ฉ
โ˜ฉ CINQUE โ˜ฉ
โ˜ฉ SEI โ˜ฉ
โ˜ฉ SETTE โ˜ฉ
โ˜ฉ OTTO โ˜ฉ
โ˜ฉ NOVE โ˜ฉ
โ˜ฉ DIECI โ˜ฉ
โ˜ฉ UNDICI โ˜ฉ
โ˜ฉ DODICI โ˜ฉ
โ˜ฉ TREDICI โ˜ฉ
โ˜ฉ QUATTORDICI โ˜ฉ
โ˜ฉ QUINDICI โ˜ฉ
โ˜ฉ SEDICI โ˜ฉ
โ˜ฉ DICIASSETTE โ˜ฉ
โ˜ฉ DICIOTTO โ˜ฉ
โ˜ฉ DICIANNOVE โ˜ฉ
โ˜ฉ VENTI โ˜ฉ
โ˜ฉ VENTUNO โ˜ฉ
โ˜ฉ VENTIDUE โ˜ฉ
โ˜ฉ VENTITRร‰ โ˜ฉ
โ˜ฉ VENTIQUATTRO โ˜ฉ
โ˜ฉ VENTICINQUE โ˜ฉ
โ˜ฉ VENTISEI โ˜ฉ
โ˜ฉ VENTISETTE โ˜ฉ
โ˜ฉ VENTOTTO โ˜ฉ
โ˜ฉ VENTINOVE โ˜ฉ
โ˜ฉ TRENTUNO โ˜ฉ
โ˜ฉ TRENTADUE โ˜ฉ
โ˜ฉ TRENTATRร‰ โ˜ฉ
โ˜ฉ TRENTAQUATTRO โ˜ฉ
โ˜ฉ TRENTACINQUE โ˜ฉ
โ˜ฉ TRENTASEI โ˜ฉ
โ˜ฉ TRENTASETTE โ˜ฉ
โ˜ฉ TRENTOTTO โ˜ฉ
โ˜ฉ TRENTANOVE โ˜ฉ
โ˜ฉ QUARANTA โ˜ฉ
โ˜ฉ QUARANTUNO โ˜ฉ
โ˜ฉ QUARANTADUE โ˜ฉ
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โ˜ฉ VENTICINQUE โ˜ฉ
โ˜ฉ VENTISEI โ˜ฉ
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โ˜ฉ VENTOTTO โ˜ฉ
โ˜ฉ VENTINOVE โ˜ฉ
โ˜ฉ TRENTA โ˜ฉ
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โ˜ฉ TRENTACINQUE โ˜ฉ
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โ˜ฉ TRENTASETTE โ˜ฉ
โ˜ฉ TRENTOTTO โ˜ฉ
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โ˜ฉ QUARANTA โ˜ฉ
โ˜ฉ QUARANTUNO โ˜ฉ
โ˜ฉ QUARANTADUE โ˜ฉ
โ˜ฉ QUARANTATRร‰ โ˜ฉ
โ˜ฉ QUARANTAQUATTRO โ˜ฉ
โ˜ฉ QUARANTACINQUE โ˜ฉ
โ˜ฉ QUARANTASEI โ˜ฉ
โ˜ฉ QUARANTASETTE โ˜ฉ
โ˜ฉ Epilogo โ˜ฉ
DESPERADO - POSTFACE

โ˜ฉ TRENTA โ˜ฉ

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By -TRVCHEITE

☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩
XXX (😏)
Boxe!


-Inizia il quinto round, e David non perde un secondo di questi tre minuti infiniti: inarrestabile inizia a caricare di pugni la difesa ferrea di Ward che, con i pugni a coprire il volto e gli avambracci il cuore, continua a schivare con la testa e a cercare di tagliare il ring.
-I due iniziano ad accusare già una stanchezza, ormai vicini a metà dell'incontro, questo potrebbe dettare la fine del match prima dei dodici round: i due iniziano a progettare di puntare sui down.
-Anche Trevor, che è ormai riconosciuto come stilista, inizia a non perdere tempo: si è accorto anche lui che qui si lavorerà su un KO, ma ecco che David tenta di allungare un sinistro, ma-
-Parry di Trevor! Parata incredibile di Ward che riporta subito il braccio in guardia! – Trevor continua a saltellare, e il sangue che gli scorre in bocca sa di ferro e di sogni persi: sorride, mentre continua a far stancare il più possibile le gambe di David, che continua a caricarlo. David non conosce il limite delle sue gambe: punta sulla forza dimenticandosi il punto meno resistente, di questo passo al sesto round sarà esausto e cercherà di mandarmi al tappeto. Devo resistere.

-Ward vuoi attaccare per l'amor degli angeli o devo salire io?! – gli urla Michael, esagitato, mentre si sporge anche Nixon.
-David punta al lato destro, al lato debole! – intanto la folla sugli spalti continua a gridare consigli dati a caso, altri cambiano le poste in gioco delle scommesse, altri ancora esultano o fischiano: sembra essere calata davvero l'Apocalisse tra i riflettori di quell'arena che illuminano il ring, in cui tutti si agitano come anime oscure in sottofondo, mentre al centro di quel quadro Trevor e David si scontrano, pugno dopo pugno, schivata dopo schivata, caricando e facendo congiungere il pugno l'uno contro la guancia dell'altro.
-È doppio scambio! Colpo d'incrocio tra i pugili!
-Che contrattacco incredibile! Doppio scambio, ritornano subito in posizione di attacco, la guardia alta da parte di Ward e i passi in avanti di David che tenta strenuo di accorciare la distanza mantenuta dallo stilista e di sbarrare la difesa con i pugni-
-Ma ecco che lo chiude alle corde! Ward è di nuovo chiuso alle corde e para il più possibile gli incontri ravvicinati di David.
-Trevor scappa da quelle cazzo di corde, porca puttana! – Michael si sgola il più possibile, ma la sua mente non riesce nemmeno a finire la frase che Trevor, dietro i suoi guantoni neri, scopre lo sguardo nero e sinistro e rivelando un'altra debolezza di David e notando la cupidigia che prova nel colpirlo, in un giro si svita subito fuori dalle corde e l'altro, lasciato scoperto e sconcertato da quel movimento, non ha tempo di difendersi: il pugile mette le gambe in diagonale, ruota il corpo di novanta gradi, e il pugno sinistro, fino a quel momento lasciato vicino al naso, si estende, con tutta la potenza che conserva, e collide, preciso, forte e distruttivo alla bocca dello stomaco di David, che conserva negli occhi solo lo sgomento a guardare il volto livido e resistente del suo avversario che gli sorride, mentre lui cade per terra, il respiro mozzato e il dolore che lo annebbia. C'è un solo secondo di silenzio in tutta l'arena, che si alza subito in urla di sorpresa e di sgomento per Trevor che ha mandato in down David: Michael si rimette le mani sul capo rado, sconvolto, Nixon batte subito al lato del ring, cercando di risvegliare David, e l'arbitro fa allontanare il pugile in piedi dal corpo a terra del suo avversario per avviare il countdown; la prima fila della curva di Trevor scatta in un salto, sorpresa, gridando il suo nome: Michelle sbianca, sconvolta.

-L'ha mandato a terra! – e Terence annuisce, incredulo.
-Sì, è proprio down quello.
-Ma come cazzo è possibile?! A David Stone?! – si intromette Fen, scioccato come loro, mentre gli speaker in alto trattengono anche loro un urlo di sorpresa.
-Ed è down! Trevor Ward ha mandato inaspettatamente David al tappeto!
-Stone era più stanco del previsto, e il colpo improvviso allo stomaco gli ha completamente tolto il respiro!
-Nixon cerca di risvegliarlo e farlo alzare, ma l'arbitro inizia il countdown! Dieci secondi e se non si alzerà, sarà KO e vittoria per Trevor Ward, che sembrava ormai essere spacciato dal round precedente! – intanto, il giovane sul ring, in piedi, si guarda i pugni, sorridente: è la prima volta che manda così presto qualcuno in down, ha quasi sempre puntato sui punti, e certo i KO non sono mancati nella sua carriera e tra le sue vittorie, ma l'adrenalina che gli si scuote al solo pensiero di averne fatto uno possibile al quinto round lo irradia di forza; le gambe lo reggono ancora di più, e anche se i pensieri sono confusi nello stordimento del colpo ricevuto, nel sangue che ricomincia a colare, non teme in alcun modo la disfatta. Gli sembra quasi tutto troppo semplice, troppo bello per essere vero. In questa sera avrebbe anche potuto perdere, e si sarebbe comunque sentito vivo, per essere di nuovo sul ring: ma sfiorare quella vittoria lo fa sentire vicino alle stelle più luminose, per tutto l'impegno che ha trascinato in quell'anno senza mai combattere, per tutti i soldi che stavano sparendo, per la paura di non sapere più cosa fare della sua vita, quando Sylvia vi è entrata e l'ha sconvolta per sempre. Per tutte le corse fatte, e per tutti i pianti nella doccia alle tre di notte, per la paura di non essere mai abbastanza, per il timore che la sua storia sarebbe finita ancor prima di iniziare, per paura che tutti gli sforzi fatti sarebbero stati vani: in quei pugni c'è tutto il dolore che trascina con sé da anni e che, in quella notte, davanti tutta Desperado, ha preso forma.

-Uno! Due! Tre! – l'arena di Desperado conta insieme all'arbitro, che alza in mano le dita a simboleggiare i secondi che passano, e che separano David dalla vittoria, che la avvicinano all'uomo poggiato contro le corde, che ora guarda serio il suo avversario, vestito di bianco, per terra, mentre con i guantoni bianchi si rialza piano, facendo ancora fatica a respirare. L'arbitro arriva al sette, insieme a tutta l'arena, che scoppia in esultanza: David è di nuovo in piedi, gli addominali contratti dal dolore e l'arbitro che controlla stia bene e poggia le mani sui suoi guantoni, stringendoli. Questo si separa, dando spazio ai due di poter riprendere e urlando "boxe", sotto il giubilo degli spalti che tremano a rivedere il titano in piedi, davanti quell'ombra che lo ha colto di sorpresa. I due si rimettono in posizione, sotto i consigli instancabili dei loro secondi.

-Trevor, resta focalizzato sull'obiettivo!
-David, recupera il respiro, finisci il round senza prendere pugni! – e i due pugili modellano i movimenti e le strategie sui consigli dei loro secondi: David cerca di mantenersi quanto può stabile sulle gambe, il respiro a mancargli nella gola e il conato di vomito che avverte alla bocca dello stomaco; Trevor che si allunga nei jab destri, avvicinandosi sempre di più a David ora indebolito per le combinazioni.
-E Ward parte con una combinazione di jab! Un 1-1-2, con un primo destro di disturbo, un diretto destro, e poi un diritto sinistro che fanno barcollare ancora di più le gambe di Stone che cerca di schivare!
-Vai con i pugni, Ward, vai cazzo! – Michael salta, strabiliato dalla combinazione del giovane, che ora rischia il colpo con dei fendenti puntati al fianco dell'avversario, tagliando il ring, e portandolo all'angolo.
-E la situazione si capovolge! Stone è chiuso all'angolo da Ward che procede con una combinazione di 1-2-3-2!
-Esegue il jab di disturbo, sinistro diretto forte al fegato dell'avversario, un gancio sinistro sempre al fegato bloccato dall'avversario, e un diretto destro al volto! La folla è senza parole davanti quest'esecuzione pulita e studiata di Ward che ora sta prendendo sempre di più sotto le sue ali le acclamazioni degli spalti!
-Incredibile! Stone tenta il clinch! – e le parole di Eugene si perpetuano nell'arena, mentre David deve cercare di recuperare quanti più secondi possibili: stringe Trevor nell'abbraccio, bloccando i suoi attacchi, sotto il divertimento dell'avversario, che lascia le braccia abbandonate lungo i fianchi di lui, sentendosi stringere le spalle.

-Ma che cazzo fa? Prima si fa picchiare poi se lo vuole limonare?! Ammetto che non lo biasimo, anche io lo farei. – Michelle scoppia a ridere alle parole di Fen che sconvolgono i pugili che sono con loro.
-Non se lo vuole limonare, è un clinch: il pugile messo alle strette abbraccia l'avversario che è in vantaggio per bloccarne l'avanzata. È un modo per perdere tempo: finché non interviene l'arbitro a separarli, David lo tiene stretto e gli impedisce di contrattaccare.
-Ma che mossa da bastardi!
-La fanno in molti quando si trovano alle strette; in questo momento David sta facendo la cosa più sensata, deve riprendere respiro. – spiega Judas all'orecchio di Fen, i tifosi dietro di loro continuano ad urlare e alcuni a chiamare l'arbitro per farlo intervenire. E quest'ultimo interviene, separando i due e facendoli rimettere in posizione: il tempo di qualche contrattacco e schivata, che l'arbitro interviene di nuovo, facendo concludere il quinto round. David raggiunge con difficoltà il suo angolo, mentre Trevor si dirige tranquillo allo sgabello già sistemato da Michael, che lo fa sedere veloce. Acqua in bocca, sciacquo, sputo.

-Bene, Trevor, hai fatto la rimonta; ora non distoglierti dall'obiettivo: hai già preso lo stomaco, ora stai puntando il fegato; non far notare troppa attenzione ai punti vitali, continua ad acquistare punti, vai sul volto e poi torna verso i fianchi. Il down è stato molto buono, e anche le combinazioni. – in realtà il suo secondo trema dalla testa ai piedi: quel round è stato incredibile e fondamentale. Quando ha mandato a terra David, l'uomo dietro quelle corde ha capito tutto: Trevor stava davvero calcolando il momento giusto, quello più inaspettato da tutti. Ha ricevuto qualche pugno per far distogliere l'avversario dall'obiettivo, mentre continuava a stancargli le gambe, e poi ha colpito, mandandolo al tappeto; l'esecuzione del suo pugile è stata tra le migliori che abbia mai visto concludere proveniente dalla sua palestra. È inutile negarselo: quell'uomo dagli occhi neri impenetrabili, dal cerotto sul naso, dalla guancia livida e dal sangue che continua a colare, macchiandogli il torso nudo, è bravissimo, e non ha passato secondo senza pensare alla strategia e a puntare su un momento di potenza. Gli pulisce il sangue, gli bagna la nuca e controlla sudi ancora.
-Dal decimo round potrei iniziare a non sudare più. – gli avvisa Trevor, e l'altro spalanca gli occhi, stupito.
-Come?
-Pensavo di non aver perso troppi liquidi l'ultima settimana. Reintegrarli in queste trenta ore è stato un po' complicato. Farò del mio meglio. – si scusa solo il pugile, il suo secondo a guardarlo attonito.
-E quando volevi dirmelo?! Sbrigati a bere! – e l'altro si riempie di sorsi d'acqua in quel poco che gli resta del minuto che sta finendo.

All'altro angolo, il silenzio regna sovrano, mentre David riprende il respiro e Christopher gli medica le ferite.
-Figlio di puttana.
-Non parlare mentre recuperi respiro. Te l'avevo detto di non montarti la testa.
-In down.
-Ho detto di non parlare: il colpo allo stomaco è doloroso, hai fatto una fatica immane ad alzarti. – David si guarda i guantoni bianchi, da cui fuoriescono le fasce rosse: come ha fatto a fargli così male? È uno stilista, allora perché il suo sinistro è forte quanto il suo destro? Si dice che forse ha semplicemente trovato la zona giusta dove colpire, e che il suo pugno è molto più forte del suo avversario; ma ora, vicini a metà match, inizia a dubitare anche delle sue convinzioni con cui si era indorato la pelle e l'avvenire.

-Che tiro a segno, Eugene!
-Lydia, questo incontro sta sconvolgendo tutta Desperado! Mi dicono che da fuori c'è altra gente che cerca di entrare per assistere all'incontro, gli spalti sono pieni fino all'orlo, stanno ormai tutti stretti come sardine a vedere come si concluderà il match!
-C'è da dire: Trevor Ward sta sbaragliando le aspettative di tutti. La folla era sicura e convinta già dal primo round in un'altra vittoria di David Stone, e invece al quinto se lo vede cadere in down dopo un pugno alla bocca dello stomaco, e oltre questo gli vede anche fare un clinch!
-Non ricordo l'ultima volta che David abbia fatto un clinch, è un evento rarissimo! Che dire Lydia, questa serata resterà davvero indimenticabile nella memoria di Desperado! Non so nemmeno che pronostici poter dare ai prossimi round!
-Ci converrà scoprirli allora! Fuori i secondi!
-Ward, portiamo a casa la medaglia, e poi torna in te. – Michael gli lascia una pacca sulla spalla ed esce dal ring come Nixon; infila il paradenti in bocca al pugile e l'arbitro insieme alla campana dà il via al sesto round.

-Sesto round, metà match, signori e signore! La tensione è ormai palpabile tra i due pugili, che ora partono subito all'attacco! È Ward a simulare delle finte e poi dei jab sinistri, confondendo il suo avversario, che controbatte con un counter punch proprio in faccia all'avversario, scatenando gli applausi della curva di Stone! – è un attimo: Trevor sente il paradenti macchiarsi di sangue, si sbilancia appena, per poi tornare all'attacco: non deve cedergli terreno, deve resistere, deve fare quello per cui i muscoli tesi e delineati si sono preparati per tutti quei mesi.
-Ward non diminuisce l'attacco, iniziando a sferrare jab sulla lunga distanza, per poi avvicinarsi sempre di più!
-È inarrestabile nella sua avanzata, il colpo d'incontro appena ricevuto non ha scalfito la sua forza o la sua stabilità! Il ritmo è stato interrotto ma piano piano riprende il controllo, in un botta e risposta contro Stone che continua a schivare, ma si vede sempre più affaticato e alle strette dalle mosse esperte di Trevor Ward.
-Ed è un gancio di Ward sul fegato dell'avversario! – Michelle e Terence si scuotono a vicenda mentre urlano il nome di Trevor, entusiasti, dopo il segno a tiro completato dal pugile che sta facendo impazzire l'Arena di Desperado. David esegue un altro clinch, cercando di fiatare e spendere tempo: deve trovare qualche modo per abbattere le barriere di quell'uomo che ora meno che mai sembra un uomo davanti ai suoi occhi, che gli pare solo un essere pronto a fare di tutto per vincere. L'arbitro li separa subito, facendoli ricominciare, David in una schivata di un soffio mira al diaframma di Trevor che trova e colpisce con forza, facendogli sputare fuori il respiro. Michelle impreca a gran voce, seguita da Terence, Bev, Celine, Maggie, Fen e gli altri stripper di Desperado, Michael batte con la mano sul ring, per invogliarlo a non cadere. Lui avverte la vibrazione arrivare nelle sue scarpette e cerca di ricomporsi, anche se le gambe iniziano a fremere. Pezzo di merda, come fa a tenersi ancora in piedi dopo i pugni che gli ho dato? - ma quei pensieri non lo distolgono dall'obiettivo, mentre senza fiato lo blocca con il clinch, sotto la sorpresa di tutti.

-E anche per Ward è un clinch dopo i due di David!
-Che serata, che serata! I due pugili messi alle strette, si stringono a riprendere fiato e perdere i secondi!
-L'arbitro li separa, l'incontro continua!
-Ward punta a schivare col busto! – lo avvisa Michael che inizia a perdere la voce. -Non cedere territorio, continua così! – e tutti iniziano a sostenerlo con il tifo e i consigli di Michael, ripetendo le sue parole, invogliandolo a continuare. E Trevor sente sulle sue spalle tutte quelle parole, gli sorreggono le gambe sfinite dopo quell'attacco, gli puliscono il sangue che gli cola dalla bocca fino al mento, mentre si tende in avanti, il sinistro in un gancio raggiunge l'orecchio di David, facendolo reggere alle corde, la folla che esplode in applausi.
-Per tutti gli angeli dell'Apocalisse! Gancio di Ward all'orecchio di Stone, di nuovo!
-Stone si regge alle corde, in difficoltà, per pochi secondi previo ammonimento dell'arbitro, e inizia a camminare senza una vera direzione, ancora stordito dal colpo ricevuto! E l'arbitro interviene, finisce il sesto round! – l'arena scoppia in applausi per lo spettacolo, e i due pugili ritornano stremati ai loro angoli, quasi cadendo sugli sgabelli. Trevor toglie subito il paradenti insanguinato, fa degli sciacqui con l'acqua, le braccia sudate poggiate alle corde, la testa inclinata all'indietro. Riprende a fare esercizi di respiro, ancora in difficoltà: le gambe gli tremano e il cuore batte forte contro la gabbia toracica, pompando il sangue a una velocità inaudita. Sente il sangue sul palato, sente l'addome contrarsi, la fatica di muoversi è ancora maggiore.

-Quel colpo non ci voleva. – mormora Michael, che lo guarda preoccupato e continua a pulirgli il sangue e a controllare il sudore.
-Tutto sotto controllo. – mormora tra i respiri affannosi il pugile, cercando di rassicurarlo con quel sorrisetto, con quegli occhi, quello sguardo che a Michael non ricordano in alcun modo il ragazzo che ha allenato in quel periodo.
-Ward, è il settimo round: punta su recuperare il respiro e, appena recuperato, non affidarti troppo alle gambe: colpisci. Devi mandarlo a terra, adesso è un testa a testa, devi giocare bene le ultime carte. Non penso arriverete al decimo round, sfrutta questi tre minuti a tuo vantaggio. – l'altro annuisce solo, tra i respiri che faticano a entrare e uscire dal naso e dalla bocca.
-Trevor, puoi farcela. Io credo fermamente in te. – Michael lo guarda negli occhi, vuole riportarlo a sé, ma sa che adesso tutto è inabissato dall'uomo che lo guarda e gli sorride.
-Grazie Michael: quando me ne andrò, apprezzerò ancora di più la tua gratitudine. – gli speaker annunciano ai secondi di uscire e Trevor si regge alle corde, alzandosi. Il settimo round è davvero decisivo in quel momento: se stresserà ancora le gambe, non pensa riuscirà a superare il nono round. Se tenta il tutto per tutto per mandare a terra David potrebbe sprecare vanamente le forze che conserva. Deve aspettare di capire il comportamento dell'avversario, e adattarsi di conseguenza.

-Ed eccoci al settimo round! Ne mancano ormai cinque alla fine e posso dire?, questo match è una continua sorpresa. La tecnica di questi pugili così diversa sta convergendo in un testa a testa, una lotta all'ultimo pugno per accaparrarsi la medaglia e così la fama.
-E soprattutto la borsa concordata nel contratto! – i due scoppiano a ridere, intanto la folla continua ad urlare, gli attacchi iniziano subito: Trevor si dà poco tempo per pensare e per iniziare la rimonta, non cede terreno, continua a impuntarsi con i saltelli in diagonale, taglia il ring e conduce David alle corde, ricominciando con le combinazioni; un altro clinch, e i due vengono separati.

-Stone è palesemente in difficoltà, che questa serata abbia già incoronato il suo vincitore?
-Io non farei presto a dire, Eugene: tornati in posizione Stone ricarica subito, puntando al fianco dell'avversario che abilmente schiva! È una schivata! – i tifosi alzano i pugni al cielo, mentre Trevor continua a schivare: si sente ancora padrone di quel corpo che sta tendendo allo stremo con quello sforzo, il respiro raschia ancora contro la gola che lo cerca, la sete inizia a divorargli le membra, il sudore gli inumidisce le palpebre e gli annebbia i pensieri; non deve cedere, Michael è stato chiaro. Non è il momento di cedere, non quando David è traballante e stanco davanti a lui, quando sta cercando di mandare a tiro gli ultimi pugni forti che ha. E l'altro lo attacca subito, prova anche lui con le combinazioni, le gambe stanche lo reggono appena, il sangue ancora a macchiargli il paradenti bianco, il corpo che richiede respiri, i muscoli tirati al massimo. Lo porta alle corde, sotto le urla di Michael che gli impongono di uscire al più presto, mentre l'altro carica, trattenendo un gemito di esasperazione: Trevor non cade, non cede, non fa nulla di quello che hanno fatto tutti i suoi avversari, anche i più forti, anche i più impossibili da combattere. Trevor non cede, sotto il suo sguardo scuro, la resistenza che conserva negli avambracci tesi a coprirgli il corpo, nella delicatezza delle sue schivate, nella forza che i suoi pugni conservano. È una forza diversa da tutte quelle che ha avvertito fino a quel momento: non ha nulla della rabbia incontrollata dei picchiatori, nulla che rappresenti una delusione, un contesto sociale disadattato in cui è cresciuto; i suoi pugni non gli raccontano la storia di un uomo disperato. I suoi pugni gli raccontano la storia di un uomo che ha superato qualsiasi delusione, che ha superato anche l'umana concezione del sentimento, anche l'umana concezione dell'errore e dell'abbandonarsi alle emozioni; dentro quei pugni c'è la storia di un uomo che non si è mai stancato di mettersi quei guantoni e imparare ogni giorno ad essere migliore su quel ring, a lasciare da parte tutte le emozioni, a gettarsi, col suo essere amorfo e primitivo, e trasformarsi in pura tecnica. I suoi pugni non sono violenza, in quei pugni ci ritrova solo la voglia più primitiva e antica del sangue e della conquista tramite l'impegno, il sacrificio di sé stesso, l'apprendimento. Allora carica più forte, che non ha mai avuto così tanta paura per quei pugni, ma l'Ombra non demorde: schiva, danza ancora sul ring, con le poche forze rimaste, ha un ritmo che dopo sette round non ha ancora saputo capire o imparare; sente la folla che ormai è innamorata del suo avversario che, livido e col sangue ad asciugarsi sulla pelle, si è guadagnato l'amore della folla in quei sette round, con le sue tattiche, le provocazioni, un'esibizione che agli occhi di David ora non ha eguali nella storia di quell'Arena.

-Ward smettila di usare le gambe, cazzo! – Michael batte il pugno sul ring, esasperato: perché quando gli dice di fare una cosa, quello fa il completo opposto, è da quando è salito sul ring che non smette di prenderlo per il culo; sta cercando di fidarsi di quel pugile più di qualsiasi altro, ma gli riesce così difficile. Sono coscienti entrambi che le gambe non reggeranno ancora molto, e se David riuscirà a puntare col destro al cuore, lui non riuscirà ad alzarsi entro il countdown. Allora ricominciano le combinazioni di entrambi, un alto colpo d'incrocio che colpisce le mandibole dei due pugili, tornano in posizione e David in un attimo tende il destro, dritto al cuore di Trevor.

La folla trattiene all'unisono il sospiro, insieme agli speaker e ai secondi: Michelle vorrebbe scendere dagli spalti per andare a fermare quella follia, Terence la trattiene, Maggie che non ha nemmeno la forza di guardare. E anche Trevor, per un attimo, risucchia quel respiro che ora è oro per i suoi polmoni. I pugni al cuore, lo sanno tutti in quell'arena, dati ad un round quasi vicino alla fine, sono il preludio di una vittoria certa: e quasi vorrebbe farselo colpire, ché magari sentendolo arrivare alla colonna vertebrale, si dimenticherà di aver dato tutto quell'amore sconfinato, senza averne ricevuto mai abbastanza. Sarebbe così facile dimenticarsi per un attimo anche il battito del proprio cuore: farselo colpire senza ritegno, per il solo piacere di dimenticarsi che si è amato abbastanza da non volerne mai più, che si sono amate persone che non avrebbero mai dovuto ricevere nulla di quell'amore. Ma Trevor, risucchiato da sé stesso, in quella dimensione, non lo vorrebbe: Trevor col suo dolore ci ha costruito i suoi pugni, sono il frutto di tutto quell'impegno. E quella sera non si farà colpire il cuore, non funziona così, non si dimenticherà di tutto lo sforzo che ha fatto e di tutto l'amore dato per arrivare su quel ring, contro David Stone: il corpo si tende verso sinistra, e il suo sinistro si rivolge subito allo spiraglio aperto: un pugno nella bocca dello stomaco di Stone che strabuzza gli occhi, davanti a lui. L'arena, dopo quel silenzio, è intrisa di follia: tutti si abbracciano, esultanti, saltano sugli spalti, urlando il nome di Trevor.

-È un counter! Ha fatto un counter! – urla il caschetto nero, scuotendo le spalle del suo amico, sconvolto, Fen salta alla loro fila stringendoli tra le braccia e saltando con loro.
-Ha fatto un counter, 'sto pazzo! – urla Michael, sentendo un mancamento.
-Eugene!
-Lydia, è il miglior counter punch della serata! Quando ormai stavamo per scomporre di nuovo le carte a favore di David Stone, Trevor Ward ha schivato con raffinatezza e precisione il colpo al cuore, colpendo l'avversario che ora sente le gambe tremare! Ed è a terra! David Stone è in down, per la seconda volta questa sera!
-L'arena di Desperado si è completamente trasformata: invocano tutti il nome del pugile che resta in piedi, lontano dall'avversario, e l'arbitro riprende il conteggio! – David vorrebbe sputare sangue in quel momento, mentre tutti nell'arena iniziano il conteggio: comincia col reggersi sui guantoni, ma i colpi allo stomaco sono sempre i peggiori - immobilizzano, impediscono anche solo il pensiero di alzarsi. Ma non può arrendersi, non vuole arrendersi, non davanti al primo arrivato, non davanti a un forestiero: nessuno l'ha mai offeso in quel modo, nessuno si è mai permesso di batterlo in quel modo; nessuno ha il diritto di essere da appena due mesi a Desperado e pensare di vincerlo. Ma poi alza lo sguardo, e lo vede: è ancora intatto, perfetto dietro quel sangue e quel corpo affaticato. È incredibilmente nitido e reale, e lei è perfettamente legata a lui: ricorda di averla vista così perfetta e definita solo sui bambini, sulle ragazzine o i ragazzini, un'età che non gli appartiene più da troppo tempo. E lui è come quei bambini in quel momento: perfetto, tangibile, forte; lo turba e lo inquieta, gli ricorda qualcosa che inizia a non essere più, gli ricorda qualcosa che inizia a scindersi dal suo essere. Si asciuga con l'avambraccio il rivolo nero a colargli dalla bocca, mentre in un gemito, al nove dell'arbitro, si alza completamente, reggendosi appena sulle gambe; quello lo controlla, ricongiungendo i due pugni e poi indicando Trevor:
-Boxe! – e i due si rimettono in posizione, ma David ormai barcolla, e l'Arena si spreca in lodi e tifo per il pugile vestito di nero e dalle fasce viola che si rimette in guardia ed è ancora pronto, dopo sette round, dopo quello sfinimento che inizia a farlo fremere, a ricominciare tutto. Sta per caricare di nuovo, ma l'arbitro interrompe, concludendo il settimo round. David va barcollante al suo angolo, e Trevor cerca di non dare a vedere quanto gli sia costato quel round: si siede composto sul banchetto, Michael che inizia a medicarlo subito e a fargli fare gli sciacqui.

-Te la stavi per vedere brutta con quel colpo al cuore.
-Già.
-Ti è già capitato due volte, giusto?
-Sì, due delle quattro sconfitte sono state per dei colpi al cuore.
-Sei stato molto bravo a schivarlo, e a fare il counter. – si complimenta solo l'allenatore, mentre l'altro ringrazia in un semplice cenno, sentendo la testa pulsare dal dolore, la bocca con ancora dentro il sapore ferreo del sangue, il sapore più acido del vomito stesso.
-David sembra non tenersi più in piedi: se fai di nuovo down, sarà l'ultimo della serata. Cerca di cogliere il momento giusto, non farti avvolgere dalla superbia, e conquista con razionalità. – e Trevor annuisce ancora; Michael lo guarda, preoccupato.
-Trevor, senti qualcosa? – e lui gli sorride, e quello sguardo nero è ancora più profondo e oscuro.
-Non sento più nulla, Michael: sono nella forma migliore adesso. Portiamo questa vittoria e torniamo a casa. – lo incoraggia, poggiandogli il guantone sulla spalla; e Michael annuisce silenzioso, sperando che quell'incontro finisca presto, sperando di poter festeggiare finalmente con il suo vero Trevor.

All'altro angolo, è il silenzio a fare padrone. David recupera come può il respiro che ora gli sfugge dalle labbra impazzito: il cuore gli pompa forte e il battito arriva fino alle orecchie, il sangue e il liquido nero continuano a colargli dalla bocca, dopo che ha sputato un buon quantitativo nel secchio.
-Stone, cerca di resistere, devi raggruppare le ultime forze per il pugno distruttivo. Non ti batterà stasera, Ward. – l'altro sorride, sputando ancora un po' di sangue.
-Chris, l'hai visto? È ancora integro. Non l'ha persa nemmeno per un centimetro: è intatta, come se non fosse un vero peccatore.
-Lo so, lo so; ma nemmeno tu sei in una situazione ancora grave.
-Dopo stasera potrei esserlo.
-Non dire stupidaggini e recupera il respiro. Anche tu sei ancora intero, David: stai avendo solo delle perdite pre-perdita, sei ancora intero, non temere. Devi solo restare concentrato, e ora stai solo alla corta distanza, devi colpirlo il prima possibile.
-Prima che colpisca lui.
-Sei stato bravo a puntare al cuore.
-Non abbastanza veloce.
-Ora lo sarai. – l'arena, intanto, si riposa appena dalle urla: tutti parlottano sull'incontro e sui suoi risvolti continuamente sorprendenti.

-Che lottatore Trevor, non me lo sarei mai aspettato, non contro David. – commenta Fen, sotto gli sguardi interdetti dei pugili con loro.
-Ma se non sei mai stato ad un incontro di boxe. – lo prende in giro Bev, mentre si passa la mano tra i capelli rossicci, imbarazzata per l'uscita fatta, e l'altro la guarda spalancando le braccia, a sottolineare un'ovvietà.
-Non era mica segreto che fosse il più forte a Desperado.
-Non posso dargli tutti i torti. – lo appoggia Celine, indicando lo stripper e allungando il braccio allenato, mentre Judas si gratta il taglio del sopracciglio e ha solo voglia di togliere la parola a tutti i suoi amici in quel momento, esasperato da tutti i complimenti che stanno facendo allo stesso uomo che gli ha fatto sanguinare il naso appena un mese prima.
-Abbiamo capito che Trevor è bravo, ora possiamo finirla?! – li ammonisce solo, rosso in volto.
-Cos'è, ti ferisce l'ego che il forestiero sia bravo? – lo punzecchia Michelle, con il suo solito sorrisetto smaliziato, con quegli occhi azzurri, con quel viso da serpe, quei capelli e quel corpo che lo farebbero impazzire: la odia così tanto da desiderarla, e questo desiderio lo mangia.
-Non sono di certo invidioso del primo idiota che arriva a Desperado, e che tra l'altro si veste come se fosse sempre lui il protagonista.
-Ho apprezzato particolarmente che lui fosse il protagonista assieme a me al mio incontro. – si aggiunge anche Jamie, scherzoso, ricevendo uno schiaffetto sul braccio da Malcom, il suo fidanzato.
-Non vorrai mica tradirmi?
-Ma smettila, che sei l'amore della mia vita. – e tutti simulano una rigettata fuori dagli spalti, insieme agli occhi al cielo di Michelle e lo sguardo indispettito di Maggie.
-Loro almeno sono innamorati e felici! – ammonisce tutti i suoi amici che si sono lamentati dell'uscita melensa del pugile.
-Trovatevi una stanza. – commenta il caschetto nero, ricevendo una spallata da Terence.
-La solita anaffettiva. – e lei gli sorride solo, grata del complimento.
-Come sempre.
-Fuori i secondi! – annuncia la speaker, facendo concentrare di nuovo tutti sul ring, in attesa degli ultimi quattro round che potrebbero cambiare la partita.

L'ottavo round, e io sono ancora vivo. Trevor è in piedi, dopo il suono della campana, al centro davanti David: non credeva sarebbe arrivato fino a quel punto, non così. Pensava che dopo un anno senza combattimenti avesse completamente scordato come fosse. Invece è lì, all'ottavo round, in piedi, David davanti a lui che barcolla. Ricomincia a contare e a saltellare di conseguenza: assume un ritmo più lento e cadenzato, ora non può stancarsi troppo, mentre provoca l'avversario abbassando un po' la guardia. David gli si avvicina, saltellando come meglio può, il corpo teso e stanco, sfinito dai continui colpi ricevuti, come il pugile davanti ai suoi occhi che però resta ancora in piedi, ineluttabile. Lo guarda, con quegli occhi marroni, vuole trovare nei suoi neri una risposta a tutto questo: non vuole essere sconfitto così, a quattro round dalla fine; non vuole darla vinta a quel forestiero che lo guarda e gli sorride, sicuro ormai di dove lo sta portando, mentre continua a tagliare il ring, sotto le urla ovattate dell'arena, sotto la luce accecante dei riflettori. Allora segue i consigli del suo secondo: si avvicina quanto può, copre la distanza che li separa, vuole attaccare subito e dimenticarsi di quella serata per sempre; ma Trevor non lo accontenta, schiva di nuovo, poi si copre con i pugni, ormai si sente sempre più indebolito, pugno dopo pugno, parata dopo parata, schivata dopo schivata. Stringe i denti ricoperti di viola, l'arena non smette di esultare: chiamano il suo nome, sono ammassati, col fiato sospeso, per sapere come finirà. E Trevor continua a saltellare, David tenta di caricare, gli speaker non smettono di commentare, i secondi di urlare consigli, gli spalti di tifare. Quelle parole però si perdono nell'aria, diventano vuote e rarefatte, si spingono oltre un destino che non appartiene a loro, e si infrangono sulla barriera dei respiri pesanti che i due pugili interpongono tra le loro labbra e i loro guantoni; e in quelle parole che si perdono e si sciolgono lungo quelle corde, i confini di quello spazio astrale in cui sono rimasti solo due uomini, con i guantoni, dei pantaloncini, e corpi ridotti in pezzi dai continui colpi e dai continui movimenti, Trevor fa passare nel naso, lungo tutta la cavità della sua gola, fino ai polmoni, il suo respiro; è vivo, vivo per quel momento, come non lo è mai stato prima. Punta i piedi, fa un passo completo, ruota il corpo, è un momento: David stava per colpirlo sulla fronte, ma il suo braccio, più lungo, raggiunge prima assieme al pugno lo stomaco di David. Attraverso la stoffa pesante del guantone, Trevor può sentire la pelle di David, il modo in cui i suoi muscoli si stringono, la bocca dello stomaco che infrange col suo pugno, il respiro di quell'uomo che raschia contro la gola, la carne che stride e chiede sangue, il cuore che inizia a pompare impazzito.

È down. Tutti si alzano sugli spalti, estasiati, Michael sente il cuore arrivargli al cervello da quanto forte batte, l'arbitro allontana Trevor e inizia il countdown, che l'arena, gremita di persone, urla assieme a lui.
-Uno! Due! Tre! - e questa volta nemmeno i guantoni possono aiutare David che, con le lacrime agli occhi, non vuole abbandonarsi a quell'evidenza. – Quattro! Cinque! Sei! – Trevor respira a fondo, il cuore gli batte così forte che se lo sente tra le mani, l'emozione gli fa tremare i pensieri e le gambe, gli fa scuotere le spalle, lo agita profondamente, non si è mai sentito in quel modo, pieno e passionale, mai in quel modo ha sognato di farcela a Desperado. – Sette! Otto! Nove! – David si arrende a quell'evidenza, restando a terra, una lacrima nera a sgorgargli dagli occhi, sotto lo sconcerto di Trevor che lo guarda e, in quella lacrima, nera come la pece, buia come il vuoto e lo sconforto più oscuro, ci ritrova Michelle.
-Dieci!
L'arbitro si alza, portando le mani in alto.
-È knock-out! – tutti si alzano, saltano, esultano, applaudono e urlano il nome di Trevor; Chris butta a terra l'asciugamano, tirando un'imprecazione, e ci manca poco che, all'altro angolo, Michael svenga. L'arbitro alza il guantone nero di Trevor che sorride, sotto l'esultazione di tutti.

Poi però, commette di nuovo lo stesso errore: cerca tra quegli spalti due figure che appartengono solo alla sua memoria. Li cerca nei lineamenti dolci del volto, li cerca negli sguardi austeri e indifferenti, li cerca in quella camicia sempre ben stirata e nei pantaloni larghi e sobri, negli occhiali piccoli e dalle lenti a cerchio; li cerca come li ha cercati per anni tra le recite, tra le partite; li cerca come li ha cercati alla consegna del diploma, li cerca come li ha sempre cercati anche quando non c'era più senso, anche quando non ne è più valsa la pena, anche quando si era promesso di non cercarli più.
Se su quel ring, come pugile, non ha commesso alcun errore - quella sera, come figlio, ripete sempre lo stesso: ricade nell'illusione dell'amore che non gli è mai stato concesso. E quella vittoria perde di nuovo senso. 

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