10 | 𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐠𝐨𝐨𝐝 𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐨𝐟 𝐦𝐲 𝐡𝐞𝐚𝐫𝐭 [𝟏/𝟐]

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"Don't care where we go
I don't care what we do
I don't care pretty baby
Just take me with u"
- Prince.

"Don't care where we goI don't care what we doI don't care pretty babyJust take me with u"- Prince

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«Noo, e io ti dico che uccideva le persone, sosteneva l'Impero! Come poteva essere buono?»

«Uh Michael» "sei testardo", pensò. «Secondo me c'è un motivo per il quale è "cattivo", poi dobbiamo scoprire ancora come fa ad essere il padre di Luke, come è arrivato dove è arrivato e-»

«Ma-»

«Fammi finire, please.»

Annuì, lasciandola continuare.

«E poi alla fine si redime, per non parlare di tutti gli indizi durante i film! Secondo me era una persona buona a cui son successe cose brutte, e che la hanno portata a fare quel che faceva. Ma in realtà era buono!» tentò di spiegarsi, ricevendo in risposta solo un cenno del capo. Pareva si fosse incantato a fissarla, negli occhi. Deglutì, sorseggiò del succo d'arancia nel silenzio che li circondava. Arrossì, sentendo su di sé gli occhi curiosi, insistenti seppur piacevoli dell'altro.

«Ti va se li guardiamo insieme, una volta?» interruppe lui il silenzio - la sua voce si era fatta più bassa, profonda, timida.

Si voltò finalmente nella sua direzione, vedendolo con le guance arrossite e le labbra piegate in un sorrisetto imbarazzato.

«Sì! Mi pare un'ottima idea.» gli rivolse un'espressione rassicurante.

Era tenero vederlo imbarazzato, con i ricciolini ribelli che gli cadevano in fronte, in un momento di serenità e silenzio. Lui continuava sempre a guardarla, ammirando ogni dettaglio, ogni piccolo comportamento che la rendevano tanto speciale ai suoi occhi. Avrebbe tanto voluto farle un complimento, ma si trattenne per evitare di metterla a disagio ancora di più. Ancora non riusciva a credere di aver avuto abbastanza coraggio per porle quella domanda - significava che di sicuro avrebbero passato altro tempo assieme.

Si passò rapidamente una mano fra i capelli, per sistemare il ciuffo bruno che gli copriva la fronte; afferrò meglio la busta di carta e si assicurò che il contenuto fosse ancora tiepido. Mostrò il pass per il backstage alla massiccia guardia del corpo che controllava l'ingresso, che in confronto era poco più alta di lui; camminò in fretta verso il palco, attraversando tutti i camerini e scontrandosi pure con un paio di addetti ai lavori, a cui chiese prontamente scusa.

Arrivato ad un lato del palco, notò come gli strumenti e le luci di scena fossero spenti, e di come presenti ci fossero solo due persone dall'altro lato del palco - che riconobbe essere Bill e Javon. Spostò lo sguardo nella direzione da cui proveniva l'unico suono presente in tutto lo stadio: la dolce risata della ragazza. Sgranò gli occhi. Era seduta a suo agio e parlava, sorridente, con il cantante dai riccioli scuri; mangiavano insieme, scherzavano insieme. Sembravano allegri, e l'espressione serena del moro gli era totalmente nuova; in genere non si comportava mai così con lo staff, se non con Karen, Bill o Frank.

ANOTHER PART OF ME • michael jacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora