28 | 𝐓𝐡𝐞 𝐬𝐡𝐨𝐰 𝐦𝐮𝐬𝐭 𝐠𝐨 𝐨𝐧

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[ Canzone consigliata: Strange Relationship - Prince ]

"Baby, I just can't stand to see you happyMore than that I hate to see you sadHoney, if you left me I just might do something rashWhat's this strange relationship-ship-ship-ship?"- Prince

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"Baby, I just can't stand to see you happy
More than that I hate to see you sad
Honey, if you left me I just might do something rash
What's this strange relationship-ship-ship-ship?"
- Prince.

"Baby, I just can't stand to see you happyMore than that I hate to see you sadHoney, if you left me I just might do something rashWhat's this strange relationship-ship-ship-ship?"- Prince

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Intrecciò, tesa, le dita della propria mano a quella dell'uomo; camminavano, scortati da un paio di guardie del corpo, per i corridoi dell'albergo, diretti alla sala della colazione.
Appena pochi minuti prima si erano destati dal sonno uno di fianco all'altra, nel letto della fanciulla dagli occhi chiari. I raggi di sole illuminavano i loro visi semi coperti dal lenzuolo chiaro, la chioma scura e indomabile di lui si era sparsa su tutto il suo cuscino, e la ragazza lo abbracciava da dietro. Nonostante il calore asfissiante e la temperatura alta della città marittima, non potevano rinunciare al dormire stretti l'uno all'altra. Erano come due ancore, che per essere al sicuro dovevano agganciarsi fra di loro. Il contatto dei loro corpi caldi emanava un'aura profumata e di conforto, impenetrabile; gli sfioramenti fra le loro gambe, mani, erano giocosi e affettuosi, saturi d'amore.

«Potete lasciarci qui, grazie.» il moro fece un cenno agli uomini della sicurezza e avvicinò la biondina a sé, mettendo piede nel grande salone illuminato.

Non vi erano troppe persone - dopotutto era già abbastanza tardi, ma intravidero degli individui salienti come la corista dai riccioli d'oro seduta con Greg. Jennifer e Karen erano dall'altro lato della stanza. Andarono da loro a passo sostenuto, ignorando gli sguardi che venivano rivolti nella loro direzione.
Il fatto che si fossero presentati insieme, di mattina, faceva presumere idee inopportune.

«Hey! Piccioncini, come va?» la chitarrista li invitò a prendere posto, e loro lo fecero.

Il riccioluto indossava una camicia rosso fuoco, e le sue guance presero lo stesso colore alla constatazione della donna. Ridacchiò sommessamente, come la sua accompagnatrice.

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