6 | 𝐌𝐲 𝐬𝐨𝐦𝐞𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐧 𝐭𝐡𝐞 𝐝𝐚𝐫𝐤 𝐢𝐬 𝐲𝐨𝐮 [𝟏/𝟐]

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Aprì gli occhi. Sbatté qualche volta le palpebre, senza riuscire a vedere nulla nel buio. Tastò il materasso, capì di trovarsi nella sua camera - cosa buona a sapersi. Non ricordava molto della serata appena passata, solo che aveva bevuto e le doleva terribilmente la testa. Ancora adesso l'emicrania la torturava, anche se era meno forte.

Sospirò e mettendosi seduta tastò la parete sopra al comodino in cerca di...dov'è? Eccolo, un tasto che premendolo accese la abatjour. Chiuse gli occhi, accecata dalla luce giallognola.
Sgranchì le gambe e si alzò traballante, dette un'occhiata in giro ed osservò il proprio riflesso nello specchio della camera - aveva un aspetto semi distrutto. Sbuffò, tanto nessuno l'avrebbe dovuta vedere.

Spense la lampadina e si diresse verso la porta-finestra: la sua stanza aveva un balconcino che, seppur minuscolo, permetteva di affacciarsi sulla città. Imprecò a bassa voce quando sbatté il mignolino del piede contro lo spigolo di qualche mobile, poi zoppicando riuscì ad aprire la porta in vetro, facendola scricchiolare rumorosamente. Non sapeva che ore fossero, ma di sicuro ancora troppo presto per l'alba.

Posò gli avambracci sulla barriera in marmo che contornava il poco spazio esterno ed unì le mani, rivolgendo lo sguardo verso l'alto del cielo.

C'era un silenzio assordante, accompagnato da un leggero venticello che la rinfrescò. Aveva sudato, si annusò la camicetta che aveva ancora indosso ma con piacere notò che il profumo floreale non se ne era andato. Sorrise e rientrò, frugò alla cieca nello zaino e ne estrasse il Walkman con le cuffie e la audio cassetta di Thriller. Riuscì, indossò quest'ultime ed avviò lei: Human Nature. Era quasi un rito ormai, ogni sera quando non riusciva a dormire ascoltava quella canzone ed osservava le stelle. Non se ne vedevano molte purtroppo, pensò fosse a causa dell'inquinamento luminoso della città, ma riuscì a riconoscere a stento la costellazione della bilancia, una delle più facili da vedere. Quasi la impressionavano le stelle, la loro luce viaggiava attraverso anni ed anni luce di universo per poi arrivare lì, davanti ai suoi occhi: magari i punti luminosi che avevano emesso quei raggi luminosi non esistevano neanche più mentre lei osservava quella landa quasi nera, quella prima notte del tour.

Qualche nota del brano le uscì spontanea dalle labbra, come un sussurro "If they say why, why, tell 'em that is human nature".

E così qualche minuto ancora, immersa nel suo mondo notturno di fantasia in cui le stelle erano i personaggi, la luna loro madre e il sole l'antagonista che le mandava via. La canzone arrivò alla fine, ella sospirò e sfilò le cuffie, mettendosele attorno al collo.

Continuò a scrutare il cielo notturno - ma aveva una sensazione, un presentimento particolare che aveva già sentito, ma non riconosceva.

«Looking out
Across the night-time
The city winks a sleepless eye
Hear her voice
Shake my window
Sweet seducing sighs...»

Un sussurro la fece voltare verso la sua sinistra. La soave voce continuò a cantare, recitando alla perfezione i versi.

«Michael» balbettò incredula - era seduto su una sedia nel balconcino accanto al suo, ne scorgeva solo il profilo perfetto e scuro, e i ricciolini mossi dall'aria fresca che tirava: era quella la sensazione, aveva sentito la sua presenza in un qualche modo che neanche lei capì. Ed egli continuò a cantare; probabilmente la aveva sentita intonare qualche nota e decise di proseguire la magia, rendendo l'atmosfera ancora più surreale. Rimase a fissare in quella direzione finché anche lui non finì i versi, la voce andò lentamente a sfumare per poi unirsi al silenzio.

«Neanche tu riesci a dormire?» gli chiese, rompendo il ghiaccio. Non ce l'aveva fatta a non fiatare, a non iniziare una conversazione con lui: emanava un'aura particolare, che aveva il potere di attirare le persone che gli giravano attorno - e lei era una di quelle. Ne era attratta, non in senso fisico o sessuale, ma voleva scoprire cosa nascondeva quell'uomo tanto misterioso e intrigante.

ANOTHER PART OF ME • michael jacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora