11 | 𝐏𝐞𝐭𝐞𝐫 𝐞 𝐖𝐞𝐧𝐝𝐲 [𝟏/𝟐]

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"Il motivo per cui gli uccelli, a differenza degli esseri umani, sono in grado di volare, risiede nella loro fede incrollabile, perché avere fede vuol dire avere le ali."
- Peter Pan.

"- Peter Pan

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Il giorno successivo a quella chiacchierata fu più o meno uguale a quello appena passato: ricordando i dolci ricordi della notte trascorsa con il riccioluto, ella sorrideva e parlava, come rinata.

Erano allo stadio, per provare ancora ed ancora - finalmente il designer Michael Bush aveva finito l'abito per la ragazza, e quando lei l'aveva indossato, tutti gli occhi dei presenti si erano rivolti nella sua direzione: il moro rubava delle furbe occhiate, attento a non farsi notare, e non aveva perso tempo a farle sinceri complimenti - era adorabile, quando arrossiva imbarazzata; mentre, il ballerino Dominic le rivolgeva sguardi indiscreti - seppur d'apprezzamento - accompagnato dal resto dello staff maschile.

La biondina aveva notato della tensione fra i due uomini - che durante tutta la giornata di prove si erano scambiati espressioni fredde, distanti, ma scrollò via il pensiero e sperò che l'uscita della sera precedente fosse rimasta fra lei e il suo Peter Pan. Era felice di avere un migliore amico, ora; si sentiva capita, e cercava di fare lo stesso per l'altro, pur sapendo che per farlo aprire, per guadagnare la sua cieca fiducia, ci sarebbe voluto del tempo.

Di sera, purtroppo per lei, era stata letteralmente trascinata via da Jennifer e Dominic, che la avevano portata in un quieto bar vicino all'albergo; non c'era musica assordante, né persone fin troppo ubriache - era un ambiente piacevole, ma non le apparteneva. Gli altri due avevano ordinato i loro drink, ma ella si era rifiutata di bere alcool - rimembrava bene la sera del suo arrivo, e non voleva risentirsi così male. Appena tornati in hotel, appena un paio d'ore dopo, la ragazza non vedeva l'ora di incontrare l'altro - di risentire il suo profumo dolce e rivivere la sua aura calda, accogliente; si era stupita, in maniera positiva, di come il brunetto quella sera non avesse fatto mosse nei suoi confronti - se non comportarsi gentilmente come sempre. Ne fu contenta.

Si era cambiata, si era rinfrescata e aveva rinvigorito il profumo di fiori che le impregnava la pelle; sperava che lui non fosse già passato e non la avesse trovata - non aveva avuto modo di comunicargli la sua uscita, quel giorno. Infatti, uscì in silenzio dalla propria stanza, salì un piano di scale - l'ascensore sarebbe stato troppo rumoroso - ed andò a bussare piano alla suite dell'uomo.

Sospirò: era tardi, troppo tardi forse. Era tentata di andare via, e scusarsi poi il giorno successivo per avergli dato buca.

Ed invece non lo fece, perché la porta davanti a lei si aprì in uno spiraglio - vide solo un frammento del capo riccioluto che la guardava; il moro la riconobbe, e con un sorriso stampato sulle labbra la invitò ad entrare: quando non gli aveva aperto la porta, neanche un'ora prima, si era molto rattristato e deluso, aveva avuto paura di aver commesso qualche errore ed averla allontanata - ma quando ella, più dispiaciuta di lui, gli raccontò dell'accaduto, ridacchiò e la avvolse in un abbraccio, per farla tacere.

ANOTHER PART OF ME • michael jacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora