[ COMPLETA ]
Scritta: 14 Aprile 2020 - 6 Giugno 2021
Estate 1988, Roma, Bad World Tour di Michael Jackson. Una leggenda vivente all'apice del suo successo; un uomo dal sorriso smagliante, che funge da maschera al suo passato turbolento, dedito al la...
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"I never heard a single word about you Falling in love wasn't my plan I never thought that I would be your lover Come on, baby, just understand This is it, I can say I'm the light of the world, runaway We can feel, this is real Every time I'm in love, that I feel..." - Michael Jackson.
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E l'avrebbe fatto, sarebbe andato a riconquistarla. O almeno, avrebbe tentato...
Sapeva, dopotutto, che la principessa avesse ragione. Era stato stupido anche solo a sospettare della fiducia e sincerità della ragazza, che era probabilmente una delle poche, uniche persone al mondo a volergli bene per davvero. Dopo essersi sfogato con la dolce e gentile Diana, che si era resa subito disponibile, nonostante non si conoscessero così bene, decise che avrebbe seguito il suo consiglio: andare dalla biondina e tentare di farsi perdonare. A tutti i costi.
Nel vederla piangere, davanti a sé, gli si era incrinato il cuore - non aveva saputo cosa fare, come agire; ora lo sapeva, inconsapevole che il futuro gli riserbasse ancora delle amare sorprese...
Erano le nove di sera, ormai, e constatò che non fosse troppo tardi per andare a rimediare lì e in quel momento - quella stessa notte, altrimenti, non sarebbe riuscito a dormire; bensì, si sarebbe rigirato nel suo letto freddo, con la mente che veniva torturata dai rimorsi, fino al mattino.
Si diede una rapida sistemata al trucco sul viso e sulle mani, si stirò addosso gli abiti un poco stropicciati e legò i riccioli scuri in un codino basso, dietro la testa. Ovviamente, non poteva mancare il ciuffetto ribelle che gli ricadeva fra gli occhi.
Uscì furtivo dalla propria suite, attento a non attirare l'attenzione di eventuali guardie del corpo presenti nei paraggi; si pose un problema: qual era la stanza della fanciulla? Sbuffò, e come era solito fare da quasi due mesi a quella parte, scivolò nella hall come un ladro, e chiese cortesemente alla receptionist dove risiedesse una certa Anna De Rosa. Intimò la massima riservatezza - chissà cosa avrebbero detto, i giornali, nel sapere che si introduceva nella camera di una sua ballerina, ogni sera.
