44. Scambio epistolare (parte terza)

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Caro il mio Fiore,

ormai il tempo della mia prigionia sta finendo e mi sono ritrovata a pensare alla bizzarria degli eventi. Se quasi quattro anni fa avessi tagliato la gola di Tu-sai-chi, invece che la sua pancia, lui sarebbe senza dubbio morto (invece di finire in ospedale e beccarsi il supplizio della peggior convalescenza della sua vita, con tanto di busta per colostomia) e io sarei stata senza dubbio condannata, se non alla morte almeno a un ergastolo. Cosa mi ha spinta a spostare in basso la mano? Cosa mi ha impedito, anche nella furia di quel momento, di ucciderlo?

Non ne ho la più pallida idea. Ma ora Richard è vivo e in carcere e io sto per uscire. Sono viva anch'io. Tentato omicidio, con l'attenuante della difesa personale e di uno sconto della pena per aver collaborato con la giustizia. Il tuo capo, Paul Grimm, è un ottimo avvocato... ma non era un becchino? Comunque si fa pagare un occhio della testa. Sono in debito con lui per tipo altri 50 anni.

E i miei quattro anni di carcere nel frattempo stanno per scadere. Quando uscirò da qui, non avrò più niente.

Tutti i miei beni e quelli della famiglia Maverick sono stati confiscati e la maggior parte, come saprai, è stata distribuita fra le persone che sono state nostre vittime.

I miei genitori... non li ho più sentiti. Sei anni fa ho fatto credere loro di essere morta, probabilmente lo credono ancora, anche se non so con quale fortuna siano riusciti ad evitare di vedere le mie malefatte e quelle di Richard al telegiornale! Forse si sono trasferiti in qualche posto rurale, lontano e irraggiungibile, e neanche ce l'hanno una tv. Lo spero proprio.

Sono già alla ricerca di un lavoro, ma non so proprio cosa potrei fare e poi chi diavolo accetterebbe di dare lavoro a una pregiudicata? Ho la fedina penale sporca come un pezzo di fango vecchio. Non ho l'aspetto di una guardia del corpo, purtroppo, anche se è probabilmente il mestiere che mi si addice di più. Potrei provare a tagliarmi i capelli molto corti e vestirmi solo con giacca e cravatta? Ma ho come l'impressione che non funzionerebbe.

Se avessi abbastanza soldi, comprerei un pezzo di terra (il problema è che non ce li ho). Magari mi metterei ad allevare cavalli? Non lo so. Sono confusa e temo che fuori da qui sarà più dura che dentro. Helen mi dice che non devo preoccuparmi, che sarà come se non fossi mai stata in carcere. Facile parlare per lei! Quando uscirà dalla ridicola pena che le è toccata, troverà ad aspettarla il marito ricco da fare schifo e la sua villa alle Bahamas con i suoi cavalli arabi con la genealogia da superstar che costano ciascuno quanto metà del tuo ranch.

Tu sai quante volte ho pensato di provare ad evadere! Se non l'ho fatto è solo perché TU mi hai detto di non farlo. Santo cielo, perché sto ad ascoltarti?

Forse perché a stare in mezzo a tutte queste donne mi mancano gli uomini (sono QUATTRO ANNI che sono qui dentro senza un uomo! QUATTRO! Sto impazzendo) e mi metto a sbavare anche solo a vedere la tua calligrafia e faccio qualunque cosa mi venga richiesta. Riesco a vederti, con l'occhio della mente, chino sul tuo scrittoio troppo piccolo o sulla sella del tuo cavallo, curvo con la penna che sembra piccolissima nella tua mano. E sei bellissimo e lontano e mi viene voglia di mangiare il foglio e uccidere la guardia che passeggia nel corridoio e fare altre cose che non approveresti.

Salutami Lumacone e tutti gli altri. Dai un bacio a Tony da parte mia.

- L'Artiglio


Cara Artiglio,

calmati. Respira profondamente e non mangiare questo foglio.

A guardarla, la penna sembra normalissima nella mia mano, non piccola. E non sono questo granché: è solo che non mi vedi da tanto, hai formato nella tua mente un'immagine idealizzata di me. Sarai delusa quando ci rivedremo, inizia a prepararti all'idea.

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