10. L'inizio della guerra

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Il sole di mezzogiorno illuminava le proprietà dei McWoodland di un piacevole oro chiaro e una brezza leggera muoveva le punte dei fili d'erba. Vicino alla Mustang rossa era parcheggiata un'altra automobile sportiva, una Chevrolet Camaro bianca e lustra come uno specchio, e accanto alle due macchine c'erano in piedi due persone intente a parlare.

«Aspetta, fammi capire» Disse Sara, con le mani sui fianchi «Da quello che ho capito delle tue parole, siamo in guerra con il cartello del Precio de Sangre, adesso? Ho dannatamente capito bene?».

Richard le stava davanti, il volto teso nella rabbia e nel dolore, stringendosi nella giacca come se fosse una coperta di sicurezza. Annuì.

«Piccola, quei bastardi hanno ucciso mio padre» Spiegò

«Questo l'avevo capito» lei gli spostò la mano che lui cercò di poggiarle su una guancia «E mi dispiace. Condoglianze. Ma Richard, io non posso tornare con te, adesso»

«Perché no?» lui si drizzò, lo sguardo scandalizzato «È successo qualcosa che non so, in questo posto?»

«È successo qualcosa con gli uomini di Hector?» lo scimmiottò lei, rivolgendo la domanda contro di lui con l'abilità di un combattente che usa la forza del suo assalitore, facendolo indietreggiare «Ora hai un bersaglio grosso come un cavallo attaccato sulla testa, Richard. Se me ne vado da qui, sai cosa succederà? Che mi troveranno. Troveranno me e la mia famiglia, se continuo a frequentarti»

«Hai paura?»

«Ho paura per mia madre. Non per me» Sara fece uscire l'aria dai polmoni con un sibilo, passandosi una mano sulla faccia «E ho paura anche per te»

«So cavarmela, piccola»

«Non così tanto bene, se hanno fatto fuori tuo padre» lei gli puntò l'indice contro la faccia e lui si infuriò, allargò le braccia, ringhiò

«Vuoi dirmi che è colpa mia, adesso? STAI INSINUANDO CHE È COLPA MIA SE MIO PADRE È MORTO?»

«Tu hai scatenato questa guerra. E tu non hai saputo proteggere tuo padre» Sara appoggiò una mano su un fianco della Camaro, disegnando immaginari cerchietti con il pollice «Non sto "insinuando", è oggettivamente così. Ho paura che ti farai ammazzare, che...».

Richard la afferrò per un braccio e le diede un violento schiaffo, attirandola a sé per non farla cadere.

«Verrai con me» Ringhiò fra i denti «E io ti proteggerò. Ti giuro che ti proteggerò, ti giuro. Io ti amo».

Sara chiuse gli occhi. La sua faccia bruciava, certo, ma quello che ardeva di più era il suo orgoglio. Colpì con un pugno alla mascella l'uomo, costringendolo a staccarsi da lei e a indietreggiare, poi gli diede una ginocchiata allo stomaco.

Richard Maverick si piegò in due e alzò lo sguardo verso di lei, boccheggiando. Ricevette uno schiaffo in pieno volto, violento quasi quanto quello che le aveva dato lui.

«Non lo sai che le ragazze non si toccano neanche con un fiore?» Domandò lei, caustica, mostrandogli i medi.

L'uomo si massaggiò lo stomaco con una mano e si rimise dritto. Con il mento alzato, sorrise.

«I cavalli indomabili sono meravigliosi» Disse «È uno spettacolo ammirare la loro forza. Guardarli disarcionare tutti gli altri» si avvicinò a lei, lentamente, finché i loro nasi non si sfiorarono «Guardarli uccidere e ferire. Finché non arriva l'unica persona capace di cavalcarli e li trasforma nei destrieri più fedeli di tutti»

«Vuoi che ti dia il resto?» Sara si infilò una mano in tasca, raggiungendo il coltello a serramanico che portava sempre con sé. Non sapeva se sarebbe mai stata in grado di usarlo su Richard, di fargli così tanto male, ma era sempre meglio essere pronta ad ogni evenienza.

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