8. "Vendrá a ver al hombre muerto"

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Mark sospirò, strizzando gli occhi nella speranza di non stare vedendo davvero quello che stava vedendo. Erano le cinque del mattino, il lungo carro funebre era stato parcheggiato proprio sotto la sua finestra e questo significava di certo guai.

Dal mesto automezzo, che era sporco di fango vecchio e sembrava aver visto tempi migliori, uscì un uomo alto e incredibilmente grasso, con capelli nerissimi e lucenti ordinatamente lisciati sul testone rotondo, che indossava giacca, camicia e cravatta neri. L'uomo grasso guardò in alto e i suoi acuti occhi blu incontrarono quelli verdi di Mark.

«Vieni giù, ragazzo!» Disse, con voce acuta «Devi aiutarmi! Abbiamo un servizio funebre... speciale, oggi»

«E la mandria?»

«Non morirà se non la porti fuori per una mattina. Sbrigati!».

Mark chiuse le imposte della finestra perché nessuno potesse guardare dentro e iniziò a cambiarsi. Lo irritava e inquietava pensare che il suo capo, con tanto di carro funebre, lo aspettava di sotto. Qualcuno bussò alla sua porta.

«Sto arrivando, papà. Lo so che c'è il signor Grimm!» Rispose Mark, sbagliando l'ordine con cui doveva chiudersi i bottoni e dovendo ricominciare da capo

«Non sono tuo padre».

Mark chiuse gli occhi per un istante, si sistemò la camicia e aprì la porta. Di fronte a lui c'era Sara, già vestita di tutto punto con tanto di giubbotto nero di pelle. Portava intorno al collo una catenina di metallo che poteva essere finto-arrugginito o arrugginito-davvero da cui pendevano alcuni denti che sembravano assolutamente umani, di cui uno sfoggiante un'otturazione di piombo.

Mark batté le palpebre.

«Buongiorno. Cosa vuoi?»

«Oggi vengo con te al pascolo» gli rispose lei, con l'aria di chi non accetta un rifiuto

«Ci puoi andare da sola, al pascolo»

«Ti seguirò, che ti piaccia o no»

«Allora non verrai al pascolo, verrai ad imbalsamare morti» lui fece una specie di protosorriso, un'espressione che avrebbe potuto essere di gioia ma non lo era davvero «Oggi lavoro»

«Sul serio?» si lamentò lei «Non puoi dirlo sul serio. Andiamo. No?»

«Vado al lavoro»

«Ma sono... argh...»

«Se ci tieni davvero davvero e sai come si fa, puoi farlo tu per me. Puoi portare le vacche al pascolo»

«Non so come si fa»

«Allora perché non gli dai da mangiare? Puoi prendere le balle nel fienile. Grazie dell'aiuto» Mark fece per chiudere la porta, ma Sara infilò la gamba nello spiraglio per impedirlo.

«Non ci provare»

«Devo cambiarmi!» il tono di lui era quasi disperato «Il mio capo mi aspetta di sotto!»

«Sei serio?»

«Certo che sono serio! Smetti di chiedermelo!».

Sara entrò in camera sua e lo fece spostare con il braccio, poi guardò fuori dalla finestra. Il carro funebre e il tizio grasso vestito in elegante completo nero le sembrarono evidentemente una prova sufficiente della sincerità di Mark, perché ritornò indietro incrociando le braccia

«Va bene» disse «Ma domani vengo con te. Al pascolo»

«D'accordo» lui annuì «Domani verrai con me».

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