11. Con la testa in mano al boss

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Maverick, mostrando un leggero nervosismo nel modo in cui si mordicchiava il labbro inferiore, tirò fuori dalla tasca un portafoglio da cui spuntavano due sigarette un po' sgualcite, lo aprì e iniziò a frugare fra le carte di identità false con attenzione, per evitare di presentarsi con un terzo nome ancora diverso. Alla fine trovò il documento che cercava e lo porse al signor McWoodland, che non si spostò per venirgli incontro e lo costrinse ad avvicinarsi.

«Ecco, ecco, la mia carta di identità».

Brody prese il documento, lo estrasse dalla sua protezione di plastica trasparente e lo esaminò accuratamente. Non si trattava di un falso e l'uomo se ne accorse: sul suo volto si disegnò un sorriso leggerissimo che incurvò appena gli angoli delle labbra sottili.

Riconsegnò la carta d'identità al suo proprietario

«Non capirò mai gli scherzi di voi giovani» disse «Perché mai presentarsi con un altro nome?»

«Lovegood è il suo soprannome» intervenne Sara «Glielo hanno dato al college. È scherzoso, del tipo che... prendeva in giro la sua fede. In modo bonario. Sai zio, per quella cosa di "ama il prossimo tuo" e "sii buono"»

«Comprendo» il sorriso di Brody non si allargò di un solo millimetro «Hai trent'anni, giusto?»

«Si, ne ho trenta» confermò l'uomo

«E Sara ne ha diciotto»

«Si, ma noi ci amiamo».

Brody non sembrava particolarmente impressionato dal loro "amore", ma annuì e controllò l'ora sul suo orologio da polso

«Si pranza fra mezz'ora. Preparatevi e lavatevi le mani».

A tavola, nessuno dei fratelli McWoodland parve avere la minima intenzione di rivolgere la parola a Richard. Mark non pensava fosse consigliato discutere di un qualunque argomento con gli ospiti mentre suo padre lo supervisionava, altrimenti sarebbe stato sgridato o redarguito a ogni frase. Timothy e Oliver, invece, conoscevano di fama i legami fra Richard Maverick e la criminalità organizzata e, nel dubbio che fosse tutto vero, non si azzardavano a fiatare in sua presenza.

«Che pranzo silenzioso» Commentò Sara, cercando di rompere il ghiaccio, ma tutto quello che ottenne fu di sentire lo zio Brody darle ragione e ammettere che era meglio quando i suoi figli stavano zitti.

Dopo pranzo, Richard si fiondò fuori a fumare come se ne andasse della sua vita, lasciando i fratelli McWoodland dentro a lavare i piatti.

«Ma che diamine, è un convento» Commentò, quando vide Sara raggiungerlo «Si mangia in silenzio e non si guardano in faccia le persone? Ma io non lo so...» sputò una nuvola di fumo, poi aspirò con forza, riempiendosi i polmoni «Come hai fatto a non essere morta di noia, con questa gente?».

Sara rimase un istante in silenzio, a guardare i grigi fili di fumo uscire dalla narici di Richard, poi sospirò

«Sono morta di noia e ora stai parlando con il mio fantasma. Secondo te perché non ci volevo venire?»

«Hai ragione, piccola, ma come vedi è stata una precauzione necessaria. Se avessero visto anche te, ora starebbero dando la caccia alla tua famiglia»

«Non credo. Io ti avrei impedito di litigare con loro»

«Ah si? E come fai ad esserne così sicura?»

«Tu sei...» lei cercò la parola giusta, ascoltando l'eco delle lettere nella sua testa «... Focoso. Ecco. Troppo focoso, hai bisogno di qualcuno che... smorzi quel carattere. Avrai sicuramente litigato con quelli del Precio de Sangre perché ti avranno detto qualcosa di offensivo senza neanche volerlo e tu gli hai risposto. Una cosa tira l'altra e...»

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