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L'aeroporto di Bologna doveva essere un luogo di ricordi felici, dato che è stato il punto di partenza del mio primo viaggio con gli amici e con il mio ragazzo fuori dall'Italia. E lo era, fino ad esattamente cinque minuti fa. Ora, è solamente il luogo da cui me ne andrò senza Matt, e sarà così per dieci lunghissimi mesi. Osservo la gente partire con odio e con ancora più gli aerei che partono. Aggeggi infernali che mi porterranno via il mio ragazzo.

In realtà, quelli che dovrei odiare profondamente sono i miei capi: erano talmente soddisfatti che Matt avesse accettato, che hanno prenotato e pagato loro il suo viaggio, assicurandosi poi di chiamare l'agenzia lavorativa, per assicurarsi che il mio ragazzo ricevesse un'accoglienza da re. Quindi, suo trasferimento, è stato molto più facile del mio e molto più agevolato. Sospetto che Matt semplicemente non avrebbe comunque potuto decidere se partire o meno, perchè gli altri avevano già scelto lui. E la mia idea è quella che l'abbiano deciso anche per testarci, per capire se per noi contasse più il nostro lavoro che la nostra relazione. E data la gentilezza dei miei superiori nei miei confronti in questo periodo, temo che sia proprio così.

_ Ilenia ... così mi fai male _

_ Oh, scusa _ mormoro, mollandolgi la mano. Lui la riprende subito, e la sfiora con le labbra.

_ Stai bene?_

Respiro profondamente e mi appoggio alla sua spalla. Matt è diventato un po' troppo dolce e apprensivo, in questo ultimo mese. Mi chiede in continuazione come sto e i suoi gesti sono diventati molto più delicati che passionali e dettati dal desiderio. Non doveva farmi questo, perché sto facendo sempre più fatica a mentirgli. Parole come " Sì, sto bene" o " Stai tranquillo", sono diventate sempre più complicate da esprimere e ogni volta che gli parlavo, mi sembrava di fingere. E io che ero la prima a dire che in una coppia ci voglia sincerità ...

_ Sì, sto bene. Spero solo che il tuo aereo non faccia ritardo: non faresti una bella figura, il primo giorno ... _

Lo sento sbuffare e lo vedo allungare la valigia ad Eleonora, che assieme a Edoardo, ci hanno accompagnato all'aeroporto per salutare Matt.

_ Tienimi per qualche minuto questa, Nora_

Poi mi trascina via, in una zona un po' isolata.

_ Ilenia, ascoltami, adesso mi sono stufato. Va bene sopportare, ma così è troppo. Mi dici quello che stai pensando veramente?_

Incrocio i suoi occhi tempestosi, più scuri del solito. Deve essere proprio arrabbiato.

_ Non sto pensando a niente, Matt, davvero, se non al ritardo. Lo sai che sono fiscale, con gli orari _

_ Certo, come no _ sbuffa e poggia la fronte sulla mia. Ma che vuole che gli dica? Che non sto bene? Che non voglio che parta? Che sto odiando la società per cui lavoro, l'aeroporto, me stessa e lui? Adesso, ad un'ora dalla sua partenza?

Lo guardo e lui guarda me. Osservo le sue labbra e pensare che quelle non saranno più sul mio corpo e sulla mia bocca per i prossimi mesi mi fa impazzire. Lo voglio, come lo voglio sempre. Passata la discussione, Matt è tornato a toccarmi come prima, ma con più delicatezza nei miei confronti. Il sesso era dolce, tenero. Non dico che non mi piacesse, anzi, mi faceva impazzire, ma avevo bisogno di sfogarmi in qualche modo. E tutta la frustrazione che ho provato nel mese precedente mi sfocia addosso tutta adesso, mentre lo guardo. Mi getto sulle sue labbra quasi con disperazione, ignorando il fatto che siamo in un luogo pubblico e che altra gente potrebbe vederci. Voglio Matt, con prepotenza. Fortunatamente, lui ricambia il bacio con la stessa forza, sbattendomi contro il muro e prendendomi in braccio. Assomiglia parecchio al primo bacio che ci siamo scambiati nella palestra. Solo che quello era il primo. Questo è l'ultimo. Sento la mia resistenza frantumarsi e le lacrime mi cadono sul volto. Non voglio. Non voglio che se ne vada. Matt è mio, e lo è da poco tempo. Troppo poco. Non mi piace averlo lontano. La distanza rovina sempre tutto. E la mia relazione con Matt è la cosa più bella che mi sia capitata, non voglio rovinarla. Non voglio lasciarlo.

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