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Il lunedì successivo all'imbarazzante appuntamento a quattro, vengo accolta in ufficio da un silenzio gelido. Matt non ha neanche alzato lo sguardo quando sono entrata, non ha risposto al mio saluto e non mi ha elencato il programma della giornata. L'unica forma di comunicazione adottata dal mio collega è un bigliettino con una serie di ordini: controllare le scadenze di vari romanzi, finire di correggere una bibliografia, prendere appuntamento con quattro autori.

Mi siedo alla scrivania e inizio a lavorare senza osare chiedere nulla, neanche una precisazione. O il motivo di un tale atteggiamento. Sono indecisa: si è alzato male o è stata la discussione durante il week end? Io opto per entrambe le cose, ma può darsi che mi sbagli. Non ho neanche il coraggio di andarmi a prendere il caffè di metà mattinata, tale è il gelo. Anche se non penso di avrebbe detto qualcosa. Probabilmente mi avrebbe caricata di lavoro per incollarmi alla sedia.

A pranzo sono felice come una pasqua di alzarmi. Scappo velocemente nel salotto, dove Marina mi aspetta seduta su un tavolino da pranzo. Mi accascio di fianco a lei, che mi guarda con compassione:

_ Giornataccia, eh?_

_ Non chiedere_ borbotto, iniziando a mangiare il mio panino. Così va molto meglio. Il mio stomaco stava chiedendo pietà.

_ Non dirmi che si è rifiutato di farti scendere giù a mangiare_

_Non gliel'ho neanche chiesto, sinceramente. Avevo paura di farlo infuriare ancora di più _

Marina di sporge verso di me e mi allunga metà del suo muffin. La guardo in adorazione e addento il dolce.

_ Ma cos'è successo?_ domanda, lasciandosi sfuggire una nota di preoccupazione.

Scrollo le spalle.

_ Non so. Matt ne ha una ogni giorno. A dire la verità la settimana scorsa stavamo andando anche bene, ma ... _

Faccio un gesto vago con la mano. Marina sa che abbiamo trascorso assieme il pranzo di sabato, ed è stata informata di tutti i pettegolezzi. Mi ha confermato che il suo ex usciva spesso con Matt e una ragazza bionda. Ma, da quando si sono mollati, Edoardo evita il suo amico come la peste. Non ho avuto cuore di chiederle se avesse parlato con il suo ex per conoscere il motivo del suo allontanamento. E lei non si è proposta di chiederglielo, facendomi sospettare che la ferita fosse ancora aperta. Dovrò indagare per conto mio.

_ Ilenia... _ La mia amica mi accarezza un braccio _ So che hai il terrore di perdere questo lavoro, ma... non puoi continuare a farti trattare così. Voglio dire, ormai è la tua quarta settimana... Matt dovrebbe essersi abituato alla tua presenza. È sempre stato, da quando è stato assunto, un lupo solitario, ma così è troppo. Non è salutare per te lavorare in uno stato di terrore_

Incrocio le braccia sul tavolo e ci appoggio sopra la testa. Marina ha ragione, dovrei stabilire una sorta di "campo neutro" con Matt, perlomeno quando lavoriamo assieme. Ma la verità è che io non ho idea di cosa fare con lui. Sono sempre stata la classica brava ragazza, con la testa fra le nuvole e circondata da amicizie sicure e costanti. Ma da quando il mio ex e la mia migliore amica mi hanno tradita, tutto il mio mondo è iniziato a crollare, senza darmi tempo di adattarmi. Come la gestisco la situazione con Barbara? Come farò a studiare per la laurea e lavorare contemporaneamente? Come rimetto Matt al suo posto senza rischiare di farlo arrabbiare ancora di più e farmi licenziare?

Sono tutte domande che per me non hanno risposta, perché non ci sono abituata. Non ho mai avuto " quasi amiche", non ho mai voluto prendere altri impegni mentre studiavo, non mi sono mai confrontata con persone lunatiche. Io volevo lavoro, amici e fidanzati semplici. Al diavolo.

_ Magari potresti ... _ sta per consigliarmi Marina, per poi interrompersi bruscamente _ Oh oh_ mormora, per poi prendere le sue cose e allontanarsi in tutta fretta.

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