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Tra il lavoro, sempre più pressante con l'arrivo delle vacanze bianche, e Matt e i suoi non-appuntamenti, come mi ostino a ricordargli, dicembre arriva con velocità, lasciandomi completamente impreparata a tutte le novità. In primo luogo, i miei genitori - mia madre, in particolare- hanno preteso di conoscere questo famoso collega e ora anche ragazzo, prima di Natale, e quindi prima di Capodanno. Secondo, il Capodanno stesso, che mi stressa più del dovuto, perché sarà il primo viaggio che faremo assieme, e terzo, la cosa più terribile, la consapevolezza che tra un mese conoscerò entrambi - sì, esatto, entrambi- i genitori di Matt. Il mio adorabile collega mi ha avvisato all'improvviso, appena una settimana fa, che al pranzo di famiglia, ci sarà pure suo padre, del quale io temo il giudizio, dato che Matt si sente profondamente legato a lui.

Non c'è da stupirsi se, il primo lunedì di dicembre, io mi presenti al lavoro totalmente frastornata e con la testa tra le nuvole. Si è aggiunto il fatto che stamattina, come tutta la settimana scorsa, Matt mi ha anticipato in ufficio, adducendo a fatti importanti di cui discutere con i piani alti. Non mi ha voluto dire cosa, e questo mi ha fatta un po' irritare, dato che sappiamo entrambi di cosa sta discutendo: della nostra relazione più o meno illecita. E' vero che, alla redazione, io e Matt siamo impeccabili in quanto comportamento: ci evitiamo il più possibile e quando lavoriamo assieme, bisticciamo, esattamente come facevamo nei mesi precedenti. La cosa più grave è non sono teatrini, ma reali situazioni di vita quotidiana: Matt non ha perso la sua irritante arroganza e io mi accingo spesso a ricordarglielo, sicuramente incoraggiata dal fatto che stiamo assieme. Giornate normali, quindi, e dubito che qualcuno sia sia accorto di qualcosa, se non Edoardo e Marina. E Riccardo, che però ci evita come la peste. Quindi, se i grandi capi hanno scoperto qualcosa, è perché Matt gliene ha parlato. Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Al mio collega non piace nascondere le cose. Ma non capisco perché andare a parlarci da solo. In fondo, in questa relazione siamo in due.

Sospiro, mentre salgo le scale, e occhieggio la macchinetta del caffè. Ne ho già preso uno stamattina a colazione, ma ho il presentimento che questa sarà una giornata pesante ... Purtroppo, non riesco a fare un passo verso di essa che la porta del mio - nostro- ufficio si apre. Matt mi nota e mi sorride, uno splendido sorriso, che mi riserva solo durante il post-sesso, mente ci coccoliamo. Non ho ancora analizzato la versione di Matt adorabile, dato che è quella che mi sconcerta di più. Se sono arrendevole nei suoi confronti quando è uno stronzo, figurarsi quando è dolce ...

_ Ilenia! Ti stavamo aspettando!_

Il mio sguardo imbambolato si irrigidisce subito. Ci? Che significa? La risposta mi viene data nel momento in cui metto pieno nello studio: la signora Solfrini, l'arpia che mi ha fatto il colloquio insieme a Matt, mi aspetta con un cipiglio severo in mezzo alla stanza. Oh, merda.

Lancio un'occhiata veloce a Matt, che sembra totalmente rilassato. Decido di fidarmi.

_ Buongiorno, signora Solfrini _

_ Buongiorno, signorina Ferrari. Perfettamente in orario. Prego, si accomodi _

Esulto mentalmente per la mia precisione, e mi affretto a togliermi il giubbotto e sedermi sulla sedia, in una posa che spero riesca ad impressionarla. Maledizione, si vede che sto sudando?

_ Come vanno gli studi?_ mi chiede lei, e rimango a bocca aperta. Gli studi? Cosa diavolo c'entrano?

_ Bene ... _ rispondo, esitante. Ho dato quasi tutti gli esami del primo semestre, prendendo ottime valutazioni.

_ Riesce a organizzarsi con lo studio e il lavoro? Ha per caso qualche problema di organizzazione?_

_ No, direi proprio di no ... _ mormoro. Cosa diavolo è questo quarto grado?

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