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_ Ilenia? Ti posso parlare un minuto?_

Alzo la testa dagli appunti della lezione, risvegliandomi dallo stato catatonico con cui mi sono presentata stamattina al corso. E mi accorgo che la lezione è finita, probabilmente già da un pezzo e il mio professore mi sta chiamando da chissà quanti minuti. Gran bella figuraccia.

_ Certo, mi dica _

Infilo i fogli nella borsa e tento di rivolgere la mia totale attenzione al professore, che mi fissa con occhi preoccupati. Si siede di fianco a me e si toglie gli occhiali:

_ Va tutto bene? E' dall'inizio della settimana scorsa che ti vedo con la testa fra le nuvole e non è da te. O meglio, ti solito ti distrai guardando il telefono o scrivendo qualcos'altro _ Tento di nascondere l'imbarazzo per essere stata scoperta dal professore che stimo di più _ Ma in questo periodo sembra che niente ti possa togliere dalla testa i tuoi pensieri, sei sempre intenta a fissare il vuoto anche per un'ora di lezione. C'è qualcosa che non va?_

Abbasso lo sguardo. La verità è che ha ragione. Sono in ansia, stressata e sempre sull'attenti. Due anni fa, se avevo bisogno di scaricarmi, andavo in palestra a picchiare un sacco, ma adesso non ho più il tempo di farlo e non so come rilassarmi.

_ E' solo ... il lavoro, prof. Devo ancora imparare a gestirmi e il non avere tempo libero da dedicare a me stessa mi esaspera_

Non è tutta la verità, ma non ho voglio di assillarlo con i miei problemi. Devo solo capire come lavorare per bene.

_ Capisco. Ti hanno assegnato compiti particolari fin da subito, eh?_

_ Già. Il mio collega lavora un sacco e io gli faccio da assistente, più o meno. C'è molto da fare_

_ Perché non ti rilassi questo weekend, Ilenia? Se non sbaglio, non lavori il sabato e la domenica_

In realtà, no. Ho chiesto a Matt la possibilità di non lavorare di sabato, ma mi ha indirettamente fatto capire che, se salto quel giorno, le mie possibilità di farcela sono minime. Sono nuova, devo imparare e devo farlo in fretta. E questo si traduce nel passare la metà del mio weekend al lavoro.

Questo però non è un problema del mio professore. Ha fatto tanto per farmi avere un colloquio e non posso sempre affidarmi a lui.

_ Sì, pensavo ... di stare a casa a rilassarmi, in questi giorni_

Il professore annuisce e mi lascia andare a casa con un saluto.

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Quando poso la borsa con dentro i libri per le lezioni, le mie spalle si afflosciano per il sollievo. Mi stendo sul divano e chiudo per qualche minuto gli occhi. Ho bisogno di un attimo per me.

Sfortunatamente, la porta di casa si spalanca con un gran fracasso e la mia coinquilina fa il suo ingresso trionfale.

_ Ciao Ilenia! Perché sei lì distesa?_

Con uno sforzo immane, mi metto seduta.

_ Ciao, Barbara_

Io e Barbara ci conosciamo dalla prima liceo, vale a dire ormai otto anni, ma... il nostro rapporto è parecchio complicato. Quando, in terza superiore, mi sono dovuta trasferire da Milano a Cesena, abbiamo avuto un brutto.... scontro. Una brutta storia: il mio ragazzo e quella che consideravo una delle mie migliori amiche, Eva, mi hanno tradita. Barbara .... lei non ha fatto niente. O detto. O difesa. O consolata.

Comunque, abbiamo smesso di parlarci. Mi avevano ferita, ero completamente devastata. Erano tutta una parte della mia vita, ma mi hanno gettata via come un calzino sporco.

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