29. Al lavoro in fattoria!

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«Ah si? Solo per questo?»

«E anche per quell'altra cosa».

Sara rise forte e lui si sentì sciogliere al suono di quella risata, tanto che si arrischiò a ridacchiare anche lui.

«Quell'altra cosa! Sei uno spasso, McWoodland!»

«Come ti avevo promesso»

«E quindi ora che si fa?»

«Ora si va a lavorare sul serio, è la cosa più divertente che si possa fare con un amico in un ranch» disse lui, alzandosi in piedi «Ma ci portiamo tutti i cani. E ti faccio vedere chi sono davvero»
«Hai intenzione di farmi uno strip-tease in mezzo ai campi?»

«Mi aiuterebbe a farti rimanere qui?»

«Certo che sì!»

«Beh, non lo farò comunque. Vatti a mettere dei vestiti sporchi, ci sarà da infangarsi come animali»

«Già mi piace».

Dieci minuti dopo, Sara e Mark erano di nuovo fuori, indossando i vestiti del mattino. Il cielo era tornato ad essere sufficientemente chiaro dopo la botta d'acqua che aveva svuotato i nuvoloni e il sole ridente imbiancava le poche nubi sopravvissute.

Controllarono il perimetro della recinzione principale, per assicurarsi che fosse ancora in ottimo stato; a sorpresa, non lo era e così dovettero sostituire un palo che era stato colonizzato dalle larve fino a diventare spugnoso e si era inclinato. Mark spiegò che si trattava di un massiccio attacco di scolitidi, coleotteri xilofagi (dalla dieta costituita principalmente di legno) che deponevano le uova all'interno del palo e i cui piccoli scavavano gallerie nutrendosi. Le fece persino vedere una crisalide, una cosettina bianca con un faccino adorabile, da cui sarebbe sfarfallato un minuscolo adulto.

«È un peccato doverle ammazzare» Commentò Sara «Guarda che faccia di micro-angioletto!»

«Non li ammazziamo. Carichiamo il palo sul camioncino e lo andiamo a scaricare sul retro della fattoria del vecchio Michaels, con cui, se ricordi bene, abbiamo un conto in sospeso, sperando che gli scolitidi adulti si mangino tutta la sua recinzione»

«Abbiamo?»

«Adesso sei la mia complice, quindi abbiamo un conto in sospeso tutti e due»

«E va bene».

E così fecero: caricarono sul retro del camioncino il palo (e nell'abitacolo quattro cani, fra cui Big Buff che continuava a cercare di sedersi sugli altri tre) e lo portarono ad una fattoria vicina, dove lo nascosero con attenzione sotto il telo di plastica impermeabile che copriva la legna da ardere, per poi ritornarsene zitti zitti in macchina. Un ragazzo con l'aria da belloccio era uscito dalla piccola cabina lì vicino e li aveva visti.

«McWoodland!» Aveva urlato, sgranando gli occhi «Se papà ti becca qui ti fa girare la testa a settecento gradi!»

«Di' a papà» replicò Mark, sporgendosi dal finestrino «Che se ci riesce lo pago pure. Divertiti, Shawn!»

«Aspetta! Aspetta, McWoodland! MCWOODLAND!».

Il ragazzo inseguì il camioncino in moto come se avesse gambe veloci abbastanza per raggiungerlo, mentre Sara rideva sia di lui che di Big Buff che era appena caduta zampe all'aria e sembrava felice comunque.

«McWoodland! Non la passerai liscia!».

Le persone dentro l'abitacolo udirono un improvviso "clunk!" provenire dal cassone del camioncino. Mark si sporse per guardare dietro e vide che Shawn era riuscito a saltare chissà come sul mezzo in movimento e stava in piedi fra le cassette vuote e sopra il telo di plastica, a gambe larghe e con un sorriso impertinente sul bel volto.

Il Fiore e l'Artiglio + Versione fantasy estesa +Where stories live. Discover now