18. La forza di una sanguisuga

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Remigio obbedì come se fosse abituato a ricevere ordini strani.

«Ammazzalo, Sara» ordinò seccamente Maverick.

Sara alzò la pistola. Avrebbe potuto puntare al mento di quel poveraccio: il proiettile gli avrebbe attraversato tutta la testa, spappolandogli il cervello. Oppure avrebbe potuto farlo fuori con un singolo colpo al cuore: era così vicina che avrebbe potuto poggiargli la canna della pistola sul petto. Sarebbe stato facile, come bere un bicchier d'acqua. Per tutti gli inferni! Lei aveva già sparato a bersagli assai più difficili. Tuttavia, quando poggiò l'indice sul grilletto, esitò.

«Vostra eccellenza, no!» Esclamò Remigio, abbassando la testa, gli occhi terribilmente dilatati di paura «Non ho fatto niente! Non vi ho fatto niente!»

«Che ha fatto quest'uomo? Perché lo sto per uccidere?» ringhiò Sara, abbassando la pistola.

Si convinse che si sarebbe accontentata di una sola parola. "Tradimento", "Slealtà", "Inefficienza". Ma Maverick, con il volto disgustato di chi ha calpestato un grosso grasso verme, le rispose

«Niente. È solo feccia, spazzatura. È qui solo per morire. Ammazzalo».

Remigio tremava, respirando rumorosamente, con le narici dilatate. Non aveva fatto niente e ne era perfettamente consapevole, per questo forse non correva via, sperando ancora di poter ricevere una grazia da quella condanna a morte. O forse non voleva che gli piantassero un proiettile nella schiena mentre fuggiva come un vigliacco e questa era una cosa che Sara apprezzava.

«Non so cosa ho fatto di male» Disse Remigio, le sottili labbra in preda ai tremiti «Ma vi giuro che non lo farò mai più! Mai più! Non contrarierò mai più eccellenza! Anzi, anzi... devo essere punito! Si, si, devo essere punito!» singhiozzò, strizzando per un attimo gli occhi «Se muoio non posso essere punito bene, no? Tagliatemi una mano! U-una mano! No? Così tutti vedranno che mi avete punito».

Sara abbassò la pistola. Negli ultimi anni si era detta e ridetta centinaia di volte che non avrebbe avuto alcun problema ad uccidere, invece ne aveva uno ed era pure bello grosso.

«Grazie, signora, grazie, grazie...» Iniziò a cantilenare Remigio, pur rimanendo nella stessa posizione di prima, chiaramente troppo spaventato da Maverick per disobbedirgli.

«Fallo fuori» Ribadì Richard «O non sei donna abbastanza da premere il grilletto?».

In quel momento, Sara sentì uno strano impulso: voleva sparare. Il problema era che non voleva puntare la canna della pistola contro quel derelitto che se ne stava a braccia aperte sull'uscio del suo squallido appartamento, ma contro la bella faccia di Richard Maverick. Gli avrebbe dimostrato che avrebbe potuto premerlo eccome quel grilletto! Ma non per uccidere gli innocenti.

«Tu non vuoi che io spari» Gli disse, scoprendo di riuscire a malapena a contenere la rabbia nella propria voce.

Richard prese quella rabbia per paura.

«Tu non sarai mai l'artiglio» Disse, poi cercò di strapparle la pistola di mano. Si aspettava di riuscire a prendergliela facilmente, ma Sara fu più veloce e gli sparò su un piede. La ragazza non provò nient'altro che un'intensa soddisfazione in quel momento.

«CAPO!» Gridò Lennart, gli occhi sgranati, guardando Maverick accasciarsi urlante.

Sara si allontanò di qualche passo. Sapeva benissimo che non era stato un incidente, di aver sparato apposta, ma adesso avrebbe dovuto fingere contrizione e paura per le conseguenze del suo gesto, se voleva sopravvivere. Non si scherzava con Richard Maverick e lei lo aveva appena ferito. Ma se invece lo avesse ucciso? Se avesse ucciso entrambi, Richard e Lennart? Non avrebbe dovuto fingere niente con nessuno e forse avrebbe trovato un modo per farlo passare per un incidente...

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