Addio amico.

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Alexander's POV

«Non lo fare.» Kole cercò di prendere la pistola che stavo caricando dalle mie mani.

«Forse non hai capito.» Lo guardai. «Non avrò pace finché non sarà scomparso dalla faccia della terra.»

Mi ritrovai con la schiena sul muro di quella fredda stanza.

Mi contorsi dal dolore e cercai di allontanarlo da me.

«Cosa credi di fare?» La mia faccia era alquanto stupita, non mi aspettavo quel suo gesto.

Mi guardava furibondo, gli occhi iniettati di sangue.

«E se quei deficienti ti uccidessero, come pensi che starebbe Madelyn?» Urlò.

«Hai anche un figlio a cui pensare, egoista di merda.»

Detestavo ammetterlo, ma forse aveva ragione.

In tutti questi anni ho sempre e solamente pensato a me stesso; sono stato così crudele con gli altri e non me ne sono mai resto conto.

Ero diverso da bambino: così solare e dolce. Continuerò a ripetere che il grazie era dovuto solamente a mia madre; la mia roccia, la mia ragione di vita sin da bambino.

Neanche a mio fratello gemello ero così legato. Però quel bastardo mi mancava follemente.

Forse dopo quello che era successo con mio padre, ho cercato di essere più duro e scontroso con gli altri, diventando...quasi come lui.

Scossi la testa, cercando di ritornare in me stesso.

«Non sono in me Kole, scusami.»

Allentò lentamente la presa, non distogliendo lo sguardo dal mio.

«Non sono io quello a cui devi chiedere scusa, ma a te stesso.»

«E se le facesse del male?» Chiesi con occhi fin troppo addolorati. «Ho paura amico.»

«Se succedesse...» Continuai. «Sarebbe soltanto colpa mia.»

«Non puoi cambiare quello che hai fatto nel passato, Alex...» Sospirò. «Ma puoi cambiare il tuo futuro, migliorando.»

«Sii migliore di quei figli di puttana!»
Affermò dandomi una pacca sulla spalla.

«Ti voglio bene amico, e te ne vorrò sempre.»

Aprii bocca per rispondere, ma non appena sentii un aggeggio dietro la nuca, sobbalzai.

«Vi siamo mancati, teste di cazzo?» Sghignazzò, levando poi la sicura dalla pistola.

Guardai il mio amico ed in quel momento, capii che stavamo nella merda fino al collo.

**

«Non farlo, Moore.»

Guardai la pistola  con la coda dell'occhio e poi Kole, in segno di un approvazione, ma negò col capo.

«Farò tutto quello che vuoi, cazzo.» Ingoiai la saliva. «Ma lascia in pace la mia ragazza.»

Dissi quasi in un sussurro.

«Aw, che dolce il nostro Blake.» Si mise due dita in bocca, facendo finta di vomitare. «È innamorato.»

«Comunque...» Continuò sospirando. «Non ci penso neanche.»

Kole stava fermo di fronte a me, l'uomo gli puntava l'arma contro la schiena, dietro di lui.

Stavo sudando freddo, non sapevo cosa fare.

«No. Puoi scordartela. Dovrai passare prima su di me, bastardo.»

Sputai con tono di sfida.

«Credi che io stia scherzando? Hai steso il mio uomo e ne pagherai proprio adesso le conseguenze.»

Fece un cenno col capo all'altro uomo e da quel momento non capetti più nulla.

Il mio corpo si paralizzò, aveva sparato a Kole, al mio amico, sulla schiena.

Il suo corpo cadde a terra, il sangue non smetteva di fuoriuscire dal suo corpo.

Non riuscivo a respirare, le lacrime iniziarono ad uscire dai miei occhi. Era come se una parte della mia anima si fosse spezzata in quel momento.

«Pulisci il casino. Alla prossima.» Sghignazzò e mi spinse facendomi cadere, per poi uscire con l'altro uomo.

In men che non si dica, mi catapultai verso Kole, in preda al panico.

«Cazzo amico, svegliati...Non puoi farmi questo.»

La mia vista era sfocata in quel momento. Cacciai un urlo forte, la gola iniziò a bruciare, ma non m'interessava. Avevo perso un amico, e tutto questo di nuovo per colpa mia.

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