Grazie a te ho capito di avere un cuore.

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Hai capito che non sono
come tu credevi, che mando
sempre via chi mi teneva
in piedi.

**

«Ti serve qualcosa?» Mi chiese dolcemente, posizionando la mano sulla mia gamba, accarezzandola.

«No, Gabe.» Sorrisi. «Sto bene così.»

Da premettere che apprezzavo molto il modo in cui mi stava trattando in quel momento: veniva ogni tanto a controllare se stessi bene.

Lo ammiravo, ma era diventato un tantino appiccicoso.

Insomma, avevo bisogno dei miei spazi, mi sentivo sotto pressione con lui.

«Riesci ad andare a scuola oggi?»

«Certo, Gabe. Sono incinta, non malata.» Affermai con un tono di voce acido.

«Okay.» Rispose solamente, per poi andarsene.

Scrollai le spalle indifferente, pur sapendo di averlo offeso.

**

«Ciao bellezza, come stai?»

«Bene.» Poggiai i libri nel mio armadietto.

Non sapevo come stavo. Era da tempo che non volevo e non riuscivo ad ammettere che mi mancava da morire.

Non era successo chissà che tra di noi, ma era come se senza di lui non potessi stare, era come se fosse stato una parte di me, del mio cuore.

Ma non potevo più illudermi; dovevo andare avanti, senza di lui e volevo essere una perfetta madre per questo bambino.

Incontrare magari qualcuno con cui sarei riuscita a stare bene, qualcuno con cui passare il resto della mia vita.

Ma una cosa la sapevo per certo: Non sarei mai riuscita ad amare qualcuno come lo avevo fatto con lui. Impossibile.

«È da parecchio che non vengo, cosa abbiamo adesso?»

«Matematica.»

Chiuse velocemente le ante dell'armadietto prendendomi le mani, per poi trascinarmi in classe.

Giornata monotona. Come sempre.

Matematica che m'interrogava ed io come al solito, non sapevo un bel nulla.

«Mad!»

Osservai da lontano la mia amica, la quale mi stava chiamando imperterrita; i suoi capelli lunghi e castani le ricadevano sul viso e mi scappò un sorriso notando la sua espressione mentre correva.

«Ho incontrato Mark.» Eccitata come non mai, iniziò a sclerare davanti a tutti.

«Mi ha chiesto di uscire stasera.»

Sorrisi maliziosamente.

«Quel Mark? quello su cui hai fantasticato per tutta la tua esistenza?»

Sbuffò. «Sì!»

«Questi sì che sono passi avanti.»

BORN TO LOVE YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora