L'ho fatto solo per te.

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Io che ho sempre odiato tutti, e adesso piango per te.

**

Stavo sognando, vero?

Non poteva essere. Era di fronte a me.

Più lo guardavo e più m'innamoravo. Vedevo i suoi occhi immensi e mi ci perdevo dentro, perché io nei suoi occhi ci vedevo tutta la sua storia.

Era strano, ma vero. Riuscivo a vedere il destino nei suoi occhi: il suo ed il mio con lui. La vita che avremmo vissuto insieme, quella che non mi sarei mai stancata di vivere.

«Ciao.»

Tentai, senza alcun risultato, di chiudere la porta, ma la bloccò subito, forse capendo immediatamente le mie intenzioni.

«Non dovrei essere qui.» Mi guardò.

«Ma ti prego...» Si aggiustò i capelli nervoso. «Fammi spiegare.»

«No.» Mormorai. «Vattene.»

Poggiò poi la mano sulla mia spalla, mi scansai subito, cercando di non piangere.

«Non farlo.» Affermò. «Non per me.»

«Lasciami in pace, Alexander.»

«Madelyn, ti prego. Fammi spiegare.»

Rimasi in silenzio per un bel po', prima di parlare.

Cercavo in tutti i modi di essere indifferente, di non provare nulla ogni volta che mi guardava.

«Spiega.» Sospirai. «E poi vattene.»

Rimase interdetto, non aspettandosi quella risposta.

Fece un altro passo intento ad entrare; mi spostai e chiusi velocemente la porta.

«Mi ha chiamato Moore quel giorno.»

Si sedette sul divano, aggiustandosi i capelli.

«Cosa?» Increspai le sopracciglia non capendo.

«Quando sei andata in bagno.» Balbettò. «Moore mi ha chiamato.»

«Si trovava sotto casa tua.» Continuò. «Avevo paura Madelyn.»

Mi rabbuiai non appena cominciò ad agitarsi.

Andai subito in suo soccorso e gli presi il viso tra le mani, guardando quei maledetti e bellissimi occhi.

«Hey, guardami.»

Chiuse gli occhi. «Calmati, Alexander. Dimmi cosa ti ha detto.»

«Voleva ucciderti, cazzo!» Urlò. «Tutto quello che ho fatto, l'ho fatto solo per te.»

Sapevo che c'era qualcosa sotto. Non poteva dirmi di amarmi, non poteva fare l'amore con me e andarsene così, senza un senso.

Disprezzavo me stessa per aver pensato male di lui, per averlo odiato nel profondo. Io e il mio stupido orgoglio.

«Ti prego, credimi.»

Mi abbracciò improvvisamente.

«Io non posso stare senza di te, bambolina.»

Neanche io potevo stare senza di te.
Non volevo perderti e volevo farti capire che io avrei perso tutto, solo per te.

Volevo che tu mi rassicurassi, che mi dicessi che sarebbe andato tutto bene nonostante gli ostacoli che dovevamo incontrare e superare.

Mi coccolò tra le sue braccia, dandomi dei baci sulla fronte.

«Ho dovuto allontanarmi da te, solo per assicurarmi che non ti accadesse nulla.»

Confessò abbracciandomi più forte.

«Pensa a come sono stato io in quei giorni, senza di te.»

«Ho sofferto tanto anch'io, Alexander.»

Avevo le lacrime agli occhi.

«Ti ho odiato, ho dato la colpa a te per tutto, piangevo tutti i giorni per quello che mi avevi fatto.»

«Mi dispiace. Non ti merito e forse non ti meriterò mai, ma dammi una possibilità.» Mi accarezzò i capelli.

«Non sarò perfetto, ma cercherò di esserlo.»

«E credici, perché tutto quello che sto facendo, non l'ho mai fatto per nessuno.»

Ridacchiai. «Non sembri tu a parlare.»

«Colpa tua.» Disse alzando le spalle.

Gli diedi un leggero pugno sulla spalla, continuando a ridere, ma divenni subito seria non appena mi ricordai di una cosa.

Glielo dovevo dire. Dovevo dire che sarebbe diventato padre.

Avevo paura della sua reazione, di come l'avrebbe presa.

«Anch'io ho qualcosa da dirti.»

Mi toccai la pancia, accarezzandola.

Abbassò lo sguardo di conseguenza ed aprì leggermente le labbra.

«Sono incinta.»

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Heey! Tranquille, questa è solo la prima parte del capitolo! Questa sera metterò la seconda. Non odiatemi.😋
Beh che dire, finalmente la situazione si è risolta tra i due...Voi che ne pensate?
Fatemelo sapere!
Un bacio,
-Ire.❤️

BORN TO LOVE YOUWhere stories live. Discover now