Sei come le altre.

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I tremolii che sentivo sul mio corpo non sapevo spiegarli, era così bella quella sensazione; mi baciava il collo, accarezzava i miei capelli e sorrideva.

Le sue mani mi sfioravano, mi toccavano, mi stringevano, mi facevano sentire così importante.

Ma lo odiavo tremendamente, non avrei dovuto sentirmi così con lui, non sarebbero dovuti piacermi le sue mani su di me. Ero così impotente quando c'era lui, mi bastava un tocco e la mia mente andava a farsi fottere. Non mi sono mai sentita così debole per un ragazzo, nemmeno per Andrew e questa cosa mi terrorizzava a morte.
Non potevo innamorarmi di lui, mi avrebbe fatta soffrire, mi avrebbe solo illusa e questo non potevo permetterlo.

Le sue dita sfiorarono le mie mutandine ed una scossa elettrica mi pervase lungo la schiena.

«A-alexander io..non posso.»

Mi alzai velocemente dal letto allontanandolo da me; avevo lo sguardo abbassato dalla vergogna e le guance rosse.

La paura di vedere la sua faccia iniziò a farsi sentire dentro di me.

La sua figura si trovava al buio, aveva il capo abbassato e non fiatava.

«Vattene.» Disse all'improvviso.

Quella frase mi fece perdere un battito del cuore.

Dopotutto aveva ragione, io l'avevo respinto.

Ma non avevo altra scelta, il timore di soffrire di nuovo mi perseguitava.

Mi avvicinai a passi lenti.

«Senti, io..»

«Non fiatare.»

Sputò avvicinandosi pericolosamente a me.
Allungai la mano sulla sua spalla, ma si scansò.

«Non toccarmi, non toccarmi mai più.»

Affermò guardandomi.

«Sei una puttana, come tutte le altre. Diversa un cazzo. Vaffanculo!»

Sussultai.

Mi allontanai velocemente, sbattei la porta e scesi le scale con le lacrime agli occhi.

Fottute lacrime.

Mi sentivo così patetica, non riuscivo nemmeno a smettere di piangere.

Arrivava un momento durante il pianto, in cui le lacrime iniziavano a scendere da sole. In cui non ti uscivano nemmeno più i singhiozzi. Le urla. Restava tutto incastrato in gola. Il dolore che cercava di uscire ma non ce la faceva, ti moriva dentro.

«Madelyn, dove vai? Perché piangi?»

Mi chiese Austin uscendo dalla cucina, venendo verso di me con sguardo preoccupato.

Non riuscivo a parlare, le lacrime me lo impedivano.

Lo evitai ed uscii, correndo il più veloce possibile.

"Sei una puttana, come tutte le altre."

Quella fottuta frase mi rimbombava in testa.

Mi iniziarono a bruciare gli occhi, mi tirava la gola e la testa mi scoppiava.

Ero così distratta che non mi ero resa conto di essere andata a sbattere su qualcuno.

«Oddio Maddy, dovremmo smetterla di incontrarci così.»

Il suo sorriso svanì non appena guardò il mio viso.

«Cosa hai?»

Mi chiese preoccupato.

«Io..»

Scoppiai di nuovo in lacrime.

«Andiamo a casa.»

Sospirò e mi prese in braccio.

***

«Scusa. Dovrei essere un disastro in questo momento.»

Affermai posando il bicchiere d'acqua che gentilmente mi aveva portato.

Ridacchiò.

«Non sei un disastro, Maddy. Sei bellissima.»

«Lo pensi davvero?»

Gli chiesi guardandolo, mentre lui abbassò lo sguardo sorridendo e grattandosi la nuca.

«Ovvio che sì, stupida.»

Mi fissò per un paio di secondi e iniziò di nuovo a parlare.

«Perché stavi piangendo?»

Accarezzò la mia guancia lentamente.

«Nulla.»

Dissi cercando di fare un sorriso sforzato.

Non potevo di certo dirgli che forse mi piaceva il suo amico, che ero confusa su quello che dovevo fare e che lui era così stronzo ma bello da morire.

«Parla.»

«È che..niente, mi mancano i miei genitori.»

«Mi dispiace così tanto, Maddy.» Mi guardò triste. «Hey senti, devo dirti una cosa..»

Iniziò ad agitarsi.

Alzai un sopracciglio ed incrociai le gambe, cercando di non cadere dal divano.

«Cosa?»

«È complicato.»

Sospirò grattandosi di nuovo la nuca.

«Gabe, se non te la senti non fa nulla. Posso capirti, anch'io mi..»

«Ti amo.»

Mi fermai guardandolo a bocca aperta.
Aveva appena detto di amarmi?

«C-cosa? Io n-non capisco..»

Cercai di formulare una frase normale, ma non ci riuscivo.

Sghignazzò.

«Beh..È da quando avevamo dodici anni che mi piaci. Quando i miei genitori mi dissero che dovevamo andarcene mi si spezzò il cuore. E andarmene non era la cosa che volevo, anzi, il solo pensiero di allontanarmi da te mi faceva rabbrividire. Volevo dirtelo, volevo, ma non ci sono riuscito. Il mio amore verso di te non è mai finito, ti ho sempre pensato. Questa cosa mi stava uccidendo lentamente, speravo che un giorno ti avrei vista di nuovo e così è stato. Sono così felice di essere finalmente accanto a te, Maddy. Amo i sorrisi che mi fai, amo la tua timidezza, il tuo corpo mi fa impazzire cazzo, ma soprattutto la tua mente mi fa andare in tilt il cervello. Ti ho sempre amata perché sei unica e questo lo adoro.»

«Gabby, io..non so cosa dire.»

Ero così sconvolta da quello che aveva detto, così amareggiata e mi sentivo una merda, perché non avevo mai pensato Gabe in quel senso.

Eravamo come fratelli, ma adesso non lo sapevo più; è sempre stato dolce con me, c'è sempre stato.

Cazzo, mi stavano mettendo in confusione.
Alexander, poi lui..Chi altro? Dio!

In quel momento volevo solo scomparire dalla faccia della Terra.

Gabe appoggiò le mani sulle mie guance, avvicinando il mio viso al suo; le sue labbra erano così vicine alle mie.

Mi guardò negli occhi e mi baciò.

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Ta-daaa
Che ne pensate?
Oddio, sono così euforica! Vi piace più Gabe o Alexander? Fatemelo sapere😏
Un bacio,
-Ire.❤️

BORN TO LOVE YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora