Sei fortunata.

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"Le relazioni sono come la droga,
o vi uccidono, o vi danno la
migliore sensazione della
vostra vita."

«Ma che diamine stai facendo?»

Mi urlò la mia amica, guardando con occhi sbarrati il casino che stavo facendo.

Io non ce la facevo più, non poteva sempre andarsene e lasciarmi sola per giorni.

Ero stanca, non riuscivo nemmeno più a piangere dalla disperazione.

Ero arrivata al settimo mese di gravidanza, oggi dovevamo andare a fare un controllo. Dovevamo andare insieme...

Ma lui non c'era!

«Tesoro, calmati..»

Allison mi guardò e cercò di abbracciarmi, ma mi scansai.

«Calmati un cazzo! Lui non c'è mai quando ne ho bisogno! Ma che cazzo sta facendo? Perché mi abbandona sempre?»

Mi accasciai a terra, fregandomene di tutto.

«Sai com'è fatto...starà facendo qualcosa di importante, vedrai che tra un po' ritornerà.»

Fece un sorriso sforzato, cercando di incoraggiarmi.

«Al.» Alzai gli occhi per guardarla. «Ho paura di non essere una buona madre.»

«Oh, ma smettila adesso.» Scoppiò a ridere, mentre si inginocchiava verso la mia direzione.

«Tu sarai una bravissima madre.» Mi prese il viso fra le mani. «Non devi preoccuparti di niente, stupida che non sei altro.»

Si alzò di scatto, iniziando a saltare.

«Non vedo l'ora che nasca mio nipote!» Urlò di gioia.

«Chissà come sarà..» Affermai sognante.

«Spero sia bello quanto il padre.» Mi guardò subito. «Senza offesa, eh!»

«Stronza!»

Scoppiò a ridere.

«Ma è vero, non te l'ho mai voluto dire, ma Alexander è proprio bono. Sei fortunata.»

«Certo, stai vedendo in questo momento quanto sono fortunata ad averlo al mio fianco?»

Sputai ironica, roteando poi gli occhi.

E poi successe. Sentimmo sbattere la porta, ma talmente forte, che pensai si fosse rotta in mille pezzi. Avevo paura di scendere le scale, sapevo che non era nulla di positivo.

Guardai Allison e poi la porta.

«Vado io.» Disse lei, avviandosi verso di essa.

«No! Aspetta, non sappiamo chi sia...»

«Scopriamolo.» Mi fece l'occhiolino.

I miei piedi non volevano muoversi, non riuscivo a correre, la paura era troppa, non ero affatto curiosa di vedere chi fosse.

Sentii improvvisamente un urlo e poi un tonfo.

Sobbalzai e cercai di correre il più veloce possibile verso le scale.

Ma non appena incrociai il suo sguardo, mi si gelò il sangue, tanto che non sentivo più il mio corpo.

BORN TO LOVE YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora