Fai troppe domande.

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"L'inferno è vuoto e tutti i diavolo sono qui."

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«Ecco la principessina!»

Mi spinse verso gli altri ragazzi, sorrideva come un ebete ed in quel momento, volevo solo tirargli un calcio dove non batteva il sole.

Indietreggiai velocemente andando a sbattere sul suo petto.

«Non fare la timida.» Mi sussurrò all'orecchio.

«Smettila!»

Cercavo di dimenarmi tra le sue braccia, non sopportavo l'idea che qualcuno di cui non sapevo minimamente un cazzo, dovesse toccarmi così.

Mi ricordava tanto quelle giornate di merda con Andrew, in cui discutevamo e alla fine ero io quella che soffriva, che cercava di non tremare ogni volta che mi toccava.

Den guardò gli amici, i quali continuavano a ridere e si girò in direzione mia, incitandomi poi a proseguire verso di loro.

«Cammina e sta' zitta, ragazzina.»

Abbassai subito lo sguardo ed iniziai di nuovo a camminare come mi aveva detto.

Mi superò velocemente sedendosi su una grande poltrona verde, poggiò i gomiti sulle braccia di quest'ultima e mi indicò con il dito, facendomi capire di avvicinarmi.

Non appena il mio corpo che tremava come una foglia si avvicinò a lui, le sue mani mi presero con forza, facendomi accomodare sulle sue gambe.

Mi teneva stretta tra le sue braccia, potevo sentire molto bene la protuberanza strusciare sul mio sedere.

«Okay, adesso basta.» Mormorai cercando di non piangere. «Per favore, lasciami andare.»

Cameron roteò gli occhi. «Siete sempre così piagnucolone voi femmine?»

Amias si protrasse in avanti, mani incrociate e sguardo puntato sulla bottiglia di alcol posato sul tavolo.

«Facciamo una cosa.»

Si strofinò le mani come un pazzo e mi guardò.

«Se riesci a bere tutta questa bottiglia di whisky...»

Respirai profondamente, ringraziando il telefono di quel Kylie che iniziò a squillare.

Le smorfie che fece erano così divertenti, sembrava un clown che volesse far ridere i bambini.

«Arriviamo subito.»

Scattò in piedi come un fulmine, posò il telefono in tasca e sbuffò guardando gli altri.

«Ha chiamato Brown, è successa una cosa a quei dannati container!»

«I nostri?»

Chiese il biondino, alzandosi subito dopo di lui.

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