Ricordi che fanno male.

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Mentre la pioggia cadeva fitta e violenta, ero lì gelida e immobile, la pelle pallida come una statua senza vita, ad incassare quelle gocce che scivolavano su di me, indifferenti.

Alzai lo sguardo verso l'alto, chiudendo gli occhi e lasciando che l'acqua prendesse possesso del mio viso.

Non sapevo del perchè piangevo, pensavo che il mio cuore lo sapesse, le mie lacrime si mescolavano con la pioggia.

Un tremore s'impadronii di me, ma a provocarlo non fu il freddo, le mie gambe erano le prime a tremare, come in passato. Una di queste vibrava forte, senza che me ne accorgessi scivolai a terra, scoppiando in un urlo.

Ero una bugiarda.

La mia sofferenza non era andava via, come la tristezza e la mancanza d'amore.

Faceva così male sentirsi soli, avevo paura che fosse così per sempre.

Faceva un gran male la mancanza d'amore, trovare solo la pioggia, doverti aggrappare solo a te, e sentire di non avere come nessuna importanza in questo mondo.

Avevo il bisogno dei miei genitori, qui, affianco a me che mi dicessero che era tutto okay, che ero forte e che dovevo lottare, anche se faceva male.

Il mio cuore spezzato non era solo dovuto ai miei genitori, ma anche al ragazzo che era entrato nella mia vita, dandomi amore e distruzione allo stesso tempo.

Il cuore, quando si spezzava, lo faceva in assoluto silenzio, e tu arrivavi a desiderare un suono che ti distraeva dal dolore.

Un urlo che nessuno all'infuori di te poteva sentire.

Un boato così forte che le orecchie rintronavano e la testa faceva male.

Si dimenava nel petto come un grande squalo bianco intrappolato nel mare; ruggiva come la mamma orsa a cui è stato rapito il cucciolo.

Era un'enorme bestia intrappolata che si agitava, presa dal panico; e gridava come un prigioniero davanti ai propri sentimenti.

L'amore era così, nessuno ne era indenne.

Era selvaggio, infiammato come una ferita aperta esposta all'acqua salata del mare, però quando si spezzava il cuore non faceva rumore.

Ti ritrovavi a urlare dentro e nessuno ti sentiva.

E' stato uno stronzo, mi ha provocato un grande dolore, soprattutto morale.

Ero così innamorata, persa nei suoi occhi verdi come gli smeraldi più preziosi.

Era mio.
Io ero sua.

FLASHBACK

I nostri corpi si muovevano all'unisono, sudati ma eccitati, vogliosi sempre di qualcosa in più.

Strinsi le mani nella coperta, la testa portata all'indietro per la troppa eccitazione.

Le spinte erano sempre più veloci, un gridolino uscì dalla mia bocca.

«Di chi sei?»

Ansimò a quelle parole, guardandomi dritto negli occhi.

Mi morsi il labbro.

«Sono tua.»

Appoggiai le mani sulla sua schiena, portandolo sempre più vicino a me e graffiandolo.

Eravamo entrambi all'apice del piacere, così  uniti l'un l'altro che nessuno avrebbe mai potuto separarci.

Io dipendevo da lui e lui da me. Era come una droga, iniziavi e non riuscivi più a smettere.

«Ti amo.»

Mi sussurrò all'orecchio, prima di uscire da me e appoggiarsi al cuscino.

Il mio cuore perse un battito a queste parole.

Non me l'aveva mai detto nei mesi precedenti, aspettavo queste due parole da troppo tempo e finalmente mi aveva detto che mi amava.

Ero felice, eccitata e dentro di me urlavo dalla gioia.

Appoggiò la mano sul mio bacino, avvicinandomi a lui. Iniziò lentamente ad accarezzarmi i capelli, formando delle ciocche con le dita.

«Vorrei proprio capire cosa mi hai fatto per farmi diventare così dipendente da te.»

«Ti amo anch'io, Andrew.»

Dissi all'improvviso.

Portai le mie labbra sulle sue, la sua lingua iniziò subito a cercare la mia.
Mi misi a cavalcioni su di lui, così che lo baciassi meglio.

Era così assetato di me, la sua lingua esplorava la mia bocca con una possessività tranquilla e sicura.

Iniziò poi a baciarmi il collo, fino ad andare sul mio seno e succhiarmi i capezzoli.

«Non abbandonarmi mai, Madelyn.»

La sua era più una supplica, come se avesse paura di perdermi.

«Non lo farò mai.»

FINE FLASHBACK

Volevo togliere definitivamente quei ricordi dalla mia mente, facevano troppo male.

Il mio cervello lo odiava, lo disprezzava per tutto quello che mi aveva fatto.

Il mio cuore lo amava ancora, i suoi modi dolci, i suoi abbracci, le sue carezze, i piccoli gesti che mi facevano impazzire.

Niente di tutto ciò mi sarà ridato, non da lui.

La pioggia aveva smesso da un po' di tempo, ancora mi trovavo a terra a piangere, con le ginocchia rivolte verso il busto.

Due mani mi alzarono velocemente da terra, impaurita mi voltai.

Mi guardò preoccupato, tremavo questa volta per il freddo, i miei vestiti erano completamenti zuppi.

Con un movimento, si levò la giacca mettendola poi sulle mie spalle.
Mi prese in braccio e suscitò in me forti emozioni che non sapevo spiegare.

Non sapevo il perché, mi sentivo protetta con lui, il suo tocco era così dolce e rassicurante.

Appoggiai la testa sulla sua spalla, sorrisi e senza accorgermene mi addormentai.

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Hey bellissime, come state?
So che il capitolo è abbastanza corto e per questo mi scuso. Il prossimo cercherò di farlo un po' più lungo.
Anyway, spero che vi piaccia..Perché io lo adoro.
Un bacio,
-Ire.❤️

BORN TO LOVE YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora