71. Quel vestito grigio perla

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«Ah, Daphne, cosa mi metto?» Mi chinai per accarezzare la mia coniglietta, ero abbastanza in ritardo, ma qualche coccola potevo concedergliela. «Cucciolina, se tu potessi parlare sarebbe molto più facile.»

Quanto disperata dovevo essere per ridurmi a conversare con un coniglio? Sbuffai e spazientita tornai a fissare l'armadio, non avevo nessun abito elegante da indossare per la cena di Michaela, il che mi rendeva piuttosto nervosa, come se non lo fossi già per la situazione delicata con Mathieu. Quella sera ci saremmo rivisti di nuovo, ero emozionata e agitata per come si sarebbe trasformato il nostro rapporto da quel momento in poi.

«Ehi, Belle, sono venuta a chiederti conferma...» Louise rimase pietrificata di fronte al mio intero guardaroba buttato sul letto. «Va tutto bene, signorina?»

«No! Non ho nulla da mettermi!» dissi scoraggiata.

«Non si direbbe» dichiarò osservando la matassa di vestiti sparsi sulle coperte.

«Devo indossare un abito elegante per la cena, ma purtroppo qui a New York non ne ho. Ero convintissima di aver portato con me l'abito del ballo del diploma, ma non lo trovo, lo avrò lasciato a Portland» le spiegai sconsolata.

Louise restò a fissarmi pensierosa per qualche istante, poi mi abbandonò per tornare circa cinque minuti dopo con una custodia tra le mani. Forse avevo capito qual erano le sue intenzioni.

«Su, avanti, provalo!» ordinò con un sorriso contagioso, disperata com'ero era impossibile dire di "no" alla padrona di casa.

«D'accordo.»

Stava per passarmi l'abito, quando il citofono suonò facendoci sobbalzare. L'amica francese di mia madre mi mollò il vestito tra le mani e scappò al piano di sotto. Doveva essere arrivato Mathieu, e non avevo ancora un abito da mettere. Avrei dovuto cucirmelo personalmente, ma quei giorni erano volati via troppo in fretta, senza lasciarmi nemmeno il tempo per metabolizzare tutto quello che mi stava accadendo.

Mi spogliai e con premura indossai il vestito di Louise, non avevo altra scelta. Feci scorrere su il cursore della cerniera e in trepidazione mi avvicinai allo specchio per osservare la mia figura. L'abito era grigio perla, lungo fino alle caviglie, caratterizzato da una linea morbida e in vita era leggermente avvitato. L'ampio scollo del davanti metteva in risalto le forme del mio seno, senza farlo risultare troppo provocante. Il tessuto era leggero e luminoso, probabilmente si trattava di seta. Sorridendo mi voltai per ammirare il dietro: la schiena era interamente scoperta, per fortuna i capelli, che avevo lasciato sciolti e mossi, ne coprivano una parte. Quel vestito color perla era stupendo e raffinato, sembrava cucito apposta per me.

Sorrisi commossa e completai il look con una catenina sottile con un ciondolo semplice impreziosito da una pietrina color corallo, che mi aveva regalato mia madre a Natale. Mancavano solo le scarpe e la borsa; qualche giorno prima avevo acquistato un paio di decolleté nere, non troppo alte, da mettere per la cena.

Prima di raggiungere il mio accompagnatore, studiai un'ultima volta la mia figura allo specchio. Per un attimo tornai indietro nel tempo, esattamente al ballo di fine anno. Quel pomeriggio, quando Steven venne a prendermi, eravamo entrambi emozionatissimi, ma felici di poter condividere un'altra esperienza insieme. Eravamo così legati, così complici... Sospirai, non eravamo più quei ragazzini imbarazzati, ma continuavamo a essere amici, non ci saremmo più allontanati, ne ero sicura.

Aprii la porta della mia stanza agitatissima, non vedevo l'ora di vedere Mathieu, nonostante fossero passati solo tre giorni dal nostro ultimo incontro, mi era mancato. Lentamente scesi le scale che mi conducevano all'ingresso dell'appartamento. Udii la risata fragorosa di Louise rimbombare nel salotto, seguita da qualche battuta.

La Ragazza che cuciva sogniTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon