65. Una cenetta dal sapore piccante

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L'inizio della settimana portò con sé tante novità, novità inaspettate. Sul web la foto del mio modello stava ottenendo buoni consensi, in sartoria la situazione stava decisamente migliorando, avevamo acquisito nuovi clienti, la maggior parte dei quali erano giovani. Molti di loro stavano seguendo il contest di moda più popolare dell'ultimo periodo e volevano conoscere di persona una dei tanti partecipanti.

Quella stessa mattina, Michaela irruppe nel negozio per annunciarci i risultati della prima fase: la mia foto era una di quelle che aveva ottenuto più like ed erano stati proprio quei "cuoricini" su Instagram a permettermi di rientrare nella seconda fase della sfida.

In quell'istante gioia e ansia attraversarono il mio corpo, sentii le mie dita fremere, la mia mente era proiettata su un foglio bianco, una matita e dei colori per dare vita al secondo abito.

Il numero di partecipanti si era ristretto, eravamo rimasti in trenta e tra quei trenta c'era anche la nipote di Miss Finezza, ma cercai di non pensarci, non volevo permettere a nessuno di turbare le mie emozioni.

«Belle... Ce l'abbiamo fatta!» La mia datrice di lavoro mi abbracciò entusiasta. Entrambe eravamo felici di quel primo risultato, lo eravamo davvero.

Quella felicità però durò poco. La paura di non riuscire a riprodurre di nuovo un vestito originale e interessante mi assalì. Tra quei trenta semifinalisti c'erano persone incredibilmente talentuose.

Nei giorni precedenti avevo iniziato a seguire alcuni di loro. Avevo ammirato le loro foto e avevo compreso che il mio stile era del tutto diverso, forse più acerbo. Non avevo la stessa esperienza e maestria dei partecipanti che avevano ottenuto più successo, ma non potevo arrendermi. Non potevo permettere che le mie insicurezze mi frenassero, dovevo continuare a impegnarmi senza perdere di vista l'obiettivo finale.

«Non so se riuscirò a superare anche la seconda fase» confessai i miei timori a Norah, lei si staccò da me ridendo. «Però ti giuro che farò tutto il possibile per farcela» le promisi.

«Belle, anche se non riusciremo a superare questa fase non dobbiamo abbatterci. Il tuo abito ha fatto colpo tra migliaia di modelli, devi esserne contenta.»

«Sì, e sono fiera di noi, ma ora inizia la vera sfida e sarebbe bello accedere alla finale del concorso...» Volevo restare con i piedi ben piantati a terra, ma non potevo reprimere il desiderio di varcare per la prima volta una passerella. «Si sa già qual è il tema della seconda gara?» domandai a Micheala, che ci osservava in disparte.

«Sono qui proprio per anticipartelo! Tra poco verrà inserito il regolamento, dovrete ispirarvi a un quadro di un artista a vostra scelta. È un tema non molto particolare, è stato già usato in più sfilate di moda, ma la mia collaboratrice, la ragazza che si occupa del contest, non ha voluto osare, sta aspettando l'ultima fase.»

Inspirai, concentrandomi sulle parole dell'amica di Norah. C'erano vari quadri che mi ispiravano, ma non tutti rispecchiavano lo stile che avrei voluto adottare, c'erano alcuni che vedevo più adatti e tra questi rientravano sicuramente i quadri di Van Gogh, Dalì, oppure Klimt... Per quel vestito mi sarebbe piaciuto utilizzare colori sgargianti, tendenti al blu e all'oro.

«Bel tema, mi piace!» risposi eccitata, non vedevo l'ora di disegnare i bozzetti e di scegliere le stoffe.

La parte iniziale della creazione di un abito era quella che mi entusiasmava di più, forse perché potevo liberare la mia fantasia e dare vita a un nuovo modello.

«Non devi sottovalutare le tue qualità» aggiunse Michaela. «Sono certa che il secondo abito sarà ancora più bello del primo, non ho dubbi a riguardo!» affermò con una sicurezza quasi contagiosa.

La Ragazza che cuciva sogniOnde histórias criam vida. Descubra agora