73. La quiete prima della tempesta

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«Su, avanti, Yvonne, non possiamo ritardare...»

Respirai a fondo, mentre Mathieu e Yvonne discutevano sui preparativi della sfilata. Ebbene, il fatidico giorno della finale era arrivato e avevo lo stomaco completamente sottosopra quella mattina, infatti faticai perfino a fare colazione. L'agitazione era tanta, ma dentro di me ero tranquilla sapevo di aver fatto tutto il possibile per rendere gli abiti della sfilata unici e ora dovevo solo raccogliere i frutti del mio lavoro.

Un Nathan tranquillo si avvicinò a me per darmi il suo in bocca al lupo, probabilmente lo avrei poi rivisto tra il pubblico, ma ero contenta di ricevere i suoi auguri.

«Ho fatto, possiamo andare!» urlò Yvonne a un Mathieu nervoso. Passava il tempo, ma quei due non la smettevano mai di battibeccare.

«Finalmente! Belle, tu a che punto stai?» Il ragazzo si rivolse poi a me con fare dolce. Gli sorrisi, ripensando alla notte precedente trascorsa tra le sue braccia. Lui sapeva che avevo bisogno di lui ed era venuto per darmi tutto il suo supporto. Benché fossi agitata, grazie alle sue coccole ero riuscita ad addormentarmi e così quella mattina mi risvegliai energica e predisposta a dare il meglio di me.

«Andiamo, è tardi...»

Erano esattamente le dieci, quando mi avviai verso la villa di Michaela accompagnata da Mathieu e Yvonne: la mia modella d'onore. Mezz'ora prima avevo parlato con Norah, lei sarebbe arrivata con qualche oretta di ritardo, doveva concludere le ultime consegne per la sartoria. Mia madre, nonno Gerard e Harry sarebbero partiti nel pomeriggio, così come Steven, il mio adorato Steven. Sapevo che non sarebbe mancato, c'era sempre stato per me e io per lui. Certi legami erano destinati a durare un'intera vita e quello con Steven era indissolubile.

«Dobbiamo passare in sartoria a prendere i modelli?» domandò Mathieu a metà strada.

«Non serve, li ho consegnati ieri a uno dei responsabili della sfilata.»

«Perfetto!»

Mancavano ormai pochi chilometri per raggiungere la villa, non vedevo l'ora di iniziare le prove, volevo portare il mio entusiasmo anche sul lavoro. Erano diverse le idee che si stavano affollando nella mia testa e volevo parlarne con Norah. Inoltre, dovevo registrare il mio discorso e la cosa mi rendeva super eccitata; il giorno prima lo avevo provato e riprovato mille volte. Con Yvonne avevamo studiato vari make up e acconciature, lei era bravissima con il trucco, era riuscita a valorizzare il mio viso lasciandolo comunque naturale.

Così, quando Mathieu parcheggiò l'auto, trepidante mi incamminai verso l'entrata della casa dove salutai i custodi conosciuti la volta precedente. Nella sala principale, dove si sarebbe svolta la sfilata, era stata posizionata una lunga passerella. Alcuni operai erano impegnati nel costruire lo scenario e posizionare i vari faretti. Sorrisi emozionata, immaginando i miei modelli sfilare di fronte a un pubblico. Quando i due fratelli mi raggiunsero, decisi di chiedere a un addetto ai lavori informazioni.

«Mi scusi, ieri ho consegnato i miei abiti a un responsabile, sa dirmi dove posso trovarli?» Il signore alto e robusto lanciò un'occhiata fugace alla sua collega.

«Natasha, è arrivata un'altra stilista...»

Una donna bionda, sulla trentina d'anni e vestita con un elegante tailleur rosso, si avvicinò a noi con un mucchio di fogli tra le mani.

«Il tuo nome?» chiese senza nemmeno presentarsi. Probabilmente era indaffarata anche lei con l'organizzazione.

«Belle Reyes.»

I suoi occhi castani si spostarono sulla pila di fogli che aveva e iniziò a sfogliarli rapidamente, finché non si soffermò su una lista.

«Sei in ritardo, lo sai?»

La Ragazza che cuciva sogniWhere stories live. Discover now