63장~ Nebbia

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🌙63.안개🌙

"Mi sono spacciato per ciò che non ero per più di una volta. Avevo bisogno di un Dio e l'ho ritrovato sentendomi in colpa."

La nebbia avvolgeva quel posto tanto calmo e silenzioso. Tutto era bianco e non c'era nulla che decorava quella stanza, se così posso chiamarla, non ero molto sicuro di dove mi trovassi. L'unica cosa che riuscivo a percepire era che mi sentivo leggero, sembrava quasi di star fluttuando nell'aria calda che mi accarezzava piano la pelle.

Ma in realtà stavo camminando su una stradina che divenne nitida a poco a poco. La nebbia bianca era fitta e nonostante non vedessi nulla continuai a camminare dritto per la mia strada. C'era solo quel terreno umido, nient'altro, c'ero solo io e mi sentivo tanto tranquillo e sereno, come forse non mi ero mai sentito in vita mia.

La mia testa era leggera, nessun dubbio, rimorso o paura mi tormentava la mente e l'anima, era come se avessi dimenticato ogni cosa. Ogni persona, ogni ricordo. C'ero solo io, calmo e sereno tra la nebbia calda che rilassava in mio corpo. Nessun dolore mi lacerava in due parti, come avevo sentivo qualche ora prima, era come se fossi morto. Era forse il paradiso? Devo ammetterlo, mi piaceva! Quella sensazione di calma interiore, la brezza calda e leggera che mi avvolgeva iniziavano a piacermi.

A piedi nudi continuai a camminare calmo tra le pietre che cominciavano a tempestare quella stradina silenziosa che non sapevo a dove portasse, ma non erano fastidiose! Al contrario, sembrava che nulla mi portasse fastidio, cosa che prima non sarebbe successo nemmeno se mi fossi sforzato. Prima tutto era così fastidioso per me, ma in quel momento la calma e la serenità erano padrone di me.

A poco a poco iniziai a sentire il fruscio del vento sugli alberi, che iniziarono nello stesso modo a farsi vedere in quella nube che mano a mano stava svanendo, eppure quello non poteva essere il paradiso. Ero stato troppo cattivo in vita per trovarmi lì. Ma allora dov'ero? Dove stavo andando?

Non mi fermai. Continuai a camminare tra gli alberi, sulle pietre, senza sapere la mia meta precisa. Anche il suono del vento nelle mie orecchie non era per nulla fastidioso. Era tutto così calmo, mi sentivo così rilassato che avrei anche potuto sedermi lì a terra e stare così in eterno. Con quella brezza che mi accarezzava il viso dolcemente, che mi scompigliava i capelli, quel senso di pace era bellissimo! Nemmeno il cuore mi faceva più male, sembrava come se tutto in quel posto si fosse annullato. Ogni cosa, ogni dolore, ogni timore ed ogni mancanza. Non ero nemmeno stanco di camminare, eppure lo facevo da ore ormai.

Non ebbi neanche il tempo di pensarlo che la nebbia ad un certo punto scomparve del tutto e mi ritrovai davanti ad una sorgente di acqua calda. La sfiorai con i piedi ed il senso di tranquillità aumentò tantissimo e, tentato da quella calorosità, mi buttai dentro. Non riesco a descrivere come mi sentivo. Ero calmo, troppo calmo. E tutta quella situazione era fin troppo bella per essere vera, ma continuai comunque a nuotare in quelle acque calde, fino a quando mi ritrovai sulla terra ferma di nuovo. Ma quella volta era diversa, non c'era una sola stradina, circondata di bianco, bensì case. Un sacco di case e strade illuminate dai lampioni gialli. Nessuna macchina o anima viva circondava quel posto, ancora una volta c'ero solo io. Ma quella volta non ero più calmo. Sentivo la rabbia ribollirmi dentro, sentivo quella sensazione bollente dentro il mio corpo ed iniziava a darmi fastidio. Volevo gridare forte e fare rimbombare la mia voce ovunque e anche se ci provavo, non ci riuscivo, era come se non avessi le corde vocali.

Confuso continuai a guardarmi intorno, con il senso di rabbia che aumentava, quando vidi due persone in lontananza. Felice corsi verso di loro. Qualcuno c'era allora!

Ancora arrabbiato mi avvicinai, quando mi accorsi che una di loro stava a sdraiata a terra, con la testa sanguinante e l'altra piangeva sul corpo del ferito, da solo e senza sapere che fare. Decisi di aiutare i due, ma sembrava che non mi sentissero. La persona ferita era una donna di circa trent'anni o giù di lì, l'altra un ragazzino di appena quindici anni. Allungai la mano per cercare di aiutarlo, ma quando sfiorai la testa del ragazzino i due sparirono. Confuso guardai la mia mano bianca, poi alzai lo sguardo e altre due persone spuntarono sul mio cammino. Come prima, una delle due stava sdraiata a terra, ferito. Era un ragazzo e aveva più o meno diciannove anni, la strada era colorata di rosso e una ragazza piangeva sul suo corpo senza sapere che fare.

Perché tutto d'un tratto vedevo quelle persone ferite, ma non potevo aiutarle perché non mi sentivano? Di nuovo allungai la mano per informare la ragazza della mia presenza e che potevo aiutarla, ma di nuovo entrambi scomparvero. Confuso mi guardai attorno, in quella strada dove all'improvviso tutto era diventato buio.

Camminai per qualche altro miglio senza vedere nemmeno dove stavo mettendo i piedi, per colpa dell'oscurità, quando un dolore lacerante colpì il mio petto e la mia schiena. Fu insopportabile, era come se una scarica elettrica avesse attraversato il mio petto, facendomi bruciare. La mia schiena pulsava e mi mancava il respiro. Sentivo anche delle grida lontane.

Senza forze e con il dolore che mi stava lacerando mi lasciai cadere a terra, mentre quelle scariche elettriche sul mio petto continuavano. Cos'era tutto quel dolore? Non lo sopportavo! Volevo che finisse!

Sentii anche un pianto lontano, ma ero impegnato a sopportare quel dannato dolore che mi stava costringendo a stringermi i capelli tra le mani per dargli peso. «Libera!» un'altra scossa mi pervase. Cercai di urlare, ma un'altra volta non fui in grado di farlo. La mia gola era secca dal dolore, la mia testa pulsava per lo stesso motivo. Avevo bisogno di acqua, ma non riuscivo nemmeno ad aprire gli occhi! La luce era andata via, sentivo gli occhi bagnati dalle lacrime, anche se non lo erano in realtà. Ma che stava succedendo? Ero così confuso. «Libera!» un'altra volta. Mi accasciai al suolo, dolorante e ansimando, quando quei dolori assurdi finalmente cessarono e la luce tornò.

•The Devil Wears Gucci| Kim Taehyung|🦋Where stories live. Discover now