23장~ Fotografie

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🌙23.사진🌙

"It hurts so bad, so bad."

Io e Yoongi restammo per altre due ore seduti sulla neve. Non mi ero mai sentita così in sintonia con una persona che avevo conosciuto da poco, ma lui era diverso. Lui mi capiva ed io capivo lui. Bastava un solo sguardo per leggergli dentro, i suoi occhi lasciavano trasparire tutto. Non avevamo più parlato di Taehyung o della sua vita, ma scherzammo sugli altri e poi tornammo alla casa in montagna. «Dobbiamo parlare più spesso.» disse lui aprendo la porta della casa di Taehyung.

Lasciò passare prima me, mentre io gli sorridevo e alzavo le spalle. «Anche per me dovremmo.» risposi. Yoongi chiuse la porta, poi guardò Taehyung che ci aspettava appoggiato al muro con le braccia incrociate. «Che succede, Taehyung?» gli chiese il biondo spostandosi dalla porta. Il moro fece mezzo sorriso, poi si spostò dal muro e fece mezzo passo in avanti. «Passata una bella giornata?» chiese al biondo, che alzò le spalle e si diresse verso la cucina.

Yoongi prese un bicchiere d'acqua, mentre io rimasi immobile davanti alla porta. «Sì, be', qui è fantastico.» rispose Yoongi posando il bicchiere e voltandosi verso il migliore amico. «Sì?» Taehyung fece mezzo sorriso, poi si grattò la testa e si avvicinò al biondo. «Adesso scusate se sarò sgarbato, ma...» continuò il moro voltandosi verso di me. «Chi ti ha dato il permesso di uscire?» mi chiese con un ghigno. Lo guardai senza sapere che fare o che dire, spostandomi da un piede all'altro a disagio. «Taehyung.» sospirò Yoongi, ma lui alzò un dito in aria e avanzò di un altro passo. «Non l'ho chiesto a te, Yoongi-ah» rispose acido, guardandomi.

Alzai gli occhi al cielo. Poco m'importava se sua madre era morta e suo padre era scomparso lasciandolo da solo, quell'arroganza mi mandava in bestia. «Devo farti da schiava. Non posso nemmeno uscire a prendere un po' d'aria?» gli domandai acida.

Taehyung rise mettendo le mani dentro le tasche dei jeans. «Spero tu sappia a quello in cui andrai incontro grazie alla tua arroganza.» disse lui scuotendo la testa. Arrogante io! Aveva un bel coraggio per dire certe cose. Ma impaurita non gli risposi. Avevo fatto un errore, non potevo permettere di essere così con lui. Sapeva troppe cose. «Già, stai zitta perché è meglio.» Taehyung si avvicinò alle scale e salì il primo gradino, poi si voltò di nuovo e mi guardò sempre con quella faccia schifata e arrogante. «Fossi in te non mi disturberei a togliere il giubbotto.» disse. Lo sapevo! Dovevo stare zitta! Mi avrebbe fatto dormire fuori ora!

Taehyung salì le scale e scomparve, io esasperata mi buttai di faccia sul divano. «Mi farà dormire fuori!» piagnucolai. «Iseol non lo farà.» rispose Yoongi dietro di me. «No, lo fa invece.» dissi sbuffando. Il biondo rise. «Sei davvero buffa.»

*

Jin preparò il pranzo con le cose che Taehyung aveva comprato quella mattina.

Ci sedemmo a tavola tutti insieme, tranne Taehyung che di nuovo preferì mangiare il suo pranzo in camera sua da solo, e insieme pranzammo.

Jimin per fortuna era vivo e Hoseok sembrava essersi calmato. Loro erano sempre simpatici e mi facevano tanto ridere, ma io ero preoccupata a causa di Taehyung. Perché aveva detto di non scomodarmi a togliere il giubbotto? Mi avrebbe fatto dormire davvero fuori?

«La prossima volta i capelli perché non li tingi azzurri?» disse Hoseok guardando male Jimin. Il rosa quasi rise, continuando a mangiare il suo ramen. «Perché azzurri?» gli chiese ridendo Namjoon, mentre Hoseok aveva in voltò un'espressione omicida. «Così sembra di più un pagliaccio.» Tutti iniziarono a ridere, Yoongi quasi si strozzò con il ramen mentre Jimin mise su il broncio. «Ehi, Hoseok hyung! Non c'è bisogno di fare così solo perché hai sbattuto la testa nella scrivania, non l'ho fatto di proposito.» il rosa stava trattenendo le risate, mentre Hoseok agitava in aria le bacchette pericolosamente. «Sei entrato in camera urlando dove fosse Yoongi, facendomi prendere un colpo!» Jungkook rise scuotendo la testa. «È un vizio. Lo fa sempre! Sbuca all'improvviso senza farsi sentire, come cavolo fai?» gli domandò Hoseok.

«Ehi, non preoccuparti.» Yoongi accanto a me si avvicinò al mio orecchio mentre gli altri continuavano a discutere animatamente tra di loro. «Non ti farà dormire fuori.»

Stavo per rispondere, quando incontrai lo sguardo cattivo del moro, che mi fece stare zitta. Taehyung scese in cucina senza darmi il tempo di rispondere a Yoongi. Posò il piatto dentro il lavello e si voltò a guardarmi. Perché indossava il giubbotto? «Alzati e seguimi.» disse passandomi accanto e aprendo la porta.

Con l'ansia che mi perforava lo stomaco vidi gli altri guardare curiosi Taehyung. «Hai tre secondi.» disse lui dietro di me. «Tre... due...» mi alzai di scatto e mi voltai verso di lui. Rise e uscendo fuori, io scocciata e impaurita lo seguii.

Entrò nella sua macchina, feci lo stesso e lui si allacciò la cintura. Partì velocemente, ma io preferii non chiedergli dove stavamo andando perché si sarebbe arrabbiato e io avevo paura di lui. Difficile ammetterlo, ma era così. Rimase in silenzio tutto il tempo, poi si fermò in un posto parecchio isolato, scese dall'auto e si slacciò la cintura. Mi voleva uccidere! «Scendi.» disse freddo, voltandosi a prendere una macchina fotografica dal sedile posteriore. Lo guardai confusa, ma scesi dall'auto e lo seguii. Ci trovavamo in un vicolo. La neve era alta qualche centimetro e nell'aria non si sentiva nessuno rumore. Non vi era nulla in quel posto, solo una vecchia casa abbandonata e quasi del tutto distrutta e un albero senza foglie. Perché stava facendo delle foto a quel posto così triste e isolato? Che voleva farci? Il giubbotto nero di Taehyung era coperto di neve e i suoi capelli mori stavano iniziando ad inumidirsi. Mi guardai attorno più di mille volte. Iniziai a sentire rumori strani e cominciai ad avere paura di quel posto. Era inquietante, e stare lì insieme a Taehyung lo era di più. «Perché stai facendo delle foto in un posto così?» gli chiesi avvicinandomi di più a lui. Taehyung si voltò verso di me e con lo sguardo omicida mi guardò male senza rispondere, poi si voltò di nuovo e continuò a scattare. Stavo tremando, e non solo per il freddo. Perché doveva farle in quel posto le foto? Anzi, perché fare delle foto? «Se non ti allontani entro tre secondi ti lancio qualcosa addosso.» disse lui guardando l'obbiettivo e con la voce inaspettatamente calma. Lo guardai mentre mi dava le spalle e sbuffai. «Ma io ho paura di questo posto.» ammisi scocciata, allontanandomi. Che idiota. «Problemi tuoi.» rispose.

Taehyung si voltò guardando la macchina fotografica, poi guardò me e alzò un sopracciglio. «Possiamo andare.» disse acido, andando verso la macchina. Corsi immediatamente verso l'auto anch'io ed entrai subito. Finalmente! Volevo tornare dagli altri subito. Taehyung posò la macchina fotografica dentro il cassetto dell'auto, dove ci stava anche una pistola, poi si sistemò la cintura e mise in moto. Un'altra pistola! «Ehi, ma cosa sei? Una specie di sicario?» dissi senza pensare.

Taehyung alzò gli occhi su di me quasi sconvolto. Spense la macchina guardandomi come se avesse voluto uccidermi, e si slacciò la cintura fissandomi omicida. «Che hai visto?» mi chiese facendomi paura. Perché gli avevo chiesto una cosa del genere? «N-niente.» mi affrettai a balbettare, mentre lui si arrabbiava di più. «Parla!» urlò. Le lacrime riempirono i miei occhi e la voce iniziò a tremarmi. «N-nulla. Ho solo notato che hai un sacco di pistole e-» balbettai, ma lui m'interruppe strattonandomi un braccio. «Hai visto quelle che ho a casa?» gridò preoccupato.

Annuii in silenzio, mentre lui iniziò a ridere. Una risata macabra, che mi fece raggelare il sangue. Si passò una mano tra i capelli che gli coprivano gli occhi, poi si voltò verso la strada e rise ancora. «Come diamine le hai viste?» mi chiese con l'espressione omicida, quasi disperata. Non sapevo se dirgli della foto, di aver curiosato tra le sue cose, ma dovevo rispondere prima che si arrabbiasse di più.

«I-io... quando ti ho portato i tuoi vestiti ho visto una foto sul tuo comò e l'ho guardata, dalla cornice è caduta una cartolina così l'ho raccolta e ho visto la pistola dentro l'ultimo cassetto del mobile.» dissi. La sua espressione era indecifrabile. Omicida, suicida, arrabbiata, mi metteva paura. Rise di nuovo, poi afferrò la pistola e mi guardò con un ghigno. «Scendi.» disse uscendo dalla macchina. Il cuore iniziò a battermi in modo irregolare. Che voleva fare?

Non uscii dalla macchina, rimasi immobile seduta a guardare la neve che si posava sul parabrezza, mentre lui arrabbiato apriva lo sportello e bruscamente mi afferrava un braccio e mi buttava sulla neve. La paura aumentò mentre lo guardavo in piedi davanti a me a puntarmi contro la pistola. «T-Taehyung» balbettai con terrore. Non voleva davvero farlo... «Sai una cosa? Hai ragione. Sono un sicario e tu sei la mia vittima. Dì le tue ultime preghiere, Song Iseol.» disse prima di sparare.

•The Devil Wears Gucci| Kim Taehyung|🦋Where stories live. Discover now