48장~ Risposte

5.3K 458 88
                                    

🌙48.대답🌙

"Don't think of anything, don't say anything. Not even a word, just give me a smile."

La pistola era puntata proprio contro il mio petto, mentre gocce di sudore iniziarono a colare dalla mia fronte.

Kim Taehyung era davanti a me e il suo sguardo era indecifrabile. Gli occhi erano lucidi e rossi e riuscivo a percepire la rabbia e l'odio che in quel momento stava provando. Le mani non gli tremavano, lui era dannatamente calmo e continuava a guardarmi mentre io ero terrorizzata. Il cuore mi batteva fortissimo e la mia testa era piena di domande, domande che necessitavano di una risposta. Sentivo l'ansia dentro il mio corpo, mischiata alla paura di quello che avrebbe potuto fare Taehyung così arrabbiato. E quelle parole, quelle ultime parole che aveva pronunciato mi avevano lasciata senza respiro. Che significava "questa è la punizione per aver ucciso mia madre"? Che voleva dire?

Il mio corpo tremava e avevo così tanta paura che iniziai anche a sentire la nausea dentro lo stomaco. Gli occhi mi bruciavano, mi mancava il respiro e sentivo la gola chiusa in un nodo. Perché in quella situazione ci dovevo finire io?

«Che vuoi dire?» gli domandai balbettando. Non riuscivo nemmeno a parlare, mi sentivo così male. «Che voglio dire?» il biondo rise, avvicinandosi di qualche passo mentre io troppo impaurita da quell'arma così puntata contro di me iniziai ad indietreggiare, ma non per molto, fui subito a muro. «Lo sai che è successo quattro anni fa, Iseol? Lo vuoi detto?» mi domandò fermandosi a pochi centimetri da me.

Non ero più sicura di volerlo sapere, ma avevo chiesto così tanto che mi dicessero tutta la verità che non avrei mai potuto dire di no. Annuii quindi, prendendo un respiro per la cruda realtà che stava per essermi svelata.

«Era il 27 dicembre, data che non potrò mai e poi mai dimenticare. Stava nevicando ed io ero a Mokpo insieme a mia madre. Avevo quattordici anni. Solo quattordici anni!» Taehyung alzò la voce con gli occhi ancora più lucidi ed io realizzai che era successo, ma speravo vivamente di essermi sbagliata.

«Mia madre lavorava lì e quel giorno decise di portarmi con lei a lavoro. Non la vedevo spesso dato che non lavorava a Seoul e quel giorno la supplicai perché mi lasciasse andare con lei. Era buio, mamma stava posando le sue cose dentro il bagagliaio, mentre sorridendo a me chiedeva come mi sembrasse Mokpo, quando... quando una moto l'ha travolta.» prese un respiro, poi continuò fissandomi negli occhi con dura freddezza. «Ricordo bene la sensazione che provai quel giorno. Fu come se fossi morto anch'io. La vidi essere sbattuta dall'altra parte della strada, mentre io rimasi agghiacciato e immobile sul marciapiede a guadare quella scena, con gli occhi pieni di lacrime e il cuore che urlava di dolore. Urlai, corsi da lei e il ragazzo in moto tolse il casco dalla testa. Indovini di chi sto parlando, Song Iseol?» mi chiese facendo un altro passo in avanti.

Gli occhi iniziarono a traboccare di lacrime e non riuscii più a guardare Taehyung in faccia. Non ci potevo credere, e in preda alle lacrime iniziai ad agitare la testa. Non era possibile. «Sì, esatto Iseol, tuo fratello.» continuò. Sperai non dicesse quel nome, ma udirlo fu come una doccia fredda per me, anche se lo sospettassi già. Sentii il suo sguardo puntato contro di me mentre io mi guardavo i piedi. «Tuo fratello ha ucciso mia madre. Lui era due anni più grande di me. Era ubriaco quella sera, tanto che non appena si rese conto di quello che aveva fatto corse via, lasciandomi lì da solo con mia madre.» Alzai gli occhi su di lui.

Le parole gli morirono in gola e le lacrime iniziarono a rigare il suo bel viso. Iniziò a mordersi le labbra come per cercare di trattenersi, continuando a guardami duro. «Mi ha lasciato da solo con mia madre sull'asfalto, ancora cosciente. La sua testa sanguinava ed io inizia a gridare e a chiedere aiuto, quando finalmente qualcuno si accorse di me. Chiamarono la polizia e l'ambulanza, ma per mia madre non c'era più nulla da fare. E qui entra il gioco tuo padre.» continuò asciugandosi gli occhi con la manica della giacca. «Il grande comandante Song, che è la persona che più odio in tutto l'intero mondo. In un primo momento mi sembrava una persona abbastanza giusta e leale, ma non lo era. Io volevo giustizia per mia madre, tuo padre invece preferì insabbiare tutto e chiudere il caso, perché Chanyeol era suo figlio. Se ne uscì facendogli fare volontariato, lasciandomi con l'amaro in bocca di mia madre che era stata uccisa e non aveva avuto neanche giustizia. Come ti saresti sentita se una cosa del genere fosse capitata a te, eh? Vedere uno dei tuoi familiari morirti tra le mani senza poter fare nulla, come Iseol?» mi domandò con la voce che piano a piano era diventata un sussurro. «Eh? Non ha avuto neanche giustizia mia madre per quello che è successo e tu padre se ne esce dicendoti che mi odia, quando l'unica persona che dovrebbe odiarlo sono io e solo io! E come se non bastasse si è messo alla ricerca di mio padre, dopo quello che ha fatto. A te sembra giusto? Mi hanno lasciato da solo. Solo!» alzò la voce sempre più in lacrime.

Lo guardai senza sapere che dire. Aveva ragione, sua madre era morta per colpa di mio fratello e non aveva avuto neanche giustizia. Ma pensava che si sarebbe sistemata la situazione se mi teneva sotto sequestro o se, peggio, mi uccideva? Mi mancavano le parole, non sapevo che dire, non avrei mai pensato che tutta quella situazione e la vendetta erano a causa di quello che mio fratello aveva fatto quattro anni prima.

«I-io... mi dispiace.» cercai di risultare comprensibile, dato che la voce mi tremava, ma non ci riuscii. Taehyung rise e agitò la testa arrabbiato. «A voi disgustosi Song non dispiace! Non vi è mai importato di nulla. Non vi è importato. Tuo padre, pur di farmi tacere, mi ha quasi costretto a passare i miei giorni in orfanotrofio fino a quando non sarei diventato maggiorenne! Ma non ci è riuscito, ha sempre perso contro di me e questo sequestro ne è la prova. Non è riuscito a proteggere sua figlia da me.» continuò arrabbiato, abbassando la pistola e sospirando. «Si accorgerà presto che quello che ha fatto è stato sbagliato quando si renderà conto che sua figlia non tornerà a casa.» disse asciugandosi gli occhi e guardandomi male. «Perché allora mi hai protetta?» gli domandai guadandolo con gli occhi in lacrime. Lo disse la sua tata quando Taehyung si sentì male, quando Jong Suk lo aveva minacciato e lui svenendo non sentì la sua tata pronunciare quelle parole. Volevo sapere che intendeva. Ma, seppure mi era sembrato sconvolto in un primo momento dopo quelle parole, quello dopo rise e facendo un passo in avanti mi guardò furioso. «Protetta?» mi chiese acido, scuotendo la testa. «Sì, l'ha detto la tua tata, quel giorno quando sei svenuto per colpa di Jong Suk.» risposi con la voce debole. Il biondo annuì alzando gli occhi al cielo. «Perché parlano sempre più del dovuto?» disse tra sé e sé sospirando, agitando la testa per poi guardarmi. «Non ti stavo proteggendo! Adesso è meglio sei stai zitta e buona prima che ti uccida subito.» disse indietreggiando e aprendo la porta. Lo guardai senza sapere che fare o che dire, e lui sorrise. «Starai qui per un po'.» ammiccò, per poi uscire dalla stanza e chiudermi lì dentro.

•The Devil Wears Gucci| Kim Taehyung|🦋Where stories live. Discover now