42장~ Guardia del corpo

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🌙42.경호원🌙

" 'Cause I have hella feelings for you."

Jong Suk mi sorrise un'altra volta, ammiccando. Lo guardai male ed andai per entrare in ospedale di nuovo, quando il ragazzo mi afferrò un braccio e mi fece voltare verso di lui.

Lo guardai sconvolta e lui sorrise di nuovo, tenendo dolcemente il mio maglione tra le sue dita. Non mi fidavo di lui. E se era un complice di Sehun? Se mi portava da lui piuttosto che a casa? E poi io a casa non ci volevo andare, non con Taehyung e mio padre insieme nella stessa stanza, da soli. «Lasciami Jong Suk, io non mi fido di te.» dissi dura, guardandolo male e liberandomi dalla sua presa. Jong Suk sorrise di nuovo.

Il suo viso era molto dolce e sembrava che avesse venticinque anni o giù di lì. Era molto bello e non dava l'impressione di una cattiva persona, eppure avevo comunque paura che fosse tutta una trappola organizzata dal ragazzo dai capelli arancioni. Ma allo stesso tempo Taehyung aveva detto 'Se sono qui è per colpa di Jong Suk' e papà si era irrigidito, ordinandomi di andarmene. Non riuscivo a capire che stava succedendo. «Non ti fidi, Iseol?» mi domandò con mezzo sorriso, allontanandosi da me e prendendo qualcosa nella sua auto. Lo guardai camminare verso di me con il suo distintivo in mano, poi me lo mostrò e fece un altro sorriso.

'Lee Jong Suk 1989/09/14'

Alzai lo sguardo sul suo e lui mise il distintivo dentro la tasca dei pantaloni. Era un poliziotto, probabilmente un sottoposto di mio padre, ma perché Taehyung aveva detto che era colpa sua se si trovava in quella situazione?«Convincente?» mi chiese sorridendo un'altra volta. Annuii semplicemente e sospirai. «Sì, ma non verrò comunque con te. Non posso lasciare soli papà e Taehyung.» risposi ed andai per entrare di nuovo nella struttura, ma Jong Suk mi afferrò il braccio un'altra volta. «Song Iseol, ho ricevuto il rigido ordine di portarti a casa. Siccome non voglio mettermi in guai seri e non voglio che ti ci metta anche tu, seguimi per favore.» disse afferrandomi la mano e trascinandomi verso la sua auto.

Mi buttò dentro e chiuse lo sportello, poi entrò anche lui e mise la cintura. Cercai di aprire lo sportello ed uscire, ma era bloccato. «Pensavi che non avrei preso precauzioni?» mi chiese ridendo, partendo velocemente. «Ehi, torna in ospedale e lasciami lì.» dissi arrabbiata, guardandolo male. Lui non spostò gli occhi dalla strada, ma lo vidi sorridere. «Non posso.» rispose semplicemente. Incrociai le braccia al petto e scivolai dal sedile, mentre con la coda dell'occhio vidi Jong Suk sorridere di nuovo. Perché mio padre aveva chiesto di accompagnarmi ad un suo sottoposto?

«Una ragazza intelligente come te mi spiegherebbe che ha visto in Kim Taehyung?» mi domandò all'improvviso, facendomi voltare verso di lui. Lo guardai quasi ridendo e lui si girò per pochi secondi verso di me, ammiccando in modo fastidioso. «Che te ne frega?» domandai scocciata e arrabbiata. Lui rise, mantenendo la concentrazione sulla strada. «Ma dov'è finita l'educazione? Chiamami Jong Suk Oppa per favore, sennò mi ferisci!» esclamò ridendo. Lo guardai sempre più male e mi voltai dall'altra parte. «Nemmeno per sogno.» risposi, facendolo sorridere un'altra volta.

Jong Suk parcheggiò l'auto davanti casa mia ed io feci per uscire, ma poi mi ricordai che lo sportello era bloccato. «Fammi scendere.» dissi dura, incrociando le braccia al petto. Lui si voltò verso di me e sorrise di nuovo. Sentii la faccia andarmi in fiamme ed immediatamente mi voltai. «Prima rispondi alla mia domanda. Che hai visto in Taehyung? Ti sei innamorata della sua, ehm, faccia?» chiese curioso. Mi voltai di scatto verso di lui e lo guardai con un sopracciglio alzato. O mio padre gli aveva detto tutto o anche lui lo conosceva. «Anche se così fosse?» mentii sbuffando. Lui rise e si slacciò la cintura di sicurezza. «È un vero peccato che tu sia finita tra le sue grinfie.» ammiccò un'altra volta, uscendo dall'auto ed aprendomi lo sportello.

Senza nemmeno salutarlo, a passi veloci, mi avviai verso casa mia, Jong Suk invece aspettò fino a quando non entrai dentro. Mi appoggiai alla porta e misi una mano tra i capelli, confusa. Che stava succedendo? E mio padre e Taehyung di che stavano parlando?

Piagnucolai mettendo le mani sulla faccia, quando sentii un auto parcheggiarsi proprio davanti casa nostra. Sicura che fosse mio padre corsi di fretta in camera mia, ignorando mio fratello e mia madre, e buttando sul letto cercai di non pensare al moro e alla possibile conversazione che avevano avuto in ospedale. Ed io ero pronta a morire! Quella volta mi avrebbe ucciso davvero!

Sentii i suoi passi in cucina e la voce di mia madre e Chanyeol che lo salutavano, poi lo sentii salire le scale mentre il mio cuore accellerava di battiti. Deglutii rumorosamente e mi sedetti sul letto, con il cuore che mi batteva fortissimo a causa della paura. Ma stranamente papà bussò alla porta in modo calmo, poi entrò dentro senza avergli dato il permesso e se la chiuse alle spalle. Accese la luce e mi guardò male, poi afferrò la sedia della mia scrivania e l'avvicinò al mio letto. «Io ti avevo detto di lasciarlo perdere, dannazione!» esclamò arrabbiato, asciugandosi la fronte con la mano. Agitai la testa e sorrisi, ma non dissi nulla. «Quello che sto per dirti ti farà arrabbiare, ma forse è l'unico modo per non farti avvicinare a lui.» aggiunse alzandosi dalla sedia e posandola al suo posto. «Che vuoi dire?» gli chiesi guardandolo perplessa. Lui sospirò. «Da ora in poi Jong Suk ti accompagnerà dappertutto. Sarà una specie di guardia del corpo.» continuò aprendo la porta. «Non puoi farmi questo!» esclamai arrabbiata, ma lui m'ignorò e si allontanò dalla mia stanza.

Guardai la porta con gli occhi in lacrime. E adesso che avrebbe fatto Taehyung, dato che non avrei più potuto fargli da 'schiava'?

*

«Sul serio?» gli domandai non appena uscii dalla porta di casa mia. Appoggiato sulla sua auto lui sorrise: indossava una camicia di jeans che gli illuminava il volto bellissimo, un paio di jeans chiari e strappati, le converse nere e sul naso un paio di occhiali da sole scuri.

Scocciata alzai gli occhi al cielo e lui mi aprì lo sportello invitandomi ad entrare. «Buongiorno, Iseol.» ammiccò sorridendo. Mormorai un 'mannaggia' ed entrai nell'auto rossa di Jong Suk. Lui partì velocemente, diretto verso scuola, e per tutto il tragitto nessuno dei due spiccicò parola.

Quando arrivammo davanti al cortile scolastico, senza dire nulla, scesi e mi avviai verso l'edificio, entrai dentro e feci per andare nella mia classe quando la voce di Taehyung vibrò forte dietro di me «Ehi Iseol! Hai detto a tuo padre che stiamo insieme?» Spalancai gli occhi.

•The Devil Wears Gucci| Kim Taehyung|🦋Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang