2장~ Verità svelata

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🌙2.진실이 밝혀졌다🌙

-I wanna be a good man just for you. I gave the world just for you. I changed everthing just for you. Now I don't know me, who are you?-

Mi guardò di nuovo, poi si appoggiò sulle mani e mi scrutò dalla testa ai piedi senza dire una parola. Dopo avermi letteralmente fissata per qualche minuto, e aver sorriso con la testa inclinata di lato, aprì finalmente la bocca.

«Hai dato di matto! Dicevi che non te ne saresti andata senza aver ballato almeno una canzone con me.» mi spiegò e per la prima volta mi accorsi che il suo tono di voce era più basso e profondo di quanto mi aspettassi, sentii le guance diventarmi rosse e indietreggiai, mentre lui sorrideva soddisfatto e alzava un sopracciglio con un certo compiacimento dipinto in volto.
«Ti sei buttata a terra piangendo. Eri così ubriaca che portarti a casa tua sarebbe stato troppo meschino da parte nostra. Hai persino scambiato una scopa per la tua amica!» Continuò e prese a ridere.
Di certo non mi aspettavo una risposta del genere.

«Nostra?» chiesi confusa mentre lui faceva spallucce divertito.

«Mia, di Yoongi e di Namjoon. Nostra.» rispose.
Il suo gruppetto di amici, avrei dovuto immaginarlo!

«Yah, n-non è divertente.» balbettai bollente in viso.

«Dai! Hai parlato per più di cinque minuti con quella scopa davanti a tutti. È stato uno spettacolo che rivedrei volentieri.»

Sarei voluta sprofondare, non solo avevo passato la notte da Taehyung che,  secondo le voci, portava a casa una ragazza diversa ogni sera, ma alla festa avevo anche dato spettacolo davanti a tutti. Che imbarazzo!

«Come l'hai chiamata quella scopa?» domandò più a se stesso mentre si toglieva dalle dita una serie di anelli argentati. «Ah, si! Jennie. "Jennie! Perché sei così ubriaca? Ti avevo detto di non bere così tanto." "Jennie, perché non mi rispondi?"» cercò di imitare la mia voce acuta «"guarda  che è una scopa", "stai dando della scopa alla mia amica?" È andata più o meno così.» Rise e si alzò improvvisamente dal letto senza darmi neanche il tempo di accorgermene, per togliermi dalle mani la mazza.

Come al solito mi ero resa ridicola, davanti a un centinaio di persone, tra l'altro. «Cosa mi hai fatto?» Gli chiesi sgarbata, non m'interessava sapere delle brutte figure perché all'improvviso mi era sorto il dubbio e dovevo assolutamente risolverlo.

«Che vuoi dire?» Mi chiese serio, senza spostare lo sguardo dal mio.

«Lo sai benissimo. Sappiamo entrambi chi sei, dimmi che cosa mi hai fatto.» Risposi nervosa.

«Sei seria?» Domandò ancora con mezzo sorriso in bocca.

«Sì.»

Non gli avevo mai parlato in tre anni che frequentavamo la stessa scuola, conoscevo il suo nome e la sua faccia solo grazie a quelle ragazze che morivano letteralmente per lui e che lo nominavano ogni qualvolta  l'argomento "fighi della scuola" usciva fuori. Lui era il ragazzo dai capelli scuri che con quel suo sorriso quadrato faceva stragi di cuori, il ricco e bello Kim Taehyung. Certo, non potevo negare la sua bellezza inusuale, aveva la pelle  molto chiara, e il viso magro e appuntito era uno dei più belli che avessi mai visto. I capelli lisci e color cioccolato gli ricadevano morbidi sugli occhi a mandorla tanto profondi e grandi che quel giorno quasi mi persi al loro interno. Il naso all'insù gli dava un aspetto grazioso, accentuato da un piccolo neo che gli colorava la narice destra. Aveva più di cinque piercing sull'orecchio sinistro, ma nonostante ciò il suo aspetto rimaneva molto elegante. Trasmetteva la continua sensazione di una persona alla quale non importava di nulla se non di se stesso.
Anche Jennie aveva avuto una cotta per lui, due anni prima. Pensavamo fosse un ragazzo come tutti gli altri, solo con più soldi e bellezza, ma presto venimmo a conoscenza della sua vera natura, gli piacevano le ragazze e anche parecchio. Magari non ne avevamo avuto la conferma, dato che nessuna della due era mai stata con lui, ma gli altri dicevano così ed era un pettegolezzo di cui non dubitavo.

«Senti, com'è che ti chiami?» Domandò con la faccia confusa, mentre si spostava i capelli da davanti gli occhi.

«Iseol.» Risposi a denti stretti.

«Iseol.» ripeté come se volesse memorizzare il mio nome, l'ultima cosa al mondo che volevo facesse. «Non conoscevo nemmeno il tuo nome, non credere a quello che la gente dice senza sapere.»
Mi voltai di nuovo verso di lui e lo guardai sistemare il letto, anche se più che sistemare stava soltanto raccogliendo le coperte che erano cadute a terra.

«Dove hai dormito stanotte?» Gli chiesi sempre più arrabbiata.

Lui mi fulminò per qualche secondo. «Ho dieci stanze da letto.» Rispose freddo, mettendo le mani  nelle tasche dei jeans, che erano sicuramente costati una fortuna.

«Oh, e guarda caso hai fatto dormire me nella tua camera? Piena di cose così costose?» Domandai scettica, allargando le braccia verso tutta la ricchezza che mi circondava. Lo stavo infastidendo, era ben visibile sul suo volto.

Taehyung si passò la lingua sulle labbra. «Tutta la mia casa è piena di cose costose. Una stanza valeva l'altra, questa era solo la più vicina. Non immagini neanche  quanto sei pesante da portare.» disse arrabbiato.

Ero offesa. Come poteva parlarmi in quel modo?
«Perché non mi hai portata a casa della mia amica, invece che da te? Nemmeno ci conosciamo!» Esclamai sempre più convinta che tutta quella faccenda avesse un secondo fine. Insomma, chi si prende con così tanta leggerezza la responsabilità di una persona ubriaca? Non pensava a cosa avrebbero detto i suoi genitori? Ma Taehyung sorrise, con lo sguardo di chi la sa lunga.

«Chi, Jennie? Non so nemmeno dove sia finita. Ad un certo punto della serata siamo rimasti in quattro. Tu, buttata a terra mezza morta e ubriaca, io, Yoongi e Namjoon. Avrei potuto lasciarti da Namjoon dato che la festa era stata a casa sua o lasciarti andare con Yoongi ma, vedi, i genitori di Namjoon sarebbero tornati a casa questa mattina e i genitori di Yoongi erano già a casa. Immagina che i tuoi aprendo la porta della tua camera trovassero un ragazzo ubriaco che dorme sul tuo letto. Come pensi reagirebbero?» continuò risolvendo tutti i miei dubbi.

Non risposi perché quello che stava dicendo aveva senso, sì, ma lui era Kim Taehyung, il ragazzo meno affidabile e onesto di tutta la terra.

«Io ero l'unico a non avere i genitori a casa. C'è solo la tata, se così possiamo chiamarla, ma di lei mi fido più della mia stessa ombra.» concluse infine.

Stavo per ribattere quando il mio cellulare iniziò a squillare, mi affrettai quindi ad afferrarlo e a rispondere «Jennie.» dissi.

«Iseol! Per fortuna stai bene.» Urlò lei dall'altra parte del telefono. Grata che stesse bene sospirai.

«Dove sei?» Le chiesi. Nel frattempo lui era uscito dalla sua camera. Fissai a lungo la porta, chiedendomi se potevo o no fidarmi delle sue parole, quando Jennie mi fece distrarre con la sua voce acuta.

«A casa di mio cugino. Non so cosa sia successo, non mi ricordo come ci sono finita.  Per fortuna non diranno niente ai miei, immagina se lo venissero a sapere! Ma tu dove sei?» Mi domandò a sua volta.
Ero sollevata che fosse stato almeno un suo parente ad averla ospitata a differenza di quanto era successo a me, ovviamente.

«Io? A casa di Kim Taehyung.» Dissi abbassando la voce in modo che, anche se fosse stato dietro la porta, non mi avrebbe sentito.

«Cosa?» Urlò lei, quasi rompendomi un timpano.

«Shh, non gridare così forte. Mi fa malissimo la testa.»

«Che significa che sei a casa di Taehyung?» Domandò agitata.
Sbuffai sonoramente e mi massaggiai le tempie doloranti con le dita.

«Cosa vuoi che significhi? Mi sono svegliata e mi sono ritrovata in una stanza di lusso. Ma non pensavo minimamente che fosse la stanza di Taehyung fino a quando non è entrato in camera.» le raccontai. Che situazione! Ma perché proprio a me?

«Sei ancora lì?» domandò lei sorpresa.

«Sì, ma adesso me ne vado. Ti racconto tutto più tardi, va bene?» risposi alzando lo sguardo su Taehyung che nel frattempo era rientrato. Si appoggiò sulla porta con le braccia incrociate e mi lanciò uno sguardo non molto amichevole. Anzi, era irritato da morire.

•The Devil Wears Gucci| Kim Taehyung|🦋Where stories live. Discover now