Capitolo Ventottesimo - parte prima: Trova il Vitriol

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Apprese quelle nozioni Noah aveva ripreso i suoi studi per poi, qualche giorno dopo, avvicinare Colette. A lei aveva chiesto cose semplici, basiche persino, giusto per essere certo di aver compreso bene gli appunti preliminari dell'Hagufah che lo aveva preceduto. Con lei aveva chiarito il perché fosse necessario avere un'ottima conoscenza della chimica e, di conseguenza, quanto i suoi studi all'università lo stessero agevolando in tutto quel percorso. Le loro erano state chiacchiere, più che insegnamenti o spiegazioni, un confronto insolitamente normale e maturo.

Il terzo approccio, abbastanza involontario, era stato quello con Alexandria che, trovandolo in giardino intento a studiare, gli si era seduta accanto allungando il collo per sbirciare a che punto fosse. Per un momento aveva creduto che fosse stato Levi a mandarla lì. In un angolo recondito di sé sospettava che lo stesse tenendo d'occhio, forse perché Zenas, o addirittura Colette, lo avevano informato dei loro incontri.
Alex prese un sorso di succo. Lo teneva in una tazza di metallo piena di segni d'usura e bozzi dovuti a chissà quali tipi di urti. «Vedo che sei arrivato al vitriolo» constatò leccandosi le labbra come un animaletto. Lui distolse lo sguardo: «Già, ma ci sto capendo gran poco.» Eppure avrebbe dovuto essere un argomento semplice, l'ennesimo elemento composto da ripassare e superare - peccato che negli appunti di Salomone sembrasse essere altro, più di quello che aveva sempre saputo. Ne scriveva come se nascondesse qualcosa, un potere simile, ma non uguale o altrettanto evidente, a quello del sangue. Eppure non riusciva a capirne il motivo.
La Chimera bevve ancora: «E perché mai?» La risatina lieve che le uscì di bocca sembrò un tintinnio nel vento.
Noah scosse la testa, incapace di trovare la situazione divertente, e in un gesto involontario chiuse il diario prima di abbandonarlo tra di loro, quasi rinunciando a proseguire. Sentiva i pensieri affollarsi nella mente, premere sulle tempie chiedendogli di uscire.
«Non so» ammise: «è solo che ne parla come se... non si trattasse di semplice vetriolo.»
Alexandria afferrò il diario. Con movimenti cauti lo aprì, fece scivolare una pagina dietro l'altra davanti al proprio viso. Nell'osservarla, all'Hagufah sembrò di restare incantato dalla sua espressione serafica e compiaciuta, da quella consapevolezza per nulla celata di stargli per rivelare qualcosa che gli era sfuggito.
«Io ho detto vitriolo, non vetriolo» sogghignò, come se vi fosse qualche differenza.
«Tu usi i termini della tua epoca» la punzecchiò, sentendo una certa soddisfazione nell'averla presa alla sprovvista. Dopo tutte le volte che lo aveva definito un "moccioso" gli parve la ricompensa più adeguata - peccato che lei non fece una piega.
Con il sorriso ancora appollaiato sul viso, Z'év interruppe la propria ricerca e, aprendo per bene le pagine del diario, proseguì ignorando il suo commento: «Vitriol, Noah. Tu non hai scritto del vetriolo, hai scritto di qualcosa molto più importante.»
Il ragazzo corrugò le sopracciglia.
Non capiva. Anzi, se doveva essere del tutto onesto gli parve di andare ancor più in confusione; e Alex dovette capirlo. Senza esitazione mollò la tazza in un punto sicuro, poi si sporse tanto che Noah sussultò nel momento in cui i loro nasi quasi si sfiorarono. La mano di lei si premette sul suo petto e un brivido gli corse lungo la schiena. Il battito accelerò a tal punto che sembrò prendere la rincorsa per bloccarglisi in gola e per un momento, uno solo, credette che lo avrebbe baciato. Mentre le dita della Chimera gli si stringevano con bramosia sulla t-shirt, il suo corpo riuscì a elaborare solo un'immagine, seguita dalla sensazione delle labbra secche di lei sulle sue.
Z'év però aveva un controllo ben superiore a quello che lui aveva creduto e si fermò alla distanza perfetta per illuderlo, per fargli credere tutto ciò.

«Il Vitriol» la mano di lei strinse maggiormente sulla stoffa, parve volerlo trascinare ancora un po' più a sé: «non indica solo qualcosa di fisico. Benché in passato si credesse che fosse talmente corrosivo da poter penetrare fino al centro della Terra, arrivando al suo nucleo, il vitriolo ha anche un altro significato. Mi segui?» Noah avrebbe voluto dire di sì, ma temette che qualsiasi movimento delle proprie labbra, persino il semplice schiudersi per respirare, l'avrebbe portato a baciarla come mai aveva pensato di fare - così rimase immobile. Era conscio di star provando qualcosa di sbagliato, di non dover desiderare quel contatto per una ragione al momento oscura, eppure non riuscì a mettere a tacere i propri istinti. Più stavano vicini, più d'un tratto la desiderava - o forse era solo un gioco perverso dello stress.
Alex tese gli angoli della bocca, ignara di tutto ciò che la sua presenza gli stesse facendo provare. Nemmeno una volta, nelle occasioni precedenti, si era sentito sopraffare da quei sentimenti, dal desiderio di compiere un gesto tanto sconsiderato.

Doveva per forza essere un tiro mancino della stanchezza.

«Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem.» Sibilò facendo cadere il proprio sguardo sulla parte bassa del suo viso, quasi stesse pronunciando quelle parole per fargliele ingoiare, come un respiro, una boccata di fumo. Lo stomaco di Noah si torse. Conosceva quelle parole e d'improvviso conosceva le azioni di Alexandria, perché un tempo erano state sue. Anche i suoi occhi caddero sulle labbra di lei: «Visita l'interno della terra e rettificandoti troverai la pietra nascosta» sussurrò in quel modo intimo e sensuale con cui lei lo stava indottrinando, come le era stato insegnato in passato.
Lo sguardo della Chimera incrociò il suo: «Esattamente. Ma parafrasiamo il tutto, che ne dici?» Improvvisamente il viso di lei si allontanò, ridandogli aria e un senso di incompiutezza fastidioso. La mano allentò la presa sulla maglietta e Alexandria smise di provare ad ammaliarlo: «Devi cercare dentro di te, negli angoli più oscuri e profondi. Devi trovare il fondo del tuo animo e, solo comprendendone l'essenza, potrai trovare il fulcro del tuo potere e ghermirlo.»

Finalmente Noah deglutì.
Era quello il senso. Era sempre stato quello - e chissà quante cose gli erano sfuggite durante la lettura degli scritti di Salomone; chissà quanti significati nascosti aveva celato dietro parole di quel tipo. Forse, persino quello che gli aveva detto Zenas riguardo alla Magnum Opus e all'incapacità del Cultus di padroneggiare l'Ars ai suoi livelli era collegato al Vitriol.

Fissò Alexandria. Le fu grato come mai prima d'allora. L'istinto di baciarla tornò a fargli visita e, senza controllo, si chinò su di lei. Le sue labbra le toccarono lo zigomo, vi si premettero con forza. Ne sentì il sapore sulla punta della lingua. La pelle di lei era come un dolce.
«Grazie, Z'év» e imbarazzato dal suo stesso gesto, con il cuore a martellargli in petto, prese il diario e corse via senza alcuna spiegazione.

Magnum Opus: La Grande Opera, conosciuta in latino come Magnum Opus, è l'itinerario alchemico di lavorazione e trasformazione della materia prima, finalizzato a realizzare la pietra filosofale

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Magnum Opus: La Grande Opera, conosciuta in latino come Magnum Opus, è l'itinerario alchemico di lavorazione e trasformazione della materia prima, finalizzato a realizzare la pietra filosofale. Consiste in diversi passaggi che conducono gradualmente alla metamorfosi personale e spirituale dell'alchimista, ai quali corrispondono, secondo la tradizione ermetica, altrettanti processi di laboratorio.

Le Chimere di Salomone: il ReOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz