Capitolo nono: Morire centouno volte

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"I could never see how it hurts, to feel the worst,I'll never make it, even though how it hurts,That I won't be that type of guy that never tried,That never took a chance, or took his moment to fly to be free"

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"I could never see how it hurts, to feel the worst,
I'll never make it, even though how it hurts,
That I won't be that type of guy that never tried,
That never took a chance, or took his moment to fly to be free"

Love the Fall (Michael Paynter)

Ogni due falcate la Contessa Varàdi si volgeva all'indietro

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Ogni due falcate la Contessa Varàdi si volgeva all'indietro. I suoi occhi dardeggiavano come frecce tra i passanti, infilandosi tra di loro, nelle traverse, fra le tende delle finestre aperte alla disperata ricerca del sorriso del fratello - ma tutte le volte finivano con il tornare di fronte a lei, in direzione della Stazione Ferroviaria Santa Lucia.

Più si avvicinavano alla loro destinazione, più Alexandria sentiva le gambe farsi molli nel tentativo di tradirla, quasi il corpo le stesse anticipando il peggio - e tutte le volte che si soffermava sul quel pensiero, il cuore le batteva nel petto tanto da farle male.

Aveva paura, non lo negava.
Era terrorizzata perché, se lo conosceva abbastanza bene, sapeva che Levi non avrebbe mai fatto ritardo in circostanze come quelle - oppure, se fosse accaduto, non sarebbe stato per sua volontà. Doveva quindi essere successo qualcosa e, quel qualcosa, pensò con un groppo in gola, doveva avere a che fare con il Cultus.

Aggrappandosi con forza alla mano di Zenas, la ragazza tentò di non lasciarsi sopraffare dai sentimenti, anche se all'ennesimo, tragico pensiero le fu quasi impossibile continuare ad avanzare.

E se Levi fosse stato catturato
Quasi inciampò.


No, si disse, quella non era un'opzione.
Con più probabilità, se gli alchimisti erano riusciti a raggiungerlo e a metterlo spalle al muro, suo fratello doveva aver scelto la morte - già, perché Nakhaš non si sarebbe mai fatto prendere vivo, questa era una certezza. Troppe volte durante le perlustrazioni o i viaggi più sfiancanti, tra una chiacchiera e l'altra insieme ai fratelli, il Generale d'Israele aveva ripetuto quell'affermazione, camuffandola però da scherzo: piuttosto che tra le loro grinfie, sotto metri di terra. Nessuno, a quei tempi, si era mai azzardato a considerare reale quella promessa, eppure Alexandria aveva sempre temuto il momento in cui Levi fosse stato messo alle strette. Lui, come molti di loro, non si sarebbero lasciato trasformare in schiavo o cavia da laboratorio, non avrebbe concesso né il suo corpo e ancor meno la sua anima a dei folli come i membri del Cultus.
Perché i segreti e i peccati di Salomone avrebbero dovuto scomparire con loro, riportando il mondo al proprio equilibrio. Troppi criminali, negli anni, avevano giocato a fare Dio e l'alchimia era stata per loro l'arma con cui minacciare l'umanità - non potevano permettere che accadesse ancora.

Le Chimere di Salomone: il ReWhere stories live. Discover now